Un libro al mese: il "Malbianco" tra romanzo e psicanalisi
La recensione del romanzo di Mario Desiati

Ecco la nuova puntata delle recensioni curate dall'amico Giulio Dogliotti che escono ogni mese sul settimanale Notizia Oggi Vercelli e che riproponiamo qui.
La storia del romanzo “Malbianco” inizia col racconto ambientato a Berlino ai giorni nostri, o meglio cinque anni fa. Il protagonista e voce narrante è Marco, che proprio allora inizia a svenire e a soffrire di attacchi di panico.
Chi mi legge da tempo sa che non mi piace spoilerare nelle recensioni, e che non amo neppure le descrizioni troppo accurate dei romanzi nei risvolti di copertina, ma quanto ho scritto a proposito di Marco, l’autore lo enuncia già dalle prime due righe del libro.
Un cammino lungo 380 pagine
Ebbene, da questo incipit non potete immaginare dove [nk-video player-id="default" video-id=""conduce il lettore attraverso le trecentottanta pagine dell’opera, pagine che volano rapidamente l’una dopo l’altra, tanto sono interessanti, sorprendenti e ben scritte.
Per mezzo di quattro parti distinte e non in ordine cronologico, un colpo di genio dell’autore, il racconto si svolge nell’arco di un secolo, con rimandi ad accadimenti molto più antichi, però senza mai dare la sensazione di leggere un saggio, bensì un racconto che pare assumere la forma di una saga familiare. La storia è arricchita da agganci psicologici e storici degni di note a piè di pagina, in questo caso sostituite da “la libreria di Malbianco”, una sorta di suffisso del libro che chiarisce quanto la ricerca di Desiati sia stata approfondita in modo quantitativo e qualitativo, senza però gravare sulla narrazione.
La bibliografia sentimentale
Infatti in questa specie di libreria, una “bibliografia sentimentale” da cui sono ispirate le vicende del romanzo, sono inclusi circa ottanta volumi, e impressionano molti nomi degli autori da cui gli avvenimenti della storia iniziano il loro percorso.
Qualche esempio: Leonardo Da Vinci, Sigmund Freud, Gustav Jung, Franz Kafka, Gabriele D’Annunzio, Primo Levi, Umberto Eco, e molti altri.
Stupiscono le teorie sugli influssi che i nomi delle persone avrebbero sul loro carattere e sulle loro vicende di vita, sulle “relazioni pericolose” che certi luoghi esercitano nel vissuto degli antenati e nei discendenti di una famiglia, quanto una lingua o una canzone possa incidere sul destino di una persona, così come la mancanza di una sola lettera dell’alfabeto in un cognome.
Psicanalisi e dintorni
Scoprirete quali possono essere le origini del trauma, cosa sono le sedute psicanalitiche che si basano sull’EMDR, un approccio terapeutico che si avvale dei movimenti oculari, il rapporto che può esserci tra musica e disagio psichico, il significato che l’asino ha avuto nelle diverse culture, la tradizione classidica che immagina le anime dei morti migrare in quelle degli uccelli per raggiungere il cielo, insomma un gran numero di informazioni presentate in modo lieve e chiaro.
Una citazione
Un esempio? Mi sia consentita una citazione dal libro: «Le cose che ignoriamo diventano fantasmi, e i fantasmi non sono un lenzuolo bianco che si muove in una stanza buia, ma appaiono sotto forma di comportamenti, a volte angosce, incubi soffocanti, sogni e sintomi. I fantasmi sono preoccupazioni inconsce che non sono mai state coscienti».
Auguro ai lettori di Notizia Oggi Vercelli un buon mese di agosto e buone vacanze.
Giulio Dogliotti