Gorno della Memoria

Anpi Vercelli: due mostre per il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo

Le esposizioni, allestite all’interno dell’ex chiesa di San Pietro Martire a Vercelli, sono legate dal fil rouge dei crimini e delle atrocità commesse dai nazifascisti

Anpi Vercelli: due mostre per il Giorno della Memoria e il Giorno del Ricordo
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Dal 19 gennaio all’11 febbraio, in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria e del Giorno del Ricordo, ANPI Città di Vercelli Sezione "Anna Marengo", allestirà - all’interno dell’ex chiesa di San Pietro Martire (in via Dante Alighieri 98) - due mostre legate dal fil rouge dei crimini e delle atrocità commesse dai nazifascisti. Le mostre - intitolate "LAGER - lo sterminio in Europa tra le due guerre mondiali" e "Quando morì mio padre" - saranno visitabili sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 13 e dalle 16,30 alle ore 1930, nei consueti orari di apertura della sede (martedì-venerdì 10-12 mercoledì 17-19) e la mattina, su prenotazione per gruppi o scuole (scrivere, a questo proposito, a anpicittadino.vc@gmail.com).

"LAGER - lo sterminio in Europa tra le due guerre mondiali"

Una mostra realizzata da ANED – Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti. Le immagini e i fatti proposti raccontano come l’ideologia nazista e fascista, dettata dalla “teoria della razza”, si inserì nella grande tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Con apposite leggi venne programmata la salvaguardia della razza ariana e chiunque fosse dichiarato nemico, per motivi biologici razziali o per dissenso rispetto al regime, era destinato alla deportazione e rinchiuso nei Lager che si andavano via via costruendo. Ebrei e Rom dovevano subire l’eliminazione totale in questi campi appositamente attrezzati per lo sterminio; gli oppositori politici, gli omosessuali, i Testimoni di Geova avrebbero dovuto essere ugualmente deportati e condotti a morte con lavoro forzato, fame, torture. La storia illustrata dai pannelli in mostra narra gli anni tragici della proclamazione in Italia delle leggi razziali nel 1938, con le quali gli ebrei vennero discriminati ed espulsi da ogni settore della vita pubblica e professionale. Le immagini conducono poi attraverso l’orrore della “soluzione finale” nei campi di concentramento nazisti, costata dodici milioni di deportati e undici milioni di sterminati, per concludersi infine con la liberazione da parte delle truppe alleate e la rivelazione al mondo degli orrori perpetrati nei lager.

"Quando morì mio padre" - Disegni e testimonianze di bambini dai campi di concentramento italiani del confine orientale

Una mostra documentaria frutto del materiale raccolto direttamente dalla sezione Resistenza degli Archivi di Stato sloveni, a 80 anni dalla chiusura dei campi di concentramento fascisti in Slovenia, che analizza le condizioni di vita dei più piccoli, seguendo temi e disegni di bambini tra i 7 e i 13 anni internati nei campi di concentramento fascisti italiani a partire dall’estate del 1942 fino a settembre del 1943. I racconti e i disegni, composti nelle scuole partigiane sul territorio liberato nella zona circostante le cittadine slovene di Ribnica e Kočevje, risalgono alla primavera del 1944. Fame, paura, terrore, sono i sentimenti e le sensazioni che traspaiono da questi lavori raccolti e analizzati da due storici sloveni, Boris e Metka Gombac, e uno italiano, Dario Mattiussi. In migliaia vennero internati nei campi di Arbe e Gonars, ma anche Treviso, fra donne, anziani e bambini di cui non è possibile fissare il numero esatto. Tanti, troppi, come ricorda la curatrice della mostra, Metka Gombac. Una cassaforte degli orrori e degli errori commessi dal regime fascista al confine orientale. Richiamare l’attenzione sulle atrocità commesse dal fascismo italiano durante le guerre di aggressione, tener viva anche nell’opinione pubblica italiana e nelle generazioni più giovani la memoria storica dei campi di concentramento del regime, memoria ancora fortemente presente in Slovenia, dove numerose furono le vittime di quegli orrori e di quei crimini.

 

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