Un libro al mese: il Bandito di Selma Lagerlöf

Nuovo appuntamento con la rubrica di Giulio Dogliotti

Un libro al mese: il Bandito di Selma Lagerlöf
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Questo mese desidero proporvi un classico che non conoscevo e che merita veramente di essere letto. Il titolo del romanzo è “Bandito” e l’autrice è Selma Lagerlöf, scrittrice svedese premio Nobel per la Letteratura nel 1909. Il premio le fu conferito: «Per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere».
La Lagerlöf fu la prima donna eletta membro dell’Accademia di Svezia ed è ritenuta la scrittrice scandinava più abile nell’arte del raccontare, nota in tutto il mondo per “La saga di Gösta Berling”, sua opera principale, e per una serie di racconti fantastici per bambini.

"Bandito"

A proposito del romanzo “Bandito", un consiglio è quello di non leggere l’aletta di copertina della prima pagina, con “L’opinione dell’Editore”: come succede spesso si spoilera troppo e si toglie il gusto della scoperta del leitmotiv dell’opera, anche se, a dire il vero, questo viene svelato dopo poche pagine.

Il fatto riguarda il giovane Sven Elversson, personaggio principale del romanzo, coinvolto in una vicenda agghiacciante (e vedrete che mai aggettivo fu più consono) che lo tormenta e condiziona per tutta la vita.

Un romanzo attuale

Il romanzo, splendidamente tradotto da Luca Tapparo, è stato scritto nel 1918, ma stupisce per la sua modernità, risulta attuale per il suo profondo significato morale inserito in un tipo di racconto che cattura l’attenzione e la curiosità del lettore. L’incalzare di avvenimenti che intessono una trama eterogenea che concilia magistralmente le realtà di un paese lontano, geograficamente e nel tempo, con le sue credenze ataviche e la mistione tra religione e superstizione, tra storia e leggenda, affascina e coinvolge, emoziona e commuove. Raramente un romanzo riesce a incantare e incollare il lettore ad ogni pagina, tanto da non fargli veder l’ora di riprenderne la lettura dopo le incombenze quotidiane, come accade con “Bandito”. E ancor più di rado uno scritto romanzesco pone chi legge di fronte a riflessioni sulla vita e la morte, la religione, i pregiudizi, l’ipocrisia, l’emarginazione, la gelosia ossessiva e la condizione femminile, il non senso della guerra e di quanto essa sia “ripugnante”, in modo così coinvolgente da scuoterne la sensibilità.

Vita e morte

Proprio accogliere l’importanza della vita, in contrapposizione con quella della morte, diventa il deus ex machina che potrebbe prevenire e può infine risolvere i comportamenti più tragici, comuni a tutti i tempi. Infatti è straordinario cogliere quanto la presa di coscienza dei valori tra il bene e il male, narrata in questo romanzo, sia di grande contemporaneità e si addice in modo sorprendente agli eventi del nostro tempo. “Bandito” è un gioiello che sono certo avrà un posto d’onore nella vostra libreria, un dono di speranza che Selma Lagerlöf ha consegnato alle generazioni future. Auguro un buon mese di marzo a tutti i lettori.

Giulio Dogliotti

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