Cerutti: per i sindacati l'offerta di Bobst Italia non promette bene
Richiesta del tavolo di crisi al Ministero e di nuova cassa integrazione per i lavoratori.
Nella foto una delle manifestazioni dei lavoratori Cerutti.
Le segreterie Territoriali di Vercelli e Alessandria di FIOM CGIL, FIM CISL e UILM UIL intervengono sulle notizie riguardo una possibile acquisizione della storica fabbrica.
"Abbiamo appreso - scrivono i sindacalisti - dell'interessamento di Bobst Italia a rilevare parte della storica azienda Cerutti. Rimaniamo in attesa di un tavolo di confronto, tuttavia le premesse non sono invitanti.
Niente acquisizione degli stabilimenti, non è chiaro il numero di dipendenti da coinvolgere, ancor più strano il voler affidare la formazione al Comune; in questo senso riteniamo che ci siano strutture più adatte, nell'eventualità, a ricollocare i lavoratori esclusi. Non si capisce se il progetto dell’azienda è costruito per diventare esclusivi sul mercato o soltanto per acquisire alcuni lavoratori.
"Attivare subito il tavolo di crisi e nuova Cassa integrazione"
Vedremo su un tavolo ufficiale, e possibilmente istituzionale, quali saranno le reali intenzioni anche rispetto alla proposta della cooperativa.
Comunque adesso ci sono delle proposte, i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico quindi si adoperino per l'apertura ufficiale del tavolo di crisi e si attivi subito la Cassa integrazione a copertura dei lavoratori.
La richiesta è già stata inviata alla Procedura fallimentare, perché venga attuata nel più breve tempo possibile.
L'audizione in Regione
Nella mattinata di giovedì 6 maggio sulla vertenza Cerutti si è svolta un'audizione al tavolo consiliare della Regione Piemonte, cui hanno partecipato le scriventi Organizzazioni sindacali.
Abbiamo spiegato di aver appreso di due interessi per l'azienda, ma al momento solo Bobst ha esplicitato alcuni particolari della proposta e su quelli abbiamo fatto delle considerazioni.
"Tenere tutti dentro"
Ovviamente come Sindacato non possiamo che dire che per poter fare questa discussione serve del tempo e quindi
l'attivazione di ammortizzatori sociali che garantiscano innanzitutto una copertura per i lavoratori ed evitare così disagi sociali. Ciò sarebbe necessario a mantenere tutti “dentro”, sia le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento di Vercelli sia quelli di Casale Monferrato.
Bisogna garantire un percorso per tutti e non creare enti ad hoc che dividano i dipendenti della Cerutti in base al Comune in cui hanno lavorato.
Per fare questo ovviamente serve dare una risposta concreta alle richieste che abbiamo formalizzato mesi fa al ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico, che devono assolutamente aprire un tavolo con anche la regia della Regione Piemonte, e a quella di Cassa integrazione inviata alla Procedura fallimentare.
Siamo pronti a fare una discussione, e i lavoratori con noi, per valutare i percorsi necessari, anche della cooperazione, purché la discussione non escluda nessuno degli attuali dipendenti in forza".
La posizione del Pd regionale
Sulla stessa posizione pure Monica Canalis, vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale, insieme a Domenico Rossi, consigliere regionale Pd e Domenico Ravetti, consigliere regionale Pd
Nell’odierna seduta della III Commissione del Consiglio regionale - sottolinea - sono state audite le rappresentanze sindacali in merito alla situazione delle Officine meccaniche Cerutti di Casale Monferrato e Vercelli.
“Purtroppo dobbiamo evidenziare l’assenza dell’Assessora al Lavoro che ci saremmo aspettati prendesse parte a questo importante momento di confronto con le organizzazioni sindacali delle Cerutti che ci hanno esposto la difficile situazione che, da mesi, stanno vivendo i lavoratori e le loro famiglie. Da 80 giorni i dipendenti della Cerutti sono in presidio di fronte alla fabbrica in uno stato di massima difficoltà e incertezza. Dal 1 maggio, inoltre, queste persone sono rimaste prive di qualsiasi ammortizzatore sociale e dovrebbe essere attivata con urgenza la cassa integrazione con causale Covid per tutti loro oppure il confronto e le trattative partiranno da un’evidente posizione di debolezza di questi lavoratori” spiegano la Vicepresidente della Commissione Attività Produttive Monica Canalis (Pd) e i Consiglieri regionali del Partito Democratico Domenico Rossi e Domenico Ravetti.
"Ci uniamo alle richieste sindacali"
“Ci uniamo alla richiesta delle organizzazioni sindacali – proseguono gli esponenti dem – affinchè la Regione abbia un ruolo attivo in questa vicenda e l’Assessora al Lavoro intervenga, in tempi stretti, per costituire un tavolo con Ministeri, Regione, sindacati e soggetti economici. Solo attraverso un tavolo di confronto si potrà fare chiarezza e ragionare di soluzioni. Precisiamo, inoltre, che la programmazione della formazione e della riqualificazione dei lavoratori compete specificamente alla Regione ed è fondamentale capire che cosa si può fare in tal senso”.
“L’ipotesi di una cooperativa dei lavoratori – concludono Canalis, Rossi e Ravetti – rappresenta una possibilità. Tuttavia, si tratta di un’iniziativa che deve essere disegnata e strutturata nel tempo e che richiede, comunque, un intervento della Regione e del Ministero”.