Sette luoghi cult del Festival di Sanremo e cosa trovarci
Alcune "spigolature" e curiosità sull'atmosfera e le iniziative festivaliere
Archiviata con il solito boom di ascolti ed un imbarazzante “Ballo del Qua Qua” a tre (Amadeus, Fiorello e John Travolta) la seconda serata del Festival, nel mio diario quotidiano non potevano mancare i luoghi cult di questa frenetica settimana sanremese.
Sono sette, un po’ perché è il mio numero fortunato ma anche per riconoscere un giusto tributo alle meraviglie del mondo antico, che le reminiscenze scolastiche mi hanno fatto dimenticare nella sostanza… ma non nella cifra!
Ecco, in ordine sparso e parafrasando l’indimenticabile commentatore televisivo Rino Tommasi, il mio personalissimo cartellino!
1) PIZZA GEOLIER
Precedenza assoluta per l’artista più votato della serata, il rapper napoletano Geolier.
A due passi da piazzetta Bresca, quello che durante tutto l’anno è il locale “Al Sessantuno”, è diventato, trasformandosi completamente per la settimana del Festival grazie ad una geniale operazione di marketing, “Pizza Geolier” con tanto di insegna, menu personalizzati e festoni ai balconi alla maniera partenopea, a far da caratteristica e suggestiva cornice lungo tutta la stretta viuzza d’accesso.
Atmosfera degna dei Quartieri Spagnoli, con uno stile che ricalca un po’ quello della Trattoria da Nennella a Napoli.
Della serie… vieni avanti creativo!
2) CASA GHALI
Il primo fu l’anno scorso Marco Mengoni, che si inventò il Lido Mengoni affittando un intero stabilimento balneare a uso e consumo di amici, fans ed addetti ai lavori.
Quest’anno è il turno del trapper milanese Ghali che, grazie alla partnership con Ikea in qualità di fornitura di tutti gli arredi, trasforma un piccolo negozio di via Palazzo, alle spalle dell’Ariston, in Casa Ghali, una temporary home progettata a immagine e somiglianza del suo carattere e delle sue passioni, per accogliere amici ed ospiti nella settimana della kermesse.
Very very cool.
3) EDICOLA DARGEN
In piazza Muccioli, contigua a piazza Eroi Sanremesi, l’Edicola Dargen, un chiosco interamente personalizzato presso il quale, ogni mattina, viene distribuita la fanzine quotidiana di otto pagine realizzata dallo staff del cantautore milanese, accompagnata da un fiore.
Tematiche ambientali fuori dal coro e un fumetto a puntate al suo interno la rendono curioso oggetto di culto.
In questo secondo solo al Mini Dargen realizzato dalla Lego, nascosto ogni giorno in un angolo di Sanremo e da scovare in base agli indizi pubblicati nelle stories del suo profilo Instagram.
Collezionisticamente parlando… geniale ed appetitosa rarità!
4) MURALES DEL FESTIVAL
Da qualche anno un appuntamento fisso per selfie e riprese televisive è il murales realizzato ex novo per ogni edizione del Festival in piazza Borea D’Olmo dal “social urban street art producer” (la definizione autoreferenziale e’ la sua, sigh) J.Sale, aggiornato con le immagini di presentatori ed artisti in gara.
Non un capolavoro per carità… ma non immaginate di fotografarlo tranquillamente senza mettere in preventivo un po’ di coda…
Post moderno.
5) CASA COCA COLA
Novità di quest’anno la presenza del colosso di Atlanta, con una location di design interamente dedicata ed una truppa di volenterosi ragazzi a distribuire per la città, a piedi ed in bicicletta, lattine, adesivi e gadgets.
Ma l’analcolico moro (cit. Elio e le Storie Tese) ha poi bisogno di tutta questa pubblicità?
Curioso e dissetante.
6) HOTEL DE PARIS
Nella storia del Festival e’ famoso perché qui si suicidò, il 27 gennaio 1967, Luigi Tenco.
Nella storia della settantaquattresima edizione e’ invece l'hotel con il maggior assembramento esterno di fans, essendo quartier generale di Emma, un’artista che ama concedersi al proprio pubblico e che non delude mai le aspettative di chi pazientemente staziona in sua attesa.
Ieri flash mob con bacio. E musica a tutto volume con frequenti apparizioni della cantante pugliese. Che gira per la città a bordo di una vecchia e meravigliosa Cinquecento targata Caltanissetta.
Disponibile ed educatamente folle!
7) ARISTONELLO
Lo so, e’ il mio tormentone.
Ne ho già abbondantemente parlato per cui non spreco una riga in più.
Ma resta la cosa più follemente geniale di questa edizione del Festival.
Lunga vita all’Aristonello!