Vercelli, per il "Caso Expo" tutti rinviati a giudizio

Si tratta di Alberto Perfumo e Gian Luca Zanoni di SiAmo Vercelli, la dirigente Liliana Patriarca e Francesco Brugnetta.

Vercelli, per il "Caso Expo" tutti rinviati a giudizio
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Si tratta di Alberto Perfumo e Gian Luca Zanoni di SiAmo Vercelli, la dirigente Liliana Patriarca e Francesco Brugnetta.

Caso Expo: tutti rinviati a giudizio. E' questo il primo atto della vicenda relativa alla nomina del coordinatore vercellese delle manifestazioni legate all'esposizione mondiale di Milano. Una vicenda che interessò la magistratura e che portò agli avvisi di garanzia per Alberto Perfumo, allora vicesindaco, Gian Luca Zanoni, capogruppo di SiAmo Vercelli in consiglio comunale, Liliana Patriarca, dirigente del Settore Sviluppo, e Francesco Brugnetta, vincitore designato, secondo l'accusa, del concorso che avrebbe avuto una durata di 6 mesi e una remunerazione di circa 19mila euro. Tutti oggi sono stati rinviati a giudizio, per cui a processo. Perfumo e Zanoni hanno inoltrato un comunicato stampa che riportiamo testualmente: “La scorsa estate la Procura di Vercelli ha aperto un fascicolo sulla questione della nomina del coordinatore artistico del progetto Vercelli Expo - un progetto a cui avevamo lavorato con impegno e determinazione, insieme a tanti volontari.E oggi, terminate le indagini, il giudice ha disposto il rinvio a giudizio.Era qualcosa che ci aspettavamo. Il nostro avvocato, fiducioso come noi di poter provare la nostra totale estraneità, ci aveva avvertiti: scartato il rito abbreviato,il rinvio è giudizio sarà cosa pressoché certa e nella sede naturale del dibattimento svilupperemo tutte le nostre difese e giustizia sarà fatta.E’ vero, anche atteso, il rinvio a giudizio lascia il segno. Un misto di rabbia e amarezza, contrapposto però a tanta e intatta serenità. Siamo arrabbiati perché ci sentiamo e siamo totalmente estranei alle accuse che ci sono rivolte. Non ci stancheremo di sostenere che abbiamo sempre agito nella legalità e per il bene comune.Non ci siamo intromessi nella scelta del candidato e non abbiamo favorito nessuno.Tra l’altro, quella nomina poteva essere fatta direttamente, come la legge prevede per incarichi inferiori a 20 mila euro. Siamo amareggiati perché, usando questo argomento, si riproverà da parte di qualcuno a danneggiare il movimento civico di cui siamo parte, Siamo Vercelli, con cui stiamo conducendo una dura battaglia per il rinnovamento della politica, per la rivoluzione buona di cui ci facciamo quotidianamente promotori.Rabbia e amarezza, si diceva, non si possono negare. Ma quel che sentiamo dentro di noi, ora più che mai, è la nostra intatta serenità. Nessuno scalfirà la convinzione nostra - e di chi ci è vicino - di aver agito nel pieno rispetto della legalità. E niente e nessuno ci toglierà la fiducia che, alla fine del dibattimento, saremo prosciolti e verrà fatta giustizia, del vero, con la verità. Barra dritta, quindi, pazienza e tanta determinazione”.

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