Primo Maggio

Scheda rispolvera Berlinguer e sottolinea: “Ogni lavoro è dignitoso, è una fatica che merita rispetto”

Il discorso del sindaco di Vercelli alle celebrazioni del Primo Maggio, che ha anche ricordato le vittime della tragedia di Brandizzo Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo

Scheda rispolvera Berlinguer e sottolinea: “Ogni lavoro è dignitoso, è una fatica che merita rispetto”
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“C’è una sola festa civile che spinge gli uomini a uscire dai loro tenaci particolarismi, che supera i confini di tutte le patrie: è la festa del Primo Maggio". Così, il sindaco di Vercelli Roberto Scheda alle celebrazioni di Vercelli per il Primo Maggio, tenutesi in piazza Zumaglini. Il corteo è partito da corso Libertà per arrivare, per l’appunto, in piazza Zumaglini, dove si sono tenuti i discorsi dei rappresentanti delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, che hanno scelto come tema d’interesse, quello più annoso, ovvero la sicurezza sul posto di lavoro.

Scheda rispolvera Berlinguer e sottolinea: “Ogni lavoro è dignitoso, è una fatica che merita rispetto”. Quindi, il ricordo della strage di Brandizzo

Il primo cittadino ha proseguito: “Centinaia di milioni di uomini e di donne, in ogni angolo della terra, si ritrovano per rinnovare l’impegno di fare del lavoro il fondamento della dignità umana, la pietra di paragone di una reale giustizia, la condizione per una libertà vera, che è liberazione dal bisogno, dallo sfruttamento, dall’oppressione. Sono passati 53 anni da quando Enrico Berlinguer pronunciò, a Frosinone, queste parole. L’importanza di questa festa non è fortunatamente stata vittima del tempo, non è scemata a causa di una società, a volte, tanto veloce quanto disattenta. Quando ci incontriamo in occasione di questa giornata, rinnoviamo il nostro impegno a rendere il lavoro fondamento della dignità umana. Significa che ogni tipo di occupazione, grande o piccola, merita rispetto. Insieme, affermiamo che la fatica quotidiana è la base per quella necessaria indipendenza che ci consente di vivere meglio. Quindi, il Primo Maggio non è solo una celebrazione; è il momento di riflessione e di impegno collettivo perché in un mondo in continua evoluzione, ci troviamo di fronte a nuove sfide. Le tecnologie avanzano in modo rapido e, spesso, sentiamo la paura di non essere all’altezza, di non saperci adattare. Vorrei dirvi con fermezza: «Non abbiate paura delle nuove tecnologie!». Sono lo strumento potente che, se usato correttamente, può aiutarci a migliorare il nostro lavoro e a favorire la creatività. Possiamo utilizzare la tecnologia per creare opportunità, non solo per noi stessi, ma anche per le generazioni future perché sono loro il nostro tesoro da proteggere. La chiave per affrontare le nuove sfide è la formazione continua. Viviamo in un’epoca in cui l’apprendimento non deve mai fermarsi. Chi è disposto a formarsi, a imparare, ad adattarsi, a cercare nuove conoscenze, si apre a un mondo di possibilità. La conoscenza è libertà! La conoscenza è ciò che ci consente di esprimerci, di prendere decisioni informate e di vivere senza timori. In questa giornata di celebrazione, voglio anche ricordare l’importanza della solidarietà. Ognuno di noi ha un ruolo fondamentale da giocare. Dobbiamo lavorare insieme per garantire che ogni voce sia ascoltata e che, indipendentemente dal settore in cui ci troviamo, siamo sempre uniti per un lavoro dignitoso. In questa Festa del Lavoro, desidero anche rivolgermi a coloro che stanno affrontando la difficoltà di non averne uno. Voglio che sappiate che non siete soli. Ogni giorno, ci impegniamo a creare opportunità e a sostenere chi cerca un impiego. La vostra determinazione è fonte di ispirazione per noi. Crediamo fermamente che il futuro riserverà nuove possibilità e che, insieme, potremo costruire una comunità ancora più forte. Non perdete mai la speranza: ogni passo fatto oggi vi avvicina a un domani migliore. Siamo qui per supportarvi. Infine, utilizzando le parole del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, voglio dire che è «Intollerabile l'indifferenza sui morti sul lavoro». Questo dramma non accenna a placarsi. L'Inail ha comunicato che nel 2024 le vittime del lavoro sono state 1.090, 49 in più rispetto al 2023. Lo scorso anno, tra l'altro, sarà ricordato per gli incidenti mortali plurimi, che hanno provocato 39 vittime. Oggi voglio ricordare la memoria di Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo. Nella notte fra il 30 e il 31 agosto 2023 erano impegnati in una serie di interventi lungo i binari della linea Torino-Milano quando vennero sorpresi dal passaggio di un treno diretto al deposito che viaggiava a circa 160 chilometri orari. Per questo motivo facciamo nostre le parole di Mattarella: 'Un lavoro che non può consegnare alla morte, ma sia indice di sviluppo, motore di progresso, sia strumento per realizzarsi come persona. Il lavoro non può separarsi mai dall'idea di persona, dall'irriducibile unicità e dignità di ogni donna e di ogni uomo'”.

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