Giorno del ricordo visto da una studentessa
Vanessa Costanza della classe VB Servizi socio-sanitari Istituto Lanino: "abbiamo avuto l’opportunità di addentrarci in un momento atroce della Storia".
Nella foto gli studenti dell'Istituto Lanino in visita alla mostra sul dramma delle foibe.
Il "Giorno del ricordo" anche quest'anno non è stato esente da polemiche, è una ricorrenza che stenta ad entrare come un momento condiviso. Per fortuna i giovani non hanno preconcetti e si avvicinano con più rispetto a questa giornata. Gli studenti delle classi V A e V B del corso Servizi socio-sanitari dell’Istituto professionale “Lanino” hanno visitato la mostra al Salone Dugentesco, curato dal Centro Studi Piemontestoria per rinnovare il ricordo della tragedia che si consumò tra il 1943 e il 1945.
"Grazie a una visita guidata - racconta Vanessa Costanza della classe VB - abbiamo avuto l’opportunità di addentrarci in un momento atroce della Storia contemporanea. La nostra guida ha fatto un excursus sulla storia della ex Jugoslavia fino alla Guerra fredda.
Abbiamo visto carte geografiche, oggetti, libri, fotografie di capi di Stato, divise militari…
Gli eccidi di italiani
Gli eccidi perpetrati dall’esercito popolare di liberazione della Jugoslavia del maresciallo Tito, ai danni di militari e civili, in larga prevalenza Italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, allora appartenenti al Regno d’Italia, poi annessi dalla Jugoslavia, si sono consumati durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra.
Il massacro delle foibe, cave naturali carsiche divenute fosse comuni, è stato tra i momenti più crudeli della storia del Novecento, il secolo definito del “male assoluto”.Nelle foibe venivano gettati i corpi delle migliaia di vittime di coloro che non la pensavano politicamente come il comunista Tito e i Titini.
Abbiamo visto le fotografie della foiba di Basovizza che ha suscitato in noi angoscia e tristezza.
La nostra guida ci ha detto che questa foiba è l’unica visitabile.Nelle foibe avvenivano stragi sistematiche attuate con violenza come strumento politico. Veniva colpita soprattutto l’Intellighenzia: professori, militari, poeti, prefetti, sindaci, ingegneri…
Perché?
Per togliere punti di riferimento al popolo , per creare smarrimento.
La diaspora
A seguire ci fu l’emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana. Furono 350000 gli Italiani che scapparono.
La guida ci ha parlato dell’esodo per esempio da Pola. Si scappava con una valigia e con la propria pelle.
Una cosa che ci ha colpito è che da questi esodi non era più possibile far ritorno nella ex Jugoslavia.
Finalmente, dopo anni di silenzio, oggi si dà voce a una tragedia rimasta nascosta.
Ricordare perché non accada più
E’ giusto ricordare : ricordare significa sensibilizzare per far sì che ciò non accada più e per rendere onore alle tante vittime di una cieca dittatura.
Un’opportunità questa mostra per noi studenti che ringraziamo la scuola, il Centro Studi Piemontestoria per averci dato la possibilità di approfondire una pagina della Storia che per troppo tempo è stata tenuta segreta, infoibata”.
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