Pro Vercelli, ora è ufficiale: il club dei 7 Scudetti è passato al Bridge Football Group
Passaggio al 100% delle quote societarie annunciato in conferenza stampa e operativo sin da subito, ovvero dalla mattinata di giovedì 15 maggio. Lo svizzero Ludovic Deléchat nuovo vertice societario. Ufficiali anche le dimissioni di Pinciroli e l'uscita di scena della holding Go Reset Sport

Il tanto atteso annuncio di passaggio di proprietà in seno alla Pro Vercelli è arrivato. Da oggi, giovedì 15 maggio 2025, il club di via Massaua appartiene ufficialmente al Bridge Football Group, gruppo di sviluppo calcistico sino-olandese già proprietario - in Olanda - del Den Bosch (militante in Eerste Divisie, la seconda serie neerlandese) e, in Cina, dello Shaanxi. Un passaggio di quote al 100%. Lo svizzero Ludovic Deléchat - ex avvocato negli uffici della Fifa e già Ceo del gruppo - è il nuovo vertice societario. Ufficiali anche le dimissioni di Paolo Pinciroli e l'uscita di scena della holding Go Reset Sport dell'ormai ex amministratore delegato Francesco Celiento.
Pinciroli: "Mi dimetto. Ora la Pro Vercelli appartiene al Bridge Football Group"
Una conferenza stampa aperta dal presidente uscente Paolo Pinciroli. Il quale, con la voce rotta dalla commozione, ha annunciato: "Da oggi il passaggio di mani della società è ufficiale e operativo. Di conseguenza, anche le mie dimissioni e quelle di Celiento".
Francesco Celiento che ha poi spiegato l'excursus della trattativa: "Finalmente oggi togliamo il velo alla curiosità che in città e tra i tifosi si era fatta comprensibilmente spasmodica. Nelle settimane, nei mesi, sono stati accostati diversi nomi alla Pro Vercelli, ma tengo a specificare che è con il Bridge Football Group, nella persona di Ludovic Deléchat, che abbiamo sempre trattato. Il motivo? Perché si tratta di gruppo serio e perché noi la Pro Vercelli volevamo lasciarla nelle mani di persone serie. Auguriamo buon lavoro alla nuova società e siamo certi che la Pro Vercelli riuscirà ad amplificare quello che è stato il nostro lavoro in questi anni".
Deléchat: "Perché proprio ora l'annucio? Vogliamo dare serenità all'ambiente alla vigilia di un appuntamento così importante"
Parola quindi a Ludovic Deléchat, che ha sottolineato come il Den Bosch, ha subito vinto lo spareggio preliminare di andata per 1-0 contro il Cambuur per salire in Eredivisie e tornare a competere con le big dei Paesi Bassi come Ajax, Feyenoord, PSV Eindhoven: proprio il risultato che servirà sabato (17 maggio) alla Pro Vercelli, per battere la Pro Patria ai playout e conservare la Serie C dopo il ko (proprio per 1-0) maturato in gara 1 allo stadio "Carlo Speroni" di Busto Arsizio. Certo, è quanto mai singolare che una notizia di tale portata sia ufficializzata a due giorni da una partita di tale portata, in cui le Bianche Casacche partono per giunta da una situazione di svantaggio. Che si abbiano garanzie, in tal senso, anche in caso di retrocessione? Nel senso, la nuova società chiederà - nella peggiore delle ipotesi - una eventuale riammissione in C? "Questo annuncio è stato fatto per dare serenità - spiega proprio Deléchat - e sicurezza. C'è una società, c'è una nuova proprietà, pronta a rilevare il club anche in caso di retrocessione in Serie D. Certo, frequentiamo il mondo del calcio da parecchi anni e sappiamo benissimo che il panorama dilettantistico è totalmente diverso. Ma gli investimenti ci saranno in ogni caso".
Délechat: "Non siamo un fondo d'investimento. Trattativa aperta già a fine 2024: siamo un gruppo serio e vi spiego il perché..."
Dunque la Pro Vercelli - intesa come società - è salva. Ora, si spera anche sul campo: "Oggi l'annuncio, ma è da fine novembre che stiamo trattando il passaggio di quote - conferma Deléchat, col suo accento francese ma con un italiano praticamente perfetto -: anzitutto, non siamo un fondo d'investimento. Siamo un gruppo serio di sviluppo di società calcistiche e per portare a termine trattative simili ci va tempo, ci va una due diligence, non si conclude il tutto in un paio di giorni. Personalmente sono legato all'Italia, perché mia nonna era di Ivrea, non lontano da qui. Voglio mettere ogni cosa in chiaro: è vero, il nostro gruppo pratica un calcio sostenibile, ma occorre definirne il significato. Per noi vuol dire crescere giovani di talento e rivenderli a buon prezzo. Detto questo, affiancheremo questa esigenza a quella dei risultati da ottenere sul campo per entusiasmare la piazza e i tifosi, che per noi stanno al centro del progetto. E non manderemo in campo un undici di giovani: ci sarà il giusto mix affinché tutti siano valorizzati. Sappiamo benissimo che in Italia il risultato viene prima di tutto. E l'Italia non è l'Olanda: voglio dire, sappiamo che qui ci sono altre pressioni".
"Pro Vercelli-Den Bosch non sarà come Udinese-Watford: cercheremo talenti in Italia, ma non manderemo in campo solo giovani per poi poterli vendere. Vogliamo vincere e per farlo ci vuole il giusto mix"
Vitale, dunque, il lavoro tra i giovani. Per un progetto di scouting "scafato" già operativo da anni e guidato, negli uffici di Amsterdam da Dries Boussatta, ex nazionale Oranje coi vari Clarence Seedorf, Edwin van der Sar, Marc Overmars... Ma attenzione, col Den Bosch non si attuerà una collaborazione in stile Udinese-Watford: "Potrebbero esserci sinergie, ma a patto che portino vantaggi reciproci. Non esistono società principali e società satellite - ha precisato Deléchat -: poi il talento vogliamo anzitutto coltivarlo in Italia, vogliamo scovare giovani qui, non altrove. Ma così come abbiamo già fatto nei Paesi Bassi in cui, al nostro ingresso nel Den Bosch, abbiamo trovato una rosa col 50% di stranieri, un direttore inglese e un allenatore polacco: noi abbiamo riportato tanti olandesi nel gruppo squadra, perché crediamo nel senso di identità e territorialità. Ma questi sono discorsi che vedremo in seguito: oggi occorre anzitutto salvarsi sul campo. I prossimi passi saranno il risanamento del bilancio, a cui in parte abbiamo già provveduto e migliorare le strutture a disposizione del club. Sappiamo di poter lavorare bene qui: il Den Bosch è un club storico in Olanda, ma la Pro Vercelli lo è molto di più in Italia con i suoi 7 scudetti, più di Roma, Lazio, Napoli, Fiorentina... Il suo brand, voi lo sapete bene, è appetibile anche in orbita internazionale".