Frammenti di storia

Vercelli insolita: la cascina misteriosa di via Cena

Qualche informazione su un'area abbandonata al rione Isola

Vercelli insolita: la cascina misteriosa di via Cena
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Passando da via Cena al rione Isola, sulla sinistra, in mezzo ai campi c'è una grossa cascina, circondata da un muro di cinta rimarchevole, quasi fosse una fortezza o una prigione.

Passa una, passa due vole passa tre volte (spesso per documentare i ben noti accumuli d'immondizia della zona) è venuta naturale la curiosità di saperne qualcosa di più.

E' la cascina Coltellino

Ecco che da una ricerca in rete, in una cartina di Vercelli del sito Geoplan.it, con un notevole dettaglio emerge chiaramente che si tratta della "Cascina Coltellino", collegata da una strada sterrata, proprietà privata chiusa da una catena, che viene indicata come via Coltellino.

Un'immagine di "Street Map" Google del 2008 mostra l'unico fabbricato visibile con il tetto ancora integro, ora è in parte crollato in seguito ad uno dei furiosi temporali degli ultimi anni che ha abbattuto anche degli alberi nei pressi del complesso.

La visuale dall'alto (questa aggiornata a quest'anno) mostra con chiarezza quella che è una pecularità di questa tenuta, una ricca vegetazione all'interno. Meriterebbe di essere recuperata solo per questo, per diventare un parco...

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Foto 1 di 10

La via d'accesso

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Foto 2 di 10

Il tetto crollato

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Foto 3 di 10

Il tetto ancora integro nel 2008

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Foto 4 di 10

Un curioso "torrione"

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Foto 5 di 10

Altra veduta

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Foto 6 di 10

Vegetazione

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Foto 7 di 10

Vegetazione

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Foto 8 di 10

Altra visuale

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Foto 9 di 10

ancora vegetazione

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L'interno è un vero bosco

Campo di lavoro per prigionieri di guerra

Cercando riferimenti è comparsa la citazione di un libro del Vercellese Giorgio Nascimbene, "Prigionieri di guerra", edito dalla Società di Mutuo Soccorso di Villata nel 2004, per i tipi della storica tipografia Setip. Un prestigioso volume che chi scrive ha nella collezione degli ormai tanti libri locali recensiti, trattati, avuti in presentazioni, mostre e iniziative varie.

Ebbene in questo volume Nascimbene ha ricostruito, anche con testimonianze dirette, la vicenda dei campi di prigionia in cui vennero internati i soldati alleati catturati durante la seconda guerra mondiale. Testimonianze di vercellesi ma anche di ex internati arrivate persino dall'Australia, storie anche di solidarietà umana bellissime.

I distaccamenti cittadini del PG 106

Sfogliando le pagine appare una lista dei vari distaccamenti, nei paesi e in città. di quello che era catalogato come "Campo di Lavoro PG 106". Infatti i prigionieri alleati vennero di fatto "prestati" ad alcune tenute agricole del territorio che li ospitavano ed in cui svolgevano ovviamente lavori agricoli. Fra questi distaccamenti, il secondo della lista è la Cascina Coltellino. I distaccamenti, Nascimbene ne censisce 25, ospitavano da 50 a 100 prigionieri. In città sono elencati, oltre alla Cascina Coltellino, anche altri luoghi: i capannoni di via Alberti (ex fabbrica Rondò), la tenuta San Benedetto di Muleggio, la cascina Dallodi. E poi il comando che si trovava in una costruzione oggi non più esistente nell'attuale corso De Gasperi. E' noto, inoltre, che all'Aravecchia c'era anche un Campo di Concentramento, di transito, per la deportazione degli ebrei.

Ma lo scopo di queste note non è dare un panorama completo di quel periodo storico e dei luoghi di sofferenza eretti dal regime fascista e poi nazi-fascista a Vercelli, quanto ricordare che dietro ciò che vediamo spesso nel quotidiano, e di cui ci disinteressiamo volentieri, basta grattare anche solo di un poco la superficie per scoprire delle storie.

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