Il personaggio

Giovanni Tagliabò: mezzo secolo di gare sulle piste di moto cross

All’età di 65 anni corro ancora nelle gare over 58 e non ho nessuna intenzione di fermarmi... »

Giovanni Tagliabò: mezzo secolo di gare sulle piste di moto cross
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Cinquant'anni dedicati al motocross: una passione unica che accompagna Giovanni Tagliabò da quando aveva quattordici anni.
Lo sportivo oggi di anni ne ha 65, vive a San Giacomo Vercellese e quest'anno celebra un traguardo importante: da mezzo secolo infatti sale in sella alla sua moto e partecipa a campionati italiani e regionali conquistando anche tanti traguardi.
Di professione mediatore di riso, nel tempo libero si allena e corre nelle piste da cross ma. Lo scorso dicembre ha anche ricevuto il secondo premio al campionato regionale master di motocross. E questo è solo uno dei tanti riconoscimenti raggiunti in carriera.

In pista a 14 anni

«La prima volta che mi sono avvicinato a questo mondo - racconta - avevo solo 6 anni ed era nel 1965. Mia mamma mi portò a vedere una gara sulla pista di Masserano. Poi, a 14 anni, mio papà mi regalò un motorino e da lì è iniziata un’avventura lunga mezzo secolo. E un pensiero lo desidero rivolgere anche a mio zio: pure lui correva in pista e soprattutto era il mio meccanico di fiducia. Mi seguiva sempre e mi dava un grande supporto».
Tante le competizioni a cui ha preso parte Giovanni e molteplici i traguardi raggiunti. «All'inizio gareggiavo in tutte le categorie dalla cilindrata 50 a quella 500, disputando circa una trentina di gare all'anno. Negli ultimi tempi prendo di solito parte ad una decina di competizioni a stagione. In totale penso di aver fatto circa mille gare finora».

Tanti ricordi

«Mi è rimasta impressa nella mente la gara legata al campionato italiano nel 1980. Si disputò a Pinerolo e arrivai sesto. Fu una grande emozione. Non posso inoltre dimenticare poi quando, nel 1979, da poco in servizio al militare chiesi licenza per partecipare ad un appuntamento sportivo ad Armeno. Ci tenevo proprio tanto e alla fine riuscii a presentarmi con un grande risultato. Quando tornai in caserma mi organizzarono una festa per celebrare la mia vittoria. Infine non posso non citare le emozioni vissute nel 1984, quando, dopo un brutto infortunio proprio sulla moto, ricominciai a correre. In quella occasione vinsi il campionato Biella Vercelli della 250».

Cos'è cambiato nel moto cross

Tagliabò ha vissuto in prima persona i tanti cambiamenti avvenuti anche nel suo sport.
«Il mondo motociclistico è mutato moltissimo. Oggi per riuscire a coltivare questo sport ad un certo livello occorre sostenere spese consistenti. E' cambiato anche il mezzo. Inizialmente le moto erano a due tempi. Nel 1998 ho iniziato a girare con la prima moto a quattro tempi e da lì c'è stata una grande evoluzione. Senza contare i tracciati. Oggi ci si ispira alle piste americane, che hanno una conformazione diversa rispetto a quella che eravamo abituati in passato».
Il motocrossista vercellese viaggia anche oltre confine per assistere a gare e vivere il mondo agonistico.
«Seguo come spettatore gare che si disputano all'estero e diciamo così: frequento il mondo del motocross mondiale».

Allenamento e sacrificio

Tagliabò spiega anche che “ingredienti” servono per stare così tanto “in pista” nel motocross.
«Ho corso in tutte le condizioni: dalla pioggia alla neve. Ci vuole tanto allenamento e sacrificio. Ricordo che da giovane, ad esempio, non uscivo mai quando il giorno successivo sapevo di correre. E c'è un ulteriore aspetto: la capacità di non avere paura e di riprendersi sempre. Se ti fai prendere dal timore di non riuscire a superare un tratto della pista, non riesci a proseguire. Insomma, è anche una bella metafora di vita...».
Sulla terra battuta, nel fango, lungo un tratto lineare o tra le curve, ciò che fa la differenza è il coraggio e la resistenza: «Devo dire che in questi anni i percorsi che ho sempre preferito sono quelli con salti naturali e non realizzati dall'uomo. Prediligo per esempio: Maggiora, Casale e Malpensa. L'adrenalina che provavo da giovane e quella che provo oggi alla partenza è la stessa. Il tutto accompagnato dall'acceleratore e dalla voglia di dare gas per correre e mettersi in gioco».

Cadere e rialzarsi subito

Nel corso della sua esperienza Tagliabò ha anche dovuto fare i conti con qualche caduta.
«In questo sport bisogna mettere in conto che può succedere. Anche a me è capitato di farmi male ma devo dire che non mi sono mai demoralizzato, non ho mai pensato di abbandonare. E' proprio una cosa che mi piace fare e non voglio a nessun costo lasciare».
Infatti lo sportivo è tuttora impegnato agonisticamente. «Gareggio nella categoria master over 58: inizialmente ero legato al Motoclub Biella, ora invece sono nel Motoclub Granozzo. A marzo, ad Orbassano, avrò la prima gara del campionato regionale. Il 6 e 7 aprile invece corriamo a Maggiora».

La solidarietà fra motociclisti

In carriera Tagliabò ha avuto modo di stringere rapporti di amicizia con altri atleti.
«Il nostro è uno sport genuino. Durante la mia esperienza ho incontrato tante persone con cui ho condiviso belle esperienze».
A fare il tifo per il vercellese è la sua famiglia: «Se sono riuscito a portare avanti questa passione che dura 50 anni è anche grazie a mia moglie che mi ha sempre supportato. E ringrazio comunque anche i miei figli sempre vicini».
E la sua passione ha anche un seguito... «La sto trasmettendo anche a mio nipote: ha appena iniziato».

Carlotta Tonco

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