Vaccinazioni: "in Piemonte si deve fare di più e meglio"
I Cinque Stelle e una analisi del Centro Studi Impresa e Lavoro evidenziano le criticità.
Anche se va premesso che obiettivamente il Piemonte, almeno finora, non ha potuto intervenire autonomamente nel reperire i vaccini, in queste ore ci sono state voci fortemente critiche sulla gestione fino a oggi della campagna vaccinale.
A porre questioni rilevanti sono i Cinque Stelle, secondo cui i piani sono completamente saltati, e il Centro Studi Impresa Lavoro che fa rilevare come la lentezza con cui si sta procedendo a vaccinare le fasce più anziane della popolazione ha inevitabilmente un costo in vite umane per ogni giorno di ritardo nella loro messa in sicurezza.
Il Gruppo dei Cinque Stelle in Consiglio Regionale attacca decisamente Cirio e la sua Giunta.
"Piano vaccinale allo sbando". - Esordisce la nota. "Dagli assembramenti in via Gorizia a Torino, con l'intervento delle forze dell'ordine per calmare la situazione, alle lunghissime code a cui devono sottoporsi gli insegnanti, fino ai disagi riscontrati tra il personale delle forze dell'ordine che viene addirittura spostato da una provincia all'altra. Si aggiungono i previsti tagli, annunciati dalle aziende, ai rifornimenti di vaccini. Insomma, su fronte vaccinale il Piemonte è partito nel peggiore dei modi".
"L'assessore Icardi informi il Consiglio"
"Chiediamo un'informativa all'assessore Icardi sull'intero piano vaccinale in questa fase. A cosa si devono questi disguidi? Come si intende intervenire? Vogliamo una parola chiara da parte della Giunta regionale.
Come se non bastasse stanno risalendo vertiginosamente i contagi e la zona arancione, per il Piemonte, è ormai dietro l'angolo con nuove restrizioni per interi settori.
Pensiamo che il Presidente Cirio, anziché spararne una nuova al giorno, dovrebbe occuparsi in prima persona del Piano Vaccinale. Un Progetto che sta sfuggendo di mano, mentre lui pensa a rischiosi progetti per acquistare vaccini sul mercato internazionale per il settore privato. Il primo compito della Regione deve essere quello di distribuire, bene, il vaccino con criteri pubblicistici. Un obiettivo, al momento fallito da Cirio e Lega che guidano il Piemonte".
Lo studio del Centro di Massino Blasoni
"Tenuto conto che l’età media dei decessi per Covid-19 è di 81 anni, la ricerca del Centro Studi ImpresaLavoro di Massimo Blasoni sottolinea come in data odierna (giovedì 25 febbraio 2021) le somministrazioni delle dosi di vaccino nella coorte 80-90 e più anni siano state in Piemonte appena 52.003 su 326.916 (pari al 16% del totale) mentre quelle nella fascia d’età 20-39, dove il tasso nazionale di mortalità è quasi nullo (0,1%), siano state 77.422 (pari al 24% del totale). I dati elaborati dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità attestano inoltre come siano finora soltanto 17.552 i vaccinati piemontesi nella fascia 70-79 anni (pari al 5% del totale)". Ndr.: Occorre però evidenziare che al momento la campagna over 80 è appena cominciata e dunque i numeri non possono essere elevati per forza di cose.
"In Italia scelte priorità diverse rispetto ad altri Paesi"
"È vero che buona parte delle somministrazioni a persone relativamente giovani sono state fatte a personale sanitario e anche agli amministrativi del comparto, tuttavia il dato colpisce. In Germania, ad esempio, si è preferito anteporre gli anziani in grave rischio di salute agli amministrativi di ospedali e ospizi che non fossero direttamente a contatto con i degenti".
"Il personale medico va ovviamente tutelato» sottolinea l’imprenditore Massimo Blasoni. «Una rimodulazione anche solo parzialmente diversa delle priorità potrebbe tuttavia ridurre i decessi: in buona sostanza il numero dei morti sarebbe oggettivamente più basso se si concentrassero le vaccinazioni nelle fasce d’età che attualmente registrano il più alto tasso di mortalità".