Roberto Albeltaro: la sua carriera nella Pro Vercelli
Un numero dieci della prima metà degli anni Sessanta.
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Riproponiamo un articolo del nostro direttore Daniele Gandolfi, in collaborazione con G. Gallarati sulla carriera di Roberto Albeltaro nella Pro Vercelli.
Nella foto principale: Albeltaro va vicino alla rete contro il Piacenza (sullo sfondo un “Robbiano” di rara bellezza
Sotto: Albeltaro è ritratto in un palleggio funambolico in riscaldamento prepartita;
Ed infine: colpisce di testa al Lamarmora di Biella ma il portiere Ferrari gli nega il gol con una prodezza.
Grande tecnica individuale
Roberto Albeltaro, classe 1940: ala ambidestra dalla grande tecnica individuale, esordì in serie C nel 1959-60 nella sfida casalinga con il Legnano persa uno a zero. Vestiva il numero dieci. L'anno dopo, nell'ottimo campionato di terza serie 1960-61 gioca dieci gare mettendo a segno due gol, uno all'Entella (toh, chi si rivede) e uno al Varese in un rotondo tre a zero casalingo di fine torneo. In squadra con lui ci sono gli altri vercellesi Piero Ciocchetti e Giuan Pirovano, il portiere Lino Nobili, che sarà anche allenatore dei Leoni, e il raffinato Pippo Marchioro, milanese di nascita con un'infinita carriera da allenatore "visionario" (quando arrivò al Milan diede a sua maestà Gianni Rivera, "dieci" per antonomasia, la maglia numero sette, un'eresia che i tifosi non gli perdonarono). Poi la stagione della caduta in D, con 18 partite disputate e zero gol, chiusa con il disgraziato spareggio di Novara perso al cospetto del Saronno con un gol subito da trenta metri a cinque minuti dalla fine dallo sventurato Dejaco, preferito tra mille polemiche da mister Donna a Nobili.
L'addio al pallone nel 1964
Nell'estate del 1962 Albeltaro entra nelle mire della Ternana che è appena stata promossa in C nell'ambito di uno scambio con Gamba. In una stagione disgraziata, Albeltaro gioca solo cinque gare. Nel 1963-64 segna l'ultimo gol della carriera al Vigevano "bagnando" una delle rare vittorie della Pro Vercelli in quel torneo. Quindi, a fine stagione lascia. «Fui assunto alla Cassa di Risparmio di Vercelli e non avevo più i permessi per potermi allenare. Continuai comunque fino ai primi anni settanta a livello inferiore con il Livorno Ferraris» spiega.
Bancario modello
Allo sportello i vercellesi imparano a conoscere la sua gentilezza spontanea e un sorriso che conquista: un uomo di classe che coltiva di pari passo la passione per l'arte, in particolare per la pittura. Il prossimo anno festeggerà i primi cinquant'anni da artista. Tanti lo ricordano con la maglia bianca: velocità e piedi buoni gli valsero anche una chiamata nella nazionale juniores (con l'amico Ciocchetti) e un provino al Milan con Maraschi.