Anpi Vercelli condanna l'offesa a Korczak
L'educatore polacco protesse i suoi bambini dai nazisti fino alla fine.
Nella foto l’ultima marcia di Janusz Korczak verso il Campo di Concentramento.
Elisabetta Dellavalle a nome del Comitato Provinciale Vercelli e Sezione Città di Vercelli prende posizione contro il vile gesto con cui è stato deturpato il monumento a Janus Korczak.
Deturpare il monumento a Janusz Korczak è azione vile e ingiusta. Ed è stata nuovamente perpretata.
L'ignoranza alla base del gesto
Certamente alla base di gesti di questo tipo c’è l’ignoranza, la ‘non conoscenza’ dei fatti e delle storie delle persone: se si conosce la storia di Janusz Korczak gli si porta un fiore, ci si ferma in meditazione, si sosta in preghiera.
Poche righe, quindi, per ricordarne la forza d’animo, l’eroico sacrificio.
Storia e coraggio di un giusto
Chi è stato quest’uomo? E’ stato un resistente, un fermo avversario delle dittature, un uomo buono, votato agli altri fino alla fine dei suoi giorni.
Nato a Varsavia nel luglio del 1878, muore ucciso in una camera a gas del campo di sterminio di Treblinka, probabilmente il 6 agosto 1942.
Nei suoi 64 anni di vita Henryk Goldszmit, questo il suo vero nome, è stato pedagogo, pubblicista, scrittore, medico, militante sociale.
E’ polacco di origine ebraica e nel Ghetto di Varsavia viene chiamato ‘Il vecchio Dottore’ o ‘Il signor Dottore’.
Qui nel Ghetto aveva fondato, il 7 ottobre 1912, assieme all’educatrice Stefania Wilczyńska, sua collega molto stimata, l’Orfanotrofio in via Krochmalna, 92, nel pieno centro del quartiere ebraico (a Varsavia ci sono all'epoca 350.000 ebrei su 1.300.000 abitanti). Un quartiere affollato e povero, caratterizzato però da un'intensa vita culturale.
Un mondo a misura di bimbo
La Casa dell’Orfano (Dom Sierot) è una vera e propria “Società dei Bambini”, organizzata secondo i principi di giustizia, fraternità, uguaglianza dei diritti e dei doveri tra alunni ed educatori. Le punizioni corporali vi sono bandite, come tutti i metodi violenti, che a quel tempo prevedevano anche la privazione del cibo.
Korczak nel 1923 definisce tali metodi di correzione “punizioni criminali”. Nel 1914 viene richiamato in guerra e lascia per un periodo la direzione dell'orfanatrofio alla sua collega. Tra il 1915 e il 1917 lavora vicino a Kiev in un istituto ucraino per bambini.
È qui che termina il suo lavoro pedagogico principale. Se fino a questo punto è stato nell'esercito russo, dal 1919 deve vestire la divisa dell'esercito polacco, contro la Russia. Lavora in un ospedale per malattie infettive di Łódz.
Il manifesto dei Bambini
Ma è nel nel 1929 pubblica il suo celebre manifesto dei diritti dei bambini: Prawo dziecka do szacunku (Il diritto del bambino al rispetto), un testo ancora insuperato. Inizia a insegnare Pedagogia all’Università libera di Varsavia e pubblica un “libro scientifico” dai contenuti molto avanzati: Prawidła życia (Le regole della vita). Nel 1931 mette in scena al Teatro Ateneum uno spettacolo satirico dirompente: Senat Szalenców (Il Senato dei folli), con il grande attore Stefan Jaracz nel ruolo principale, che le autorità comuniste del dopoguerra autorizzeranno a rappresentare solamente nel 1978.
Il viaggio in Palestina
Korczak nel giugno del 1934 si reca in Palestina, per andare a trovare i suoi vecchi alunni e collaboratori stabilitisi nel kibbutz di Ein Harod. In Israele sono sopravvissuti alcuni suoi studenti, da lui salvati, in quanto orfani, dalla strada e dalla delinquenza. Alcuni di loro lo hanno ricordato in opere scritte nel dopoguerra, evidenziando sempre la sua dedizione e la sua profonda preparazione sulle necessità e le potenzialità dei bambini.
A tutela dell'infanzia
Quindi Janus Korczac si è sempre battuto per la tutela dell’infanzia, soprattutto di quella bistrattata ed abbandonata - non a caso Vercelli gli ha dedicato una Scuola materna e da anni opera in città l’Associazione di Volontariato del Piemonte Onlus Janusz Korczak – ed ha trascorso gli ultimi tre mesi di vita all’interno del ghetto di Varsavia, occupandosi dei bambini abbandonati nella sua Casa degli Orfani. Molte volte gli offrono la possibilità di scappare dal ghetto ma lui non volle mai abbandonare i suoi bambini.
Muore con i suoi piccoli
E insieme ai suoi bambini muore. Fu portato via dal Ghetto in un carro bestiame i primi giorni dell’agosto 1942.
Il Diario di Abraham Lewin situa gli avvenimenti venerdì 7 di agosto:
"Il diciassettesimo giorno del massacro. Ieri è stata una giornata orribile con un gran numero di morti. Dal ghetto piccolo la gente è stata prelevata in massa. Il numero delle vittime è valutato intorno alle 15.000. Hanno svuotato l’orfanotrofio del dottor Korczak a cominciare dal dottore stesso. Duecento orfani".
La marcia verso Treblinka
Korczak è alla testa del corteo. Senza cappello, con gli stivali militari, porta in braccio due bambini. Alla marcia prendono parte 192 bambini e dieci educatori, fra cui la pedagoga braccio destro di Korczak, Stefania Wilczyńska. Il giorno stesso 4000 bambini con i loro educatori vennero presi dagli orfanotrofi e deportati a Treblinka.
La storia di un "resistente"
Questa la vita di Janusz Korczak. Questa la sua storia di uomo, di medico, di pedagogo.
Questa la sua storia di RESISTENTE, da ricordare e da tramandare.
Serve una presa di coscienza morale
Ecco perché di fronte ad azioni tanto lesive della Memoria quanto significative nella loro viltà A.N.P.I. Comitato Provinciale di Vercelli e Sezione Città di Vercelli si uniscono e sostengono l’Associazione di Volontariato del Piemonte Onlus Janusz Korczak nella sua richiesta ai vandali di presa di coscienza morale e di cancellazione dello sfregio.