La stagione di Studio 10 si è aperta con la mostra di Edoardo Baraggioli
Una mostra che fa riflettere sull'identità e il modo di affrontare la vita, fino al 2 febbraio da venerdì a domenica.

«Una mostra che richiede silenzio e infatti ho notato che parlate sotto voce, mentre di solito c’è sempre un certo brusio alle inaugurazioni».
Così il direttore artistico di Studio Dieci di Vercelli Diego Pasqualin nel presentare la mostra “Bisinfonia difforme” di Edoardo Baraggioli che sarà visitabile nella galleria di piazzetta Pugliese Levi/Via Verdi fino al 2 febbraio dal venerdì alla domenica in orario 16-19. Presente all'ìnaugurazione anche Matteo Lombardi, terzo esponente del centro culturale, mentre la presidente Carla Crosio non ha potuto essere presente.
Dietro le quinte della creazione di abiti
Si tratta dell’allestimento artistico dei materiali che Baraggioli, designer di moda, ha utilizzato per la sua tesi di laurea. Ma l’allestimento stesso ha trasformato modelli di carta, abbozzi di abiti e disegni progettuali in un’unica installazione che porta il visitatore direttamente nel vissuto dell’artista che non metaforicamente apre la casa del suo cuore ai visitatori, un grande letto matrimoniale accoglie infatti diversi materiali sparsi e le installazioni spesso ricordano i panni stesi ad asciugare.
Bisinfonia difforme
Il termine “Bisinfonia difforme” si riferisce alla dualità di Edoardo con il fratello gemello Filippo, e la sagoma umana sdoppiata, tracciata nella seconda sala al piano terra è un po’ la sintesi di questo progetto due entità gemelle legate ma anche difformi. Sul concetto di difformità ha una sua valenza l’installazione sonora al piano superiore, quello destinato di solito a proiettare video, ma la saletta è buia, riempita solo da un suono-rumore con voci e vari frastuoni, un po’ il sottofondo del mondo da cui si cerca rifugio nelle relazioni e negli affetti.
E' un racconto, un viaggio nel tema dell'identità, un rapporto con il corpo, inteso sia come "oggetto" da vestire ma anche come intimità, complicità fra gemelli e tanto altro ancora.
Una mostra da “leggere” con attenzione e in silenzio. Fondamentale poi raccogliere e leggere il testo critico di Pasqualin che è assai esaustivo. A tal proposito leggi anche l'articolo di presentazione nel contesto degli eventi del fine settimana.
Gian Piero Prassi
La gallery















