Sciopero Amazon, presidio anche a Vercelli
Lunedì 22 marzo una prima giornata di sciopero.
Per sostenere le giuste rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori, FILT, FIT e UILT, hanno indetto lunedì 22 marzo una prima giornata di sciopero con presidio davanti le seguenti sedi AMAZON:
Vercelli e Torrazza Piemonte (TO): primo turno dalle 6 alle 8; secondo turno dalle 14 alle ore 16. Brandizzo (TO), Cherasco, (CN) e Fubine (AL): dalle 8 alle 10, di tutto i dipendenti di Amazon Logistica Italia cui è applicato il CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, Amazon Transport Italia e di tutte le società di forniture di servizi di logistica, movimentazione e distribuzione delle merci che operano per la filiera Amazon
Interrottasi bruscamente la trattativa tra FILT, FIT, UILT e Assoespressi (associazione datoriale imprese di trasporto fornitrici di Amazon), a causa dell’indisponibilità della stessa di affrontare positivamente le richieste sindacali. Allo stesso tempo, FILT, FIT, UILT denunciano la latitanza di Amazon al tavolo e l’assenza di risposte della multinazionale americana in relazione al proseguimento del confronto al quale ultimamente si è sottratta.
Contestualmente Amazon manifesta a livello territoriale, confermando il suo comportamento inaccettabile, l’indisponibilità cronica ad un confronto costruttivo con le Rappresentanze Sindacali di riferimento dei lavoratori, in spregio alle regole e al corretto sistema di relazioni industriali previste dal CCNL applicato.
Il colosso di Seattle deve prendere atto, suo malgrado, che il Sindacato fa parte della storia e del percorso costituente del nostro paese e con questo deve confrontarsi, IN ITALIA!!!
Alcuni dei punti rivendicati da FILT CGIL FIT CISL e UILTRASPORTI UIL:
- Verifica dei carichi e dei ritmi di lavoro.
- Verifica e contrattazione dei turni di lavoro.
- Corretto inquadramento professionale del personale
- Riduzione dell’orario di lavoro dei driver
- Buono pasto
- Adeguato importo dell’indennità di trasferta
- Clausola sociale e continuità occupazionale in caso di cambio appalto o cambio fornitori per tutti;
- Premio di Risultato contrattato
- Indennità Covid per operatività in costanza di pandemia
- Danni e franchigie
- Salute, sicurezze e formazione
- Stabilizzazione tempi determinati e lavoratori interinali.
Lettera aperta
APPELLO AI CITTADINI
Cari consumatori e care consumatrici,
forse per la prima volta ci rivolgiamo anche a voi, per spiegare le ragioni del primo Sciopero
Nazionale di 24 ore, delle lavoratrici e dei lavoratori di tutta la filiera Amazon – dipendenti diretti e
in appalto- e per coinvolgervi.
Scioperano le persone che, mai come in questo ultimo anno, ci hanno permesso di ricevere nelle
nostre case ogni tipologia di merce in piena comodità. La nostra.
Quelli e quelle che consegnano i pacchi; quelli e quelle che ancora prima lo preparano per la
spedizione. Un esercito composto da circa 40 mila lavoratori e lavoratrici che non si ferma mai.
Quelli e quelle che, insieme a voi, hanno soddisfatto il boom di ordini, e quindi di fatturato, di tutto
il sistema dell’e-commerce.
Lavoratori e lavoratrici “indispensabili”, così vengono continuamente definiti da tutti, carta
stampata, tg, social, esperti, studiosi, opinionisti.
Così senz’altro li abbiamo percepiti e continuiamo a percepirli noi tutti e tutte.
Ma come tali non vengono trattati.
I drivers che consegnano materialmente la merce arrivano a fare anche 44 ore di lavoro settimanale
e molto spesso per l’intero mese, inseguendo le indicazioni di un algoritmo che non conosce né le
norme di regolazione dei tempi di vita e di lavoro né tantomeno quelli del traffico delle nostre città.
Si toccano punte di 180/200 pacchi consegnati al giorno.
Dentro i magazzini si lavora 8 ore e mezzo con una pausa pranzo di mezz’ora.
Ma nessuna verifica dei turni di lavoro, nemmeno nei magazzini di smistamento.
Nessuna contrattazione, nessun confronto con le organizzazioni di rappresentanza sui ritmi di lavoro
imposti e per il riconoscimento dei diritti sindacali.
Nessuna clausola sociale né continuità occupazionale, per i drivers, in caso di cambio fornitore.
Nessuna indennità contrattata per Covid-19, in costanza di Pandemia.
Ciò avviene in un settore in totale e continua espansione e in un’azienda il cui proprietario è tra i 5
uomini più ricchi al mondo e che, anche solo a scorrere il sito della campagna MAKE AMAZON PAY,
si capisce quanto non paghi le tasse in maniera proporzionata ai suoi ricavi.
Per un giorno, il 22 marzo prossimo, ci vogliamo fermare, ci DOBBIAMO fermare.
È una questione di rispetto del lavoro, di dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, di sicurezza per
loro e per voi.
Voi che ricevete un servizio siete le persone cui chiediamo attenzione e solidarietà, perché questo
servizio continui ad essere svolto nel migliore dei modi possibili.
“Work hard, have fun, make history” (lavorare duro, divertirsi, fare la storia) recitava il motto,
scritto in una sala di uno stabilimento del colosso di Seattle. Aiutateci affinché Amazon non si limiti
a perseguire solamente la prima affermazione.
Grazie.