Giornate del Fai: numerosi luoghi da visitare nel Vercellese
Appuntamento per sabato 25 e domenica 26 marzo
La Delegazione FAI di Vercelli propone per l’edizione 2023 delle Giornate di primavera che si svolgerà il 25 e il 26 marzo prossimi le seguenti aperture:
Ecco tutti i luoghi da visitare nel Vercellese
1) ARCA – Ex Chiesa di San Marco, piazzetta San Marco 1 Vercelli: mostra delle sculture di Giacomo Manzù. “La scultura è un raggio di luna”. L'ex chiesa di San Marco è un edificio gotico che sorge nel centro storico di Vercelli. Fu costruita a partire dal XIII secolo e officiata con l'annesso convento dagli Eremitani di sant'Agostino. Successivamente, alcune famiglie nobiliari (i Savoia, gli Avogadro e i Pettenati) sostennero le campagne decorative al suo interno, campagne che videro l'apporto di insigni famiglie di pittori quattrocenteschi e cinquecenteschi. Tra questi ultimi il famoso Gaudenzio Ferrari. All'interno della ex chiesa di San Marco, precisamente nella navata centrale, è stato costruito nel 2007 un contenitore in vetro e acciaio denominato ARCA con l'obiettivo di accogliere grandi mostre d'arte. Dal 10 marzo a 21 maggio 2023 ARCA accoglierà una trentina di sculture in marmo, ebano e bronzo realizzate da Giacomo Manzù (1908 – 1991), pseudonimo di Giacomo Manzoni, considerato uno dei maggiori scultori italiani. Titolo della mostra, "La scultura è un raggio di luna". Chi visiterà la mostra di Giacomo Manzù in ARCA, non potrà fare a meno di apprezzarne il maestoso "contenitore": la chiesa medioevale di San Marco le cui volte gotiche sono impreziosite da affreschi quattrocenteschi molti dei quali di recente restauro. Pregevole da ammirare anche la cappella Pettenati dedicata a San Nicola da Tolentino che insiste nella navata di sinistra. Sconsacrata nel 1800 è stata riaperta al pubblico nel 2022 dopo un puntiglioso restauro. Entrata riservata ai soli iscritti FAI che pagheranno 5,00 in biglietteria e 3,00 euro di contributo FAI per visita accompagnata. Per i non iscritti possibilità di iscrizione in loco. Prenotazione obbligatoria sul sito www.faiprenotazioni.it
Visite per gruppi max di 25 persone con partenza alle ore 11;12; 15; 16;17.
LUCEDIO (TRINO) SABATO 25 e DOMENICA 26 MARZO
2) Campanile abbaziale di Lucedio (Trino). Il campanile della chiesa di Santa Maria di Lucedio, alto 36 metri, è una delle poche strutture abbaziali originali dell'intero complesso edificato nel 1123 dai monaci cistercensi di La Ferté chiamati dal marchese Aleramo a bonificare l'area. Quest'anno il campanile sarà oggetto di un'apertura "teatralizzata" per ricordare proprio i 900 anni di fondazione. Le visite (tutte solo su prenotazione) si completeranno con quelle a Palazzo Paleologo, a Trino, (solo il pomeriggio del 26 marzo) dove sono conservati alcuni arredi della chie4sa abbaziale di Lucedio.
Restaurato tra il 2005 e il 2007 e aperto il 5 maggio 2007, il campanile di Lucedio (struttura originale risalente al XIII secolo) insiste con la sua pianta quadrata e torre ottogonale (scandita in quattro ordini con decorazioni in cotto, archetti e fregi dentellati) sulla chiesa abbaziale barocca ricostruita invece tra fine Seicento e inizio Settecento. Quest'ultima, oggi in fase di restauro, fu costruita sulla chiesa originale cistercense. Alla sommità del campanile, in origine, in ognuna delle quattro facciate più larghe, furono collocati quattro bacini architettonici. Coevo alla chiesa originaria cistercense, il campanile ha un'altezza di 36 metri. La sua originalità è sempre stata oggetto di grande interesse e di molti studi. La base, sottoposta a indagini archeologiche durante il suo restauro, ne conferma la costruzione medioevale con archetti, affreschi, schizzi. In occasione dei 900 anni di edificazione dell'intero complesso abbaziale, il campanile di proprietà della Provincia di Vercelli che ha in atto la convenzione con la Delegazione FAI di Vercelli per la sua apertura sarà location suggestiva per le visite teatralizzate curate dal gruppo TIART di Santhià. I giovani attori di TIART, in costume d'epoca, racconteranno la storia del campanile e dei Cistercensi che lo costruirono dando rilievo alle diverse figure storiche che si sono avvicendate nel complesso nel corso dei secoli: dai marchesi committenti, agli abati tra cui l'illustre Oglerio, ai monaci.
Entrata con prenotazione obbligatoria a: www. www.faiprenotazioni.it
Visite accompagnate con partenza alle ore 11, 12, 14:30, 15:30 il 25
(contributo minimo 5,00 euro).
Visite teatralizzate a cura della Compagnia TiArt alle ore 11, 12, 14:30, 15:30 il 26
(contributo minimo 8,00 euro).
Possibilità di iscrizione in loco al FAI.
PALAZZO PASTORIS- SALUGGIA SOLO DOMENICA 26 MARZO MATTINO E POMERIGGIO
3) Palazzo Pastoris, Saluggia - Il paese di Saluggia potrebbe avere origini romane. Tuttavia i documenti più affidabili in cui si documenta per la prima volta la "corte di Saluggia" sono quelli di Ottone II risalenti al 999 d.C. Situato a ridosso dell'argine scavato dalla Dora Baltea, il piccolo borgo vede nella coltivazione del fagiolo l'attività agricola prevalente. Nel 1440 il feudo di Saluggia venne assegnato dal marchese di Monferrato alla famiglia Mazzetti. Dal 1631 con il Trattato di Cherasco passò nel territorio dei Savoia. L'attestazione più antica sul castello dei conti Pastoris risale al 24 settembre 1673. Vi fa riferimento Giacomo della Mula, storico saluggese, che tratta del corpo di fabbrica del castello in occasione della visita di Vittorio Amedeo II. Informazioni queste ultime desunte da una relazione degli ordinati comunali che, mal interpretata dal della Mula, identificò erroneamente il Palazzo Comunale con il castello dei conti Mazzetti. Ad oggi il castello dei conti Pastoris è usato per attività amministrative. L'edificio è databile nella seconda metà del Seicento, sotto richiesta di Guglielmo Pastoris, colonnello delle truppe ducali. Trattasi di una dimora signorile attorniata da un fossato adibito a giardino e collegato al cortile da un ponte. L'edificio è costituito da un unico corpo le cui facciate decorate da pannelli pittorici presentano teorie di finestre simmetriche. Col tempo tuttavia gli elementi decorativi si sono deteriorati. L'interno del Palazzo costituito da un atrio con copertura di volte a vela sorrette da colonne in granito; sulle pareti interne sono visibili le lapidi dei Caduti saluggesi. Degna di nota anche la cappella di famiglia. Un ampio scalone conduce al piano nobile dove si possono ammirare i busti di Luigi Carlo Farini e Giovanni Faldella e una lapide dello scrittore Giacomo della Mula. I camini in ghisa raffigurano lo stemma dei conti Pastoris – Monetti. Nella prigione, ricavata da un locale del castello, vennero rinchiusi i partigiani nel 1945. Entrata con visita accompagnata dietro contributo minimo di 3,00 euro al banco FAI.Visite con partenza alle ore 10;11;12 e 14:30; 15:30. Possibilità di iscrizione in loco al FAI.
PALAZZO PALEOLOGO-TRINO SOLO DOMENICA 26 MARZO POMERIGGIO
4) Palazzo Paleologo, Trino - Il borgo nuovo di Trino è già menzionato dal 1101. I secoli XII e XIII, per l'invidiabile posizione geografica e la fiorente economia, vedono il borgo continuamente al centro di accese contese tra i signori del Monferrato e il Comune di Vercelli. Palazzo Paleologo è in quei secoli già documentato come residenza degli Aleramo, (i committenti della costruzione dell'abbazia di Lucedio ai Cistercensi di La Ferté). Guglielmo il Vecchio vi dimorerà sempre. Passò quindi ai Paleologo e ai Gonzaga. Palazzo Paleologo, conosciuto a Trino anche come "Castello" si riferisce alla fase "paleologa" della dominazione dei Marchesi del Monferrato sull'area vercellese e casalese. Rimasti senza eredi gli Aleramo, nel 1306, il Marchesato del Monferrato passò a Teodoro I, secondogenito di Jolanda Aleramo e Andronico II Paleologo. Il Palazzo mostra una corte rettangolare porticata, addossata alle mura di cinta. L'ala settentrionale fu demolita nel 1959. Nel corso dei secoli i suoi saloni, un tempo ricchi di decorazioni pittoriche, sono stati adibiti a magazzini, botteghe, scuderie e guarnigioni militari. Il restauro del 2006 ha restituito al palazzo l'immagine attuale. Nel 2015 la mostra "Lucedio arte e cultura, gli arredi ritrovati" ha esposto al Paleologo alcuni arredi originali della chiesa abbaziale di Lucedio. Il Palazzo fu costruito nel XII secolo dagli Aleramo ed insiste nel territorio un tempo del Marchesato del Monferrato che comprendeva anche il territorio casalese.
Ore 15 -17: visite accompagnate al Palazzo
La sola visita accompagnata al Palazzo non necessita di prenotazione.
Ore 17: Dopo i turni di visita (15-17), alle ore 17 nella manica del castello sarà presentato il volume "Devozione In Risaia", edito da Donne & Riso per la cura della delegazione FAI di Vercelli.
Ore 18: A seguire, la Delegazione FAI di Vercelli in collaborazione con la Delegazione FAI di Casale Monferrato (che aprirà il Museo Irico che si affaccia su piazza Garibaldi, di fronte a Palazzo Paleologo), organizzerà un aperitivo a cura dell'Alberghiero "Ronco" di Trino guidati dal docente Alessandro Pegoraro su prenotazione obbligatoria e contributo in loco di 10,00 euro.
Prenotazione entro il 20 marzo a:
vercelli@delegazionefai.fondoambiente.it
casalemonferrato@delegazionefai.fondoambiente.it