Pd in Regione: «Sull’emergenza dati ancora incompleti»
Rossi e Valle: «Molta distanza tra le comunicazioni della Giunta e i problemi presenti nella realtà piemontese».
Domenico Rossi, vicepresidente commissione sanità, e Daniele Valle, coordinatore gruppo indagine Covid 19, rilevano ancora delle criticità.
I dati
«Molta distanza tra le comunicazioni della Giunta e i problemi presenti nella realtà piemontese. Anche oggi, nel corso della quarta commissione e della commissione di indagine è stato necessario richiedere alcuni correttivi che ci auguriamo possano essere messi in atto al più presto». Lo sostengono Domenico Rossi, vicepresidente commissione sanità, e Daniele Valle, coordinatore gruppo indagine Covid 19.
Il personale
«L’assessore Icardi ha fatto il punto sulle assunzioni destinate all’emergenza Covid-19, ma non ha fornito i dati delle dimissioni, dei pensionamenti e dei contratti inferiori a un anno che pure diverse ASL hanno emanato – osservano - Inoltre non è stato possibile avere i dati relativi alle assunzioni a tempo indeterminato, al turn over ordinario e alle graduatorie ancora aperte a tempo indeterminato. Eppure in un momento di tensione sul mercato del lavoro medico - sanitario, si tratterebbe di uno strumento fortemente attrattivo, sia verso le altre regioni, sia verso il privato. Solo settimana scorsa i sindacati hanno denunciato che quest’anno non verranno coperti neanche i pensionamenti, perché ci si sta appoggiando ai contratti a tempo determinati legati all’emergenza covid (i cui costi verranno ripagati dai ristori statali). Si sta forse approfittando dell’emergenza per scaricare costi regionali sullo stato? In ogni caso, una ricostruzione parziale che non risponde al grido di sofferenza che arriva dalle nostre strutture ospedaliere e dai territori».
I tamponi
«Nel corso della cosiddetta seconda ondata si sono moltiplicate le segnalazioni, in particolare da parte dei Sindaci, riguardo alle campagne di screening volontario e le procedure di accesso ai tamponi – proseguono - Sulla base delle disposizioni regionali, infatti, in caso un tampone rapido eseguito in ambito privato dia esito positivo, sarebbe necessaria una conferma con un tampone molecolare anch’esso a pagamento a carico del cittadino. Riteniamo che questa indicazione vada modificata. Qualora ci sia un esito positivo del tampone rapido, il successivo tampone deve essere in carico all’ASL e non esser pagato dal cittadino, altrimenti rischiamo di disincentivare singoli e amministrazioni locali a procedere con queste campagne di screening. L’assessore Marnati ha confermato che questa è effettivamente una criticità e ci auguriamo che la Giunta intervenga al più presto».
I dispositivi di protezione
«Altro aspetto su cui urge un intervento dell’esecutivo è quello relativo ai rimborsi per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale (DPI) per le RSA. Non sono, infatti, comprese nei ristori previsti dalla Regione le residenze per anziani rientranti tra le Onlus, ad esempio gestiti da IPAB o Fondazioni, a differenza di quanto accade per le imprese. Si tratta di una discriminazione che va sanata: una condizione penalizzante, sul piano economico e gestionale, che rischia di dare il colpo di grazia a un settore già messo duramente alla prova da questa pandemia – concludono - Diverse criticità infine ci sono state segnalate nell’accesso delle strutture all’applicativo per registrare gli esiti dei tamponi e nella distribuzione dei tamponi rapidi alle strutture: ci auguriamo che progressivamente queste difficoltà vengano superate».