Rossi e Valle, Pd: "Piemonte ottavo per vaccinazioni, basta annunci"
Gli esponenti della minoranza elencano i veri problemi da affrontare.
Su come procede la campagna vaccinale in Piemonte i gruppi di minoranza in Consiglio Regionale non mollano la presa. Secondo loro la nostra regione non fa abbastanza per accelerare i vaccini. In realtà nelle classifiche calcolate sulle percentuali di vaccinati sulla popolazione la nostra regione è stata anche prima, sia per le prime che per le seconde dosi, anche se si tratta di una "classifica" molto variabile, in cui si sale e si scende da un giorno all'altro.
Per derimere ogni dubbio il Vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi, e del Coordinatore del Gruppo di lavoro Covid, Daniele Valle, Pd, fanno il punta sulla situazione vaccinale in Piemonte ricorrendo ai dati di più indicatori. Ecco le loro riflessioni.
Il punto della situazione
Il Piemonte è decimo (su 20 regioni) per percentuale di dosi somministrate rispetto alle ricevute (https://bit.ly/3t1IqNH).
Il Piemonte è nono per popolazione che ha ricevuto la prima dose e sesto per popolazione che completato il ciclo (dati Gimbe).
Il Piemonte, secondo l’indice vaccinale di Youtrend, è ottavo in Italia.
L’indice considera la percentuale di dosi utilizzate, le percentuali di ospiti RSA, over 80 e 70-79 e l’accelerazione rispetto alla settimana precedente.
Questi sono i numeri veri: al di là dei proclami e dei finti allarmi sulle scorte, il Piemonte è nella media nazionale e sono molte le regioni che stanno facendo meglio.
I veri problemi che non si affrontano
In compenso ci sono problemi che si continuano a non affrontare:
1) Facciamo numeri, ma li facciamo “facili”, lasciando indietro le vaccinazioni a domicilio dei più fragili.
2) Il Piemonte si ostina a non voler offrire un sistema di prenotazione che comunichi data e luogo della vaccinazione. Ieri l’ennesima boutade di Cirio: al mattino annuncia che non è d’accordo con le prenotazioni (https://bit.ly/3e1X6Iv), al pomeriggio annuncia una nuova app piemontese che offrirà data e luogo del vaccino. Entro quando? Ma perché non adottare lo strumento operativo di Poste Italiane, già pronto e adottato da molte regioni con successo?
3) Meno della metà dei medici di base ha scelto di diventare “medico vaccinatore”. Questo sta sovraccaricando i centri vaccinali delle ASL e, nello stesso tempo, creando una discriminazione tra i cittadini che, pur appartenendo allo stesso sistema sanitario ricevono un trattamento diverso. Chi viene vaccinato dal medico di base infatti passa molto prima.
"Non perdete tempo con gli annunci"
Sono queste le questioni su cui dovrebbero lavorare senza sosta il Presidente e la Giunta, senza perdersi negli annunci anche perché è sempre più chiaro che la gara a cui stiamo partecipando non è di velocità, ma di resistenza e farà bene il suo lavoro chi sarà in grado di mettere in piedi un sistema capace di reggere nel tempo.