Gestione idrica: l'appello di chi vuole l'acqua totalmente pubblica
Entro il 31 luglio ci sarà la decisione per l'affidamento del servizio idrico ad un unico gestore: pubblico, privato o misto
«Spero che il neo sindaco Roberto Scheda, che non più tardi dell’aprile 2023 aveva sottoscritto la mia mozione sull’acqua pubblica si attivi per parlare con il Commissario dell’Ato 2 indicando il favore del Comune di Vercelli alla gestione in house, quindi con un ente pubblico, delle risorse idriche del Vercellese, Casalese Biellese». Questo è il succo della conferenza stampa che l’ex consigliere comunale Michelangelo Catricalà “Uniti per Vercelli”, ha tenuto insieme al Comitato Acqua Pubblica di Vercelli, rappresentato da Filippo Incorvaia; da Legambiente (presenti Sergio Cucco e Fausto Cognasso), e Pro Natura; del mondo sindacale rappresentato dal segretario generale Cgil per la Provincia di Vercelli Valter Bossoni.
Il futuro della gestione dell’acqua si dovrebbe decidere entro fine luglio. A sciogliere il nodo decisivo sarà il commissario Andrea Fluttero. Una scelta che avrà la durata di trent’anni, per decidere chi sarà il gestore unico dell’Ato 2. Un privato, un consorzio pubblico o un misto pubblico-privato. Il 68% dei comuni dell’ambito, all’ultima assemblea utile, avevano scelto la gestione pubblica in house ma era richiesta una maggioranza del 75% dopo quest’ennesima non decisione, fu inevitabile il commissariamento.
"Scheda sia coerente"
«La nostra maggiore preoccupazione - ha sottolineato in apertura Catricalà - è che si scelga la strada della Gara Europea col rischio di affidare la gestione a un privato che verrebbe a gestire le nostre risorse idriche. Il Comune di Vercelli, finora, è stato l’unico dell’Ato 2 a chiedere di andare a gara e affidare a un privato. Per questo sarebbe importante che il nuovo sindaco coerentemente con quanto aveva detto in consiglio comunale ai tempi della mia mozione e che sia determinante per la scelta pubblica. Infatti se il Comune di Vercelli esprimesse al commissario la scelta pubblica si raggiungerebbe circa il 75% di pareri favorevoli non ottenuto a gennaio nell’ultima assemblea di Ato 2».
Il tesoro che fa gola ai privati
Catricalà ha infine ricordato un dato che non è molto conosciuto ma che fa capire perché la “partita” dell’acqua è così delicata.
«Già nel maggio del 2023 avevo fatto notare che nella “Relazione sull’andamento economico del servizio idrico integrato 2021” (reperibile sul sito dell’ATO2) erano riportati i risultati economici di Asm, con un utile netto totale di 5.188.215 euro di cui ben 4.413.157 euro solo per la parte idrica. Noi non vogliamo che ci siano profitti (dividendi) sull’acqua ma solo ed esclusivamente reinvestimenti sulle reti idriche e perché no, una possibile diminuzione delle bollette».
Fra pubblico e privato è possibile che si finisca per scegliere la soluzione mista, 30% della gestione a privati con un’apposita gara e 70% a gestione pubblica. Tra pochi giorni si saprà dunque il destino della nostra acqua e che ricadute aspettarsi su più fronti: dalla qualità del servizio, ai costi delle bollette e all’occupazione.
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