Straordinario concerto

Angelo Branduardi incanta i vercellesi, in 700 lo acclamano

Il pubblico ha accompagnato Branduardi nel penultimo brano "Alla Fiera dell'Est". Straordinario anche Fabio Valdemarin

Angelo Branduardi incanta i vercellesi, in 700 lo acclamano
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Settecento persone, e ne sarebbero venute forse il doppio, hanno accolto Angelo Branduardi con grande calore per il concerto collegato in S. Andrea. Alla fine tantissimi hanno cantato i passaggi della canzone “Alla Fiera dell’Est”, che è certamente la più nota del cantautore che con questo tour attuale celebra il mezzo secolo di attività.

A gran voce, Sindaco compreso, dopo l’ultimo brano “La pulce d’acqua” è stata richiesta “Cogli la prima mela”. Ma il “menestrello” ha sorriso e, salutando con la mano il pubblico, se n’è andato. Così si è chiusa un’ora e mezza di emozioni per i fan del cantautore, che evidentemente si sono dati appuntamento in basilica.

Il concerto

Branduardi Valdemarin
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Cosa dire? Intanto annotiamo subito il ruolo magistrale e fondamentale di Fabio Valdemarin. Un polistrumentista che passa senza sforzo, e con una sensibilità interpretativa unica, dal pianoforte alla fisarmonica, alla chitarra e altri strumenti. Non è affatto una “spalla” e difatti Branduardi l’ha onorato come si conviene.
Ci si aspettava forse un concerto più “medievale”, ma il maestro ha costruito una scaletta, avviata dalla sua rielaborazione del “Cantico delle creature” di San Francesco, che ha presentato aspetti diversi della sua carriera, anche brani molto più moderni come “Primo aprile 1965”, composta perché si era commosso nel leggere l’ultima lettera al padre del guerrigliero Che Guevara.

Tutti ad un grandissimo livello, emozionanti anche altri successi del "menestrello" come "Sotto al tiglio", canzone d'amore come è "La rosa di Galilea", ispirata a un episodio narrato nel Vangelo apocrifo dello Pseudo-Matteo, in cui i "fidanzati" sono Giuseppe e Maria... E ancora "Il dono del Cervo", "Confessioni di un malandrino", da una poesia del 1920 del poeta russo Sergej Esenin, oppure "Geordie" tratta da una ballata britannica del XVI secolo.

Un mondo senza tempo tra fiaba e realtà

Il mondo di Angelo non è nostalgia di qualcosa, ma una summa di influenze culturali, ha letto, ad esempio, la poesia di W, B, Yeats “Il violinista di Dooney”, da cui trasse una celebre canzone. Il Medioevo è sempre nei suoni, ma più come una “porta” per accedere ad un luogo senza tempo, che è sia fiabesco che connesso alla realtà.

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