Un libro al mese: “Guerra e Guerra” del premio Nobel Krasznahorkai

Una profonda riflessione tra angoscia e speranza.

Un libro al mese: “Guerra e Guerra” del premio Nobel Krasznahorkai

Riproponiamo la recensione mensile di Giulio Dogliotti questa volta dedicata a un fresco premio Nobel.

Il titolo “Guerra e Guerra” che rievocava il famoso “Guerra e Pace” di Tolstoj e la fascetta gialla con la scritta “Premio Nobel per la letteratura 2025”, mi hanno convinto ad acquistare il libro di questo scrittore ungherese che non conoscevo.
La motivazione del Nobel è: «Per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte».

Una scrittura particolare

Dapprima il tipo di scrittura del romanzo mi ha lasciato perplesso: la sintassi singolare dai periodi davvero lunghissimi e quasi ipnotici, frasi che sembrano inseguire qualcosa che non si può mai afferrare del tutto, con un flusso di pensieri senza interruzione, insomma una prosa che esige notevole attenzione e parecchie pagine per farci l’abitudine. Proseguendo la lettura però, proprio questa tensione realizza la bellezza dell’opera. Insomma lo stile di Krasznahorkai si può paragonare a un fiume in piena, con le parole che erompono “simili alla lava da un vulcano”, come ha detto l’autore in un’intervista, una corrente di riflessioni che non concede pause, un tipo di scrittura che esige un certo impegno da parte del lettore ma che ripaga con una rara forza creativa che non deve essere costretta in “belle frasette, corte e ben curate ma artificiali”. “Guerra e Guerra” non è solo un libro da leggere, è un’esperienza da percorrere, un romanzo in cui disperazione e speranza si intrecciano fino a diventare indistinguibili.

La trama, senza spoilerare

Ogni pagina vibra di angoscia, ma anche di un’ostinata fiducia nella parola scritta, unico mezzo che può gestire il caos. Senza spoilerare troppo, il racconto inizia con la vicenda di György Korin, un archivista ungherese che scopre un antico manoscritto che, secondo lui, contiene la verità sull’essenza di vicende storiche che accomunano quattro personaggi vissuti in epoche diverse che però, in un onirico percorso senza soluzione di continuità, si ritrovano insieme ad essere testimoni in un viaggio nei secoli e nei luoghi: da Budapest a Creta, da Colonia a Venezia e poi a Gibilterra. Korin, spinto da un’urgenza quasi mistica, decide di trascrivere il manoscritto e diffonderlo su Internet, convinto che in tal modo potrà salvarlo dall’oblio.

La sua impresa, apparentemente assurda, diventa un gesto di fede nella parola e nella memoria. La scelta di Internet come strumento di eternità è insieme ironica e tragica: il mezzo più effimero della modernità scelto per un sogno d’immortalità lo porterà fino a New York e in fine in Svizzera. “Guerra e Guerra” è un romanzo che parla di guerra in senso universale: la guerra tra ordine e caos, tra luce e tenebra, tra la necessità di significato e la certezza che il mondo ne è privo. È un libro difficile ma essenziale che mostra la fragilità del linguaggio e, insieme, la sua potenza. È una meditazione sul destino della parola, sull’urgenza di testimoniare anche quando nessuno ascolta o può capire. Dopo averlo letto si prende coscienza che scrivere – o leggere – è un atto di resistenza contro l’oblio.

Giulio Dogliotti