Un filo rosso contro l'Aids, installazione del Liceo Alciati
Un team di docenti coordinati da Diego Pasqualin ha guidato i ragazzi della 5 Arti Fiugurative. Liceo protagonista anche a Varese.
Nelle foto la cartolina del progetto e una delle scale trasformate in installazione.
Il Liceo Artistico Alciati di Vercelli e Trino ha realizzato una significativa installazione per celebrare la Giornata Mondiale contro l'Aids che cade domani, giovedì 1° dicembre. Un filo rosso è stato avvolto sulle ringhiere interne delle scale della sede vercellese dell'Istituto, un'installazione semplice ed allo stesso tempo d'impatto.
Protagonisti anche a Varese
Il Liceo vercellese sarà anche fra i protagonisti a IL SALOTTO di Vito Lionetti. Un locale di Varese che domani sera ospiterà un evento realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale CUORIinVERSI che coinvolgerà artisti, musica e un Reading letterario. L'Alciati è presente con un’opera realizzata nel 2017 dalla classe quinta di allora, sempre per la setta occasione, che verrà esposta .
Impegno civile e sociale del Liceo
La Giornata Mondiale contro l’AIDS è dedicata ad accrescere la coscienza dell’epidemia di AIDS dovuta alla diffusione del virus HIV.
La classe 5° Arti Figurative del Liceo Artistico Ambrogio Alciati Vercelli-Trino ha voluto contribuire a non dimenticare questa malattia, oggi "declassata" nei media dall'avvento del Covid, ma sempre presente, specialmente nei Paesi più poveri.
Il contributo artistico è il progetto “A, B, C, D, E nessuno escluso”.
Il messaggio dell'installazione
"Il messaggio che si cela dietro quest’installazione - scrivono dalla scuola - è l’insieme dei nostri lavori individuali da cui abbiamo estrapolato i concetti cardine, quindi giungendo alla proposta di intervenire sulle ringhiere interne delle scale dell’Istituto Lagrangia nella sede di Corso Italia della città di Vercelli affinchè tutti gli studenti abbiano la possibilità meditare e prendere coscienza di questa realtà. Su di esse si trova un’imponente massa di lana rossa e di oggetti di varia natura di uso quotidiano che, solo apparentemente, non hanno una relazione con l’HIV, ma che coinvolgono indistintamente le giornate di un sieronegativo e di un sieropositivo.
Sulle ringhiere si trovano, insieme a questi oggetti, delle fotografie stampate in “positivo” di alcuni personaggi deceduti in seguito alle conseguenze di questa malattia e in “negativo” i nostri volti.
Il filo rosso crea un arabesco di linee, una trama tessuta di vita e quotidianità, esso lega quello che è il frutto delle nostre idee e al contempo unisce gli individui. Fili che sono vene, fili che sono amore, fili che sono dolore. Fili che sono attese, fili che nascondono sguardi abbassati, parole non dette e spesso, ancora tanta solitudine.
Oggetti che sono cose, oggetti che sono storie, oggetti che sono necessari anche se, purtroppo, non colmano vuoti che sperano di essere riempiti. Volti che sono anime, volti che sono vissuto, volti che sono speranze e sguardi attenti sul mondo che riconosce l’importanza delle nuove generazioni, ma che troppo spesso non ha il coraggio di concedergli lo spazio necessario per potersi sperimentare e, di conseguenza, affermare".
Coordinamento e ringraziamenti
Il progetto è stato coordinato dal professore Diego Pasqualin in collaborazione con le docenti Daniela Fontanesi, Caterina Del Nero e Laura Gianotti.
"Si ringrazia il Dirigente scolastico Giuseppe Graziano - sottolineano i docenti - per la possibilità data di affrontare e proporre questa tematica a livello didattico-artistico".
Hiv: la prevenzione è tutto
Nel testo del progetto sono anche ricordati alcune notizie utili per la prevenzione della malattia.
"L’HIV, ovvero, virus da immunodeficienza, colpisce tutte le persone, senza distinzione di genere e di orientamente sessuale, si può prevenire tramite le giuste precauzioni, come l'utilizzo del preservativo o la somministrazione della PrEP, profilassi pre-esposizione che consiste nel prendere farmaci antiretrovirali da parte di persone sieronegative; è importante ricordare, però che, quest’ultima prevenzione non protegge da altre malattie sessualmente trasmissibili.
Qualora si dovesse contrarre il virus si può convivere con esso prestandosi alle giuste cure, attualmente si parla U=U: Undetectable = Untrasmittable, in italiano: Non rilevabile = Non trasmissibile in quanto un sieropositivo con carica virale azzerata da almeno sei mesi non risulta infettivo.
L’incidenza di AIDS è in costante diminuzione tuttavia non dobbiamo lasciare che questi dati ci illudano che la malattia sia lontana da noi e non ci riguardi".