La “sicilianità”di Teresa Mannino conquista il pubblico vercellese, il Teatro Civico si è presentato esaurito come era già accaduto per Neri Marcorè.
Lo spettacolo era il primo del “segmento” brillante, proposto da Il Contato del Canavese.
Riprendiamo da dove ci siamo lasciati, l’attrice e conduttrice, inizia il suo spettacolo con una data, il 20 febbraio 2020, cioè quando, volendo o no, le nostre abitudini sono cambiate, a causa della pandemia; da lì parte il suo monologo tra risate e riflessioni: “durante il nostro incontro potrete danzare con me, guardare in silenzio, fare domande o dare risposte. Potrete anche chiudere gli occhi, ascoltare le mie parole come fossero una ninna nanna e addormentarvi, l’importante è non smettere di sognare e tenere gli occhi ben aperti una volta fuori dal teatro”.






Come eravamo e come siamo
Ritornando con la memoria ai ricordi di infanzia, le gite con la scuola, la differenza di come eravamo a come siamo diventati, le nostre paure quelle che ci frenano, quelle che non ci impediscono di “fare il salto”. Alla stima per le formiche, che a differenza dell’uomo, continuano a coltivare, senza mai distruggere nulla….
“Il filo conduttore sarà il desiderio, stupore vitale che accende sogni, infuoca cuori e libera movimento”.
Novanta minuti nei quali la Mannino è riuscita con la sua graffiante ironia e l’ottima capacità di improvvisazione spontanea, coinvolgere il pubblico presente, concludendo: “se non è passato non è il momento di passare oltre”, così saluta gli spettatori.
Caterina Contato