Busto: "No ai vitalizi per i politici"
Il deputato pentastellato: "Sarei onorato di rinunciare al vitalizio per prendere invece una pensione commisurata ai contributi realmente versati".
Il deputato pentastellato: "Sarei onorato di rinunciare al vitalizio per prendere invece una pensione commisurata ai contributi realmente versati".
«Anche a Vercelli per i politici in Parlamento vogliamo fermare il privilegio medievale dei vitalizi ai politici che, per questa legislatura, saranno conteggiati da settembre». Lo annuncia il deputato vercellese pentastellato Mirko Busto. «Dall'autunno, infatti, i parlamentari in carica al momento avranno diritto alla pensione, un beneficio che è uno schiaffo in faccia a chi dovrà lavorare fino a 70 anni per poi ricevere poche centinaia di euro il mese, quando va bene – spiega Busto - un parlamentare ha diritto alla pensione dopo soli 4 anni e 6 mesi di presenza alla Camera o al Senato. Riceverà la pensione, che parte da una base di ben mille euro, a 65 anni! Addirittura a 60 anni, se resta in carica per due o più legislature». Il parlamentare vercellese passa a illustrare l’idea del Movimento: «Con la nostra proposta già da questa legislatura i contributi dei parlamentari andranno a maturare una pensione secondo le leggi vigenti (Dini e Fornero) – chiosa - invito tutti i cittadini e in particolare i giovani precari, che per colpa di una classe politica che ha badato solo ai propri affari rischiano di non ricevere alcuna pensione, a informarsi e a sostenere la nostra lotta». In caso di approvazione, il nuovo provvedimento toccherebbe lo stesso Busto: «Sono stato eletto a marzo 2013: se la nostra proposta a 5 Stelle sarà accolta sarei onorato di essere uno dei primi parlamentari a ricevere una pensione in base ai contributi effettivamente versati, con il sistema applicato al momento a tutti gli italiani e non con quello “ammorbidito” studiato per favorire i pochi appartenenti alla casta politica – dichiara - non ci vuole molto per cancellare questo privilegio "feudale": basterebbe infatti una delibera degli uffici di presidenza di Camera e Senato. Nel frattempo noi pentastellati ogni mese destiniamo metà del nostro stipendio e le eccedenze delle diarie al Microcredito per aiutare le imprese italiane in difficoltà».