CONVEGNO

L’europarlamentare Panza a Novara: "Pnrr, una sfida tra limiti e opportunità"

Evento con le imprese a cura del nostro circuito editoriale Netweek.

L’europarlamentare Panza a Novara: "Pnrr, una sfida tra limiti e opportunità"
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Il Pnrr? Una opportunità di estrema rilevanza, un obiettivo che va raggiunto nonostante un percorso irto di difficoltà e rischi. Un tema di grande attualità, che è stato al centro del convegno “Le imprese e le sfide del Pnrr” organizzato dal Corriere di Novara – Gruppo Netweek con il sostegno del gruppo “Identità e democrazia” al parlamento di Strasburgo.

L'intervento di Panza

Un tema declinato immediatamente in una domanda “Riuscirá l’Europa a fare la differenza?”, intorno alla quale si sono confrontati gli ospiti politici - l'europarlamentare Alessandro Panza, fresco di nomina a Consigliere per la Montagna del Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli e l’assessore all’innovazione della Regione Piemonte Matteo Marnati - a confronto con i rappresentanti del mondo delle imprese: Carlo Mezzano, direttore di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Cristina D’Ercole, vicesegretario generale della Camera di commercio Monterosa Laghi Alto Piemonte, Amleto Impaloni di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, Marco Pasquino, di CNA Piemonte Nord, Luigi Laterza di Confcommercio Alto Piemonte, Luigi Minicucci di Confesercenti Novara e VCO, Fabio Leonardi, CEO di Igor Gorgonzola.

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Mezzano - Confindustria

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Minicucci - Confesercenti

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Pasquino - Cna

Panza ha ripercorso brevemente la genesi del Pnrr, nato per rispondere alla crisi pandemica. “Con il programma Next Generation EU Sono stati messi a disposizione degli Stati membri dell'Unione – ha detto l’europarlamentare – più di 720 miliardi di euro, una cifra senza precedenti. Ma con un problema, quello del vincolo temporale: l’orizzonte del 2026 per spendere una così ingente quantità di denaro è troppo stretto. In Italia oltretutto il PNRR è stato costruito con una pesante discrasia tra governo centrale e realtà territoriali: non sono state coinvolte a sufficienza le competenze locali”.

Panza ha sottolineato come questa situazione generi una delle maggiori criticità nell’attuazione del Piano: “Per non rischiare di non arrivare in tempo a realizzare e rendicontare le opere, moltissime amministrazioni locali italiane hanno tolto dai cassetti progetti già esistenti, che quando saranno realizzati rischiano di essere insostenibili. Il timore è quello di vedere in futuro comuni che hanno realizzato per esempio asili nido o palestre con i fondi del Pnrr non essere in grado di garantire l’esercizio ordinario delle opere stesse e le manutenzioni ”.

Per non parlare della mancata valutazione delle specificità territoriali nella assegnazione dei fondi. “C’è in Piemonte – ha ricordato – un Comune nel cuneese, Elfa, che ha 37 abitanti e che è destinatario di un finanziamento di 20 milioni di euro: chiaramente è impossibile che riesca a spenderli”.

Da questo insieme di criticità nasce secondo Panza l’ineludibile necessità di aprire un dibattito sulla revisione del Pnrr “soprattutto perché in un anno e mezzo tutto è cambiato: una guerra sulla soglia di casa, una gigantesca crisi energetica, e una conseguente spinta speculativa che hanno messo in difficoltà le nostre aziende”.

Rispondendo alle numerose sollecitazioni del mondo imprenditoriale, Panza ha poi toccato diversi punti rilevanti anche al di là del confine del Pnrr: la semplificazione “su cui c’è molto da fare, e il nuovo codice degli appalti va in questa direzione”; la formazione “facendo ogni sforzo per fare combaciare le necessità delle imprese con il sistema scolastico”; una idea di sostenibilità “che non diventi penalizzante per le imprese”. E poi ancora la rete infrastrutturale da completare e gli sforzi per incentivare il turismo, “risorsa essenziale per il Paese”.

Panza ha concluso ricordando l’impegno del Governo con la legge di bilancio a favore delle imprese, soprattutto piccole e piccolissime, su bollette energetiche, cuneo fiscale ed estensione della flat tax.

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La Terza - Confcommercio

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Impaloni - Confartigianato

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Leonardi - Igor

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D'Ercole - Camera di Commercio

Molti fondi, ma anche grosse difficoltà a spenderli. Con il rischio che, alla fatidica data del 2026, la maggior parte dei progetti resti irrealizzata. L’assessore Matteo Marnati - che in Regione Piemonte ha le deleghe ad Ambiente, Energia, Innovazione e Ricerca – non ha nascosto che, in diversi casi, cogliere le opportunità offerte dal Pnrr sia tutt’altro che semplice. Soprattutto per i piccoli Comuni (che costituiscono l’89% dei Comuni piemontesi), "che non sono fisicamente strutturati per partecipare ai bandi europei".

L'intervento di Matteo Marnati

Fermo restando la necessità "di cercare di spendere al meglio i soldi che abbiamo a disposizione, ci sarebbero molte cose da cambiare e spero che il nuovo Governo lo faccia – ha detto Matteo Marnati – Lo abbiamo ribadito anche al ministro Pichetto, in un recente incontro che ha avuto con le Regioni: è necessario cercare di remare tutti dalla stessa parte. E fino ad ora non è stato così. Nella costruzione del Pnrr (e io ho avuto la fortuna di essere nel tavolo), noi abbiamo fatto diverse proposte al vecchio Governo, ma non siamo stati minimamente considerati. Anzi, siamo stati proprio scavalcati: alcuni bandi li hanno fatti direttamente, per altri hanno voluto erogare i soldi ai Comuni. Per esempio sulla trasformazione digitale: hanno dato il voucher ai Comuni, ma il 70% non sapeva nemmeno di cosa si stava parlando…".

Per questo la Regione ha deciso di dare una mano alle piccole realtà locali: "Sono state create delle task force specifiche per andare a coinvolgere i Comuni. E questo ha portato a buoni risultati. Quello che chiedo è: non si poteva fare prima, mettendo a disposizione delle risorse per dare assistenza tecnica ai territori? Si è perso solo tempo, e in questa partita il tempo è una risorsa vitale, perché il 2026 è praticamente dopodomani".

"Ora - ha proseguito Marnati - siamo molto preoccupati. Abbiamo appena fatto un incontro con una società che si occupa proprio di aiutare i Comuni, con una formula che si chiama ITI e che consiste nella costruzione di progetti su aree omogenee, come la Bassa Novarese, per partecipare ai vari bandi, europei e non solo…". In sostanza, ha sottolineato, "stiamo lavorando per fare un po’ di aggregazione territoriale e cercare di spendere al meglio questi soldi, che altrimenti diventeranno un debito che lasceremo alle nuove generazioni".

Aiuto ai Comuni, dunque, ma anche alle imprese. Marnati ha infatti anticipato che venerdì, sarà portata in Regione "una delibera che riguarda l’utilizzo di 100 milioni nei prossimi tre anni destinati alle imprese per l’efficientamento energetico. Una scelta precisa e strutturale per cercare di rendere il nostro territorio più autonomo".

Confindustria e Camera di Commercio: "Aspettative disattese e semplificazione reale"

Le difficoltà di fruire di un’occasione come quella rappresentata dai fondi del Pnrr sono state evidenziate anche dal mondo delle imprese. Secondo il direttore di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Carlo Mezzano, la misura ha infatti "fortemente disatteso alcune aspettative".

Innanzitutto perché, nella stragrande maggioranza dei casi, "sta finanziando progetti datati". E poi perché "ancora non si è attivato quel grande partenariato pubblico-privato che era stato annunciato. In realtà il pubblico sta facendo quasi tutto". L’auspicio degli imprenditori, dunque, è quello di un radicale "cambiamento delle procedure, che attivi una maggior collaborazione tra aziende e pubblica amministrazione per portare avanti i progetti. E questo non solo per il Pnrr…".

Anche Ance (Associazione nazionale costruttori edili) di Confindustria monitora l’andamento dei progetti del Pnrr, e – ha detto Mezzano - "ci ha recentemente inviato l’elenco dei progetti di interesse del settore costruzioni Novara-Vercelli. Complessivamente si parla di 291 milioni di euro, il 65% dei quali dovrebbe “atterrare” in provincia di Novara. Ci sono pagine e pagine di elenchi fittissimi di Comuni beneficiari per importi standard attorno ai 50-70.000 euro. Possibile che ce la facciano tutti? Poi c’è il problema delle aziende, che spesso disertano i bandi non solo per la carenza di materie prime, ma per la loro complessità. Il 2023 è l’ultimo anno per rivedere la progettualità e riuscire a concludere tutto di gran carriera entro il 2026. Quindi la cosa fondamentale da fare è rivedere ancora un po’ le regole e renderle più fruibili per le pubbliche amministrazioni in collaborazione con le aziende".

Formazione delle risorse e reale semplificazione sono le parole d’ordine secondo il sistema camerale, "che pur non avendo un ruolo specifico nel Pnrr si sta impegnando a svolgere quello di facilitatore". Lo ha spiegato Cristina D’Ercole, vicesegretario generale della Camera di commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte. Secondo D’Ercole, uno dei temi fondamentali, che interessa pubblica amministrazione e imprese, "è quello delle competenze e delle risorse umane. In Italia abbiamo la metà della popolazione che non possiede competenze digitali e una forza lavoro che, su questo fronte, è al di sotto della media europea. Con questo livello di competenze diventa difficile anche per le imprese portare avanti progetti di sviluppo. E’ importante continuare ad intervenire sull’istruzione professionale".
E poi c’è il discorso semplificazione, "ma che sia reale. Quello che serve davvero alle imprese non è una semplificazione di facciata, che finisce soltanto per scaricare sulle loro spalle ulteriori oneri, ma tagliare gli adempimenti".

Infrastrutture, formazione e il ruolo della politica

Infrastrutture, formazione e il ruolo della politica. Sono i temi che i rappresentanti delle associazioni di categoria hanno messo sul piatto servito al tavolo cui erano seduti l’assessore regionale Matteo Marnati e l’europarlamentare Alessandro Panza. “Questa è certamente un’occasione ghiotta per parlare del ruolo della politica per favorire lo sviluppo del territorio – esordisce Amleto Impaloni, direttore Confartigianato Imprese Piemonte Orientale - Il Piemonte saprà fare la differenza in Europa?” si domanda Impaloni che punta i riflettori sui dati: 428mila imprese piemontesi la cui metà è a Torino e la restante parte suddivisa nelle altre sette province.

Il peso economico di questa parte del Piemonte è del 40%, ma il peso politico non è lo stesso – riprende Impaloni - Poi abbiamo un deficit strutturale e penso al Sempione che deve diventare un corridoio funzionale per la nostra economia che si traduce anche in cultura, tecnologia e risorsa economica in tutte le sue sfaccettature. Incluso il turismo”. “Grazie al Pnrr sul territorio italiano arriveranno 50 milioni di euro: ma si riuscirà a puntare anche sulle micro imprese? – si chiede Marco Pasquino, direttore Cna Piemonte Nord – Il 97% delle nostre realtà ha meno di 10 addetti e temo che il Pnrr non riesca a raggiungere queste nostre realtà che fanno una grande differenza sul nostro territorio. Un nuovo codice degli appalti potrebbe, ad esempio, garantire l’aggregazione d’impresa? Fino ad ora le possibilità sono state attuate solo con mezzi propri per cui occorre che si punti su delle aggregazioni di impresa per raccogliere le sfide, serve puntare sulla volontà di fare sistema”.

Un Pnrr calato dall’alto che non ha tenuto conto delle realtà del territorio – arriva subito al soldo Luigi Laterza, presidente Confcommercio Borgomanero – Ci troviamo a fare i conti con 23mila partite Iva e sono inserite tutte nel terziario : in questa visione europea la piccola imprenditoria locale è stata completamente esclusa. Il Pil ci porta al secondo posto, ma servono infrastrutture importanti per mantenere il focus sulle micro imprese che caratterizzano la nostra economia”. “Il turismo è il nostro Oro nero, il nostro petrolio per cui le infrastrutture diventano fondamentali per raggiungere tutte le province e i territori”. Non le manda certo a dire Luigi Minicucci, Confesercenti Novara-Vco che coglie l’occasione per togliersi un altro sassolino dalla scarpa: “La formazione: tutti la invocano, ma poi nessuno la fa. Eppure abbiamo sempre più bisogno di persone che sappiano fare il proprio mestiere”.

Fa un tuffo nel passato e ricorda quando una decina di anni fa propose uno “stipendio” per quegli studenti che avrebbero accolto il mondo del lavoro durante il periodo dello studio. Un progetto che non andò in porto e trovò diversi ostacoli, “con il tempo invece si è preferito darli a chi non lavora e potrebbe farlo”, e il dardo arriva direttamente al Reddito di cittadinanza. “Occorre una formazione che non sia scollata dal mondo del lavoro, la Svizzera ha un buon modello anche da questo punto di vista. Solo con la formazione – chiosa riassumendo Mincucci – si riescono ad ottenere dei risultati”. Dal canto loro Marnati annuisce e ricorda che “senza impresa il territorio muore”, Panza sottolinea anche la necessità di guardare alla “finanza agevolata per puntare sui bandi che possano dare poi una mano al territorio”.

Fabio Leonardi: "Oggi ci vuole coraggio per fare investimenti"

"Oggi ci vuole coraggio per fare investimenti". Il Ceo di Igor, Fabio Leonardi, ha affrontato senza filtri l’esperienza degli ultimi anni della sua azienda, mettendo a fuoco le problematiche e le sfide per il futuro: "Noi imprese dobbiamo sottostare a certi obblighi, richiesti anche dal mercato – sottolinea – Politiche di sostenibilità, riparazione dei danni post pandemici, riduzione dei problemi strutturali e transizione ecologica con la focalizzazione sul green. I nostri primi cinque clienti in Europa, ad esempio, ci hanno imposto la Carbon Footprint per ridurre l’impatto ambientale. Per provare a stare al passo servono investimenti cospicui e se non facciamo giusto rischiamo di uscire dal business. Sulla sostenibilità ce la stiamo mettendo tutta ma abbiamo bisogno di un aiuto".

Come “Case History” del convegno Leonardi ha portato l’esperienza di un’azienda leader e delle criticità che si devono affrontare quotidianamente: "A Novara abbiamo la fortuna di fare squadra tra le aziende del territorio e con le istituzioni pubbliche – aggiunge – Nell’ambito delle procedure di ampliamento del nostro stabilimento, ad esempio, di concerto con le amministrazioni di Cameri e Novara, abbiamo stanziato 500.000 euro per le opere necessarie alla prevenzione delle esondazioni del Terdoppio a Sant’Agabio. Ma ci siamo scontrati con la trafila burocratica e la mancanza di progettisti. L’abbiamo fatto noi, con la collaborazione di amministrazioni locali, Regione e Magistrato del Po, ed entro dicembre sarà completato. Ma non sempre si trova un Fabio Leonardi".

Il Pnrr è un’occasione fondamentale: "Dobbiamo utilizzare questi fondi ma spesso mancano gli strumenti – prosegue il Ceo di Igor – Come ad esempio un personale già formato". Proprio la formazione e le problematiche della viabilità sono gli scogli da superare: "L’anno scorso ad Oleggio è partito il progetto meccatronica, automazione e robotica con Igor – spiega Leonardi – Noi come Igor, assieme ad altre aziende, l’abbiamo voluto fortemente per dare ai ragazzi delle scuole i mezzi che li possano fare entrare nel mondo del lavoro. Solo così possiamo alzare il livello di qualità e di qualificazione di figure che negli ultimi anni stavano scomparendo". Importante anche la movimentazione delle merci: "Serve attenzione alla problematica della viabilità – conclude il Ceo di Igor – Non è stato ancora realizzato l’ultimo tratto della tangenziale di Novara, così come si parla del rifacimento del ponte di ferro di Oleggio senza considerare che le strade di collegamento risalgono agli anni Trenta del secolo scorso. Stiamo perdendo un treno, l’hub merci di Malpensa verrà raddoppiato e noi rischiamo di non essere della partita".

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