Veltroni a teatro emoziona i vercellesi
Un viaggio nella storia e nelle speranze del Paese

Walter Veltroni ha saputo emozionare con il suo spettacolo, la sera di San Valentino, 14 febbraio 2025, al Teatro Civico di Vercelli, con garbo, parole e musica ha raccontato un decennio, gli anni '60, un periodo di rinascita per il nostro paese, che si rialzava andando verso il cambiamento.
Il salotto degli anni Sessanta
La scenografia mostra l'interno di un salotto tipico di quegli anni, una poltrona un mobile sul quale era appoggiato un vecchio telefono a rotella, un mangia dischi, riviste e un televisore in bianco nero e una grossa lampada che illuminava tutto, alle spalle uno schermo dove passavano le immagini che hanno accompagnato Veltroni in questo suo viaggio. Dall'altro lato del palco il pianoforte e la musica dello straordinario Gabriele Rossi a fare da colonna sonora a questo racconto.
Quattro versioni di "Bella Ciao"
E' sulle note di Bella ciao, suonata in quattro differenti versioni, che rompe il ghiaccio scoprendo il suo talento, una versione jazz, una come l'avrebbe suonata Mozart, Chopin e Beethoven.
Da questo interno anni '60 che parte il suo racconto, con il ricordo di suo padre Vittorio, radiocronista Rai, di quella voce di cui non rammenta il suono, ma che ha sentito solo nelle vecchie registrazioni radiofoniche, perché mancato troppo presto, per averne memoria, di sua madre, che con la sua forte presenza ha saputo colmare quel vuoto, perché a Walter la parola orfano, proprio non gli è mai piaciuta.
Il decennio che cambiò tutto
Da qui si intrecciano le vicende di un decennio in accelerazione che cambia tutto, dalla politica al modo di vestirsi, capelli lunghi e gonne corte, dal rapporto tra genitori e figli, alla musica. Nei giovani di quegli anni è forte il senso di comunità e di appartenenza, non c'è posto per l'individualismo, i riflettori sono puntati su di loro, poi i fatti che hanno cambiato la storia, come la guerra in Vietnam, lo sbarco sulla luna, gli assassinii di John e Robert Kennedy e Martin Luther King, a Papa Giovanni XXIII. Un ricordo va anche al suo rapporto con Pasolini e l'influenza che ha avuto su di lui, poi ancora le ombre sulla morte di Luigi Tenco, infine il decennio si conclude con la strage di piazza Fontana nel dicembre del 1969. Sarà lo squillo di quel vecchio telefono e le note in sottofondo a riportarci al nuovo millennio.
«...avevo la sensazione di un'estate permanente, era come se ci fosse un vento che ti trascinava, come un Rinascimento che creava la condizione di sperimentare...».
Caterina Contato
Grande spettacolo , tenero , emozionante , colto , grazie
Sempre interessante da sentire.