Filiera ristorazione: c’è tempo fino al 28 novembre per presentare le domande
Possono accedere ai contributi anche gli agriturismi.
Al via le domande per il fondo per la filiera della ristorazione. C’è tempo fino al 28 novembre per la presentazione.
Le domande
Le imprese che hanno diritto ad accedere al fondo per la filiera della ristorazione possono presentare le domande fino al 28 novembre. Lo ricorda Confagricoltura Piemonte. Per farlo possono accedere al “Portale della ristorazione” (www.portaleristorazione.it) o recarsi negli uffici postali. Anche gli agriturismi potranno accedere ai 600 milioni di euro stanziati per fronteggiare le perdite economiche causate dalla pandemia. Non viene tenuto in considerazione l’ordine di presentazione della domanda, ma solo la corretta compilazione. Gli uffici delle Unioni Agricoltori sono a disposizione per eventuale assistenza nella compilazione.
I bonus
«Con il fondo ristorazione – sostiene Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte - è stata aperta una strada che va seguita anche quando ci si sarà messi alle spalle l’emergenza coronavirus. Se inquadrata in una visione strategica, la valenza dei bonus si rafforza e i risultati aumentano per tutta la filiera».
I numeri
Il comparto in Piemonte interessa 793 aziende con ristorazione agrituristica su un totale di 1.316 agriturismi; 914 sono le aziende che offrono ospitalità in alloggio. Le aziende con agrituristiche con ristorazione sono il 60 % del totale; quelle che offrono un servizio di degustazione, tipo enoturismo, sono 687 (il 52 % del totale). Sono 1.013 (il 77% del totale) quelle che svolgono altre attività legate all’agriturismo: fattoria didattica, ippoturismo, attività ludiche – educative, agri-asilo.
I posti di lavoro
«La finalità di questa misura, certamente non risolutiva, è scongiurare la perdita di posti di lavoro e la chiusura delle imprese. L’intervento – dichiara Lorenzo Morandi, presidente di Agriturist Piemonte - fornisce un importante sostegno diretto alla ristorazione anche agrituristica e indiretto a tutto il ‘made in Italy’ agroalimentare».