Clausola di salvaguardia per il riso vercellese
La chiede Coldiretti Vercelli e Biella
Clausola di salvaguardia per il riso prodotto in Piemonte: la chiede Coldiretti Vercelli e Biella.
Clausola di salvaguardia l'appello
Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli Biella, lancia un appello all'Europa. «La clausola di salvaguardia va reintrodotta il prima possibile - afferma - L’Unione Europea ha detto di voler cambiare rotta, ma gli imprenditori risicoli del nostro territorio stanno aspettando i fatti. Sarebbe un vero regalo di Natale l’arrivo dei dazi per fermare l’invasione di riso asiatico dalla Cambogia e dalla Birmania (ex Myanmar) che per anni ha fatto concorrenza sleale ai produttori italiani nonostante l’accusa di violazione dei diritti umani ed addirittura di “genocidio intenzionale” per i crimini commessi contro la minoranza musulmana dei Rohingya e non solo».
Le votazioni
Il comitato “Sistema Preferenze Generalizzate”, su proposta della Commissione europea, nei giorni scorsi, ha votato a maggioranza l’imposizione di misure di salvaguardia richieste dall’Italia con 13 voti a favore tra i quali la Francia (57% della popolazione), 7 astenuti, tra i quali la Germania e 8 contrari, tra i quali la Gran Bretagna con la mancanza di una maggioranza qualificata che consente ora alla Commissione di procedere con le misure da lei stessa proposte.
Stop allo sfruttamento
«E’ ora di dire basta alle multinazionali che sfruttano la popolazione cambogiana e birmana per i loro interessi continuando ad importare riso in modo selvaggio - aggiunge Dellarole - Sollecitiamo la Commissione europea affinché velocizzi i tempi anche perché ogni ritardo costituisce un danno per l’Ue stessa». La stessa richiesta è arrivata dai risicoltori riuniti a Vercelli il mese scorso: «I risicoltori piemontesi, vercellesi e biellesi, come hanno fatto emergere durante l’evento a Vercelli dello scorso 18 novembre, non possono più sopportare una situazione simile per cui vanno adottate al più presto le misure idonee a tutelare il nostro riso. La nostra è la regione italiana con i numeri maggiori a livello produttivo con 117 mila ettari, 8 milioni di quintali di produzione e quasi 1900 aziende».