Fotografia

Un Arlecchino d'autore nelle foto di Bellardone e Boffa

Un libro fotografico, avviato nel 2010, racconta il grande Ferruccio Soleri

Un Arlecchino d'autore nelle foto di Bellardone e Boffa
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Il 6 marzo del 2010, grazie ai buoni uffici del chitarrista e violoncellista vercellese Leonardo Cipriani, che da anni lavora per il Piccolo Teatro di Milano, i due bravissimi fotografi di Villata Cele Bellardone e Dino Boffa andarono a Milano e trascorsero un’intera giornata - prima nella sua abitazione, poi al “Piccolo” - con il più grande Arlecchino di tutti i tempi, l’”Arlecchino di Strehler” Ferruccio Soleri. Il loro scopo era di fotografare per un intero giorno Soleri, nella quotidianità e sul palcoscenico, anche dietro le quinte. Poi, sette mesi dopo, tornarono al “Piccolo”, durante una rappresentazione di “Arlecchino servitore di due padroni” per completare l’opera.

Dodici anni dopo il libro

Quelle foto furono poi riportate nove anni dopo al “Piccolo”, per concordare la realizzazione di un libro fotografico che, causa Covid, è finalmente uscito nel dicembre dello scorso anno, edito da “Effedì” di Vercelli”. Il volume “Arlecchino - Una vita in maschera” è stato presentato il 6 dicembre scorso al Chiostro “Nina Vinchi” del “Piccolo”, presenti gli autori, il loro grande collega (nonché loro ammiratore) Gianni Berengo Gardin, il regista Stefano De Luca, e l’ordinaria di Estetica all’Università di Milano Maddalena Mazzocut-Mis. Moderatore, l’avvocato vercellese Filippo Campisi.

La presentazione a Vercelli

Martedì scorso, bis della presentazione, ma stavolta al “Ridotto” del teatro Civico, affollato di presenti, con l’assessore alle Politiche cultuali del Comune Gianna Baucero e con l’ex assessore alla Cultura Pier Giorgio Fossale al posto della docente universitaria e del regista. Ovviamente, pur legato alla nostra città, non c’era il novantaduenne Berengo Gardin.

La presentazione, con le immagini del libro proiettate su un uno schermo che sovrastava i relatori, è bella ed efficace. Notevole l’introduzione di Campisi, che ha detto, tra l’altro: “Si coglie, sfogliando le pagine, anche l’elemento base del fascino del teatro, che è il rapporto tra attori e pubblico, tra chi recita e chi assiste alla recita, tra chi mette tutto sé stesso nel rappresentare e chi attende quella rappresentazione e poi ringrazia. Due corpi vivi, diversi ma complementari che, prima nel buio e poi in piena luce, danno vita insieme a quella magia che ogni sera si ripete in un teatro”.

Il plauso del grande Soleri

Il volume di Bellardone e Boffa è piaciuto tantissimo allo stesso Soleri (oggi novantatreenne) che ha scritto, nella presentazione: “Boffa e Bellardone sono riusciti attraverso le loro immagini a raccontarmi come le parole non avrebbero potuto fare”. E, a proposito di parole, è stato assai bravo Fossale a sollecitarne ai due autori che, nel pieno rispetto della regola aurea imposta da Berengo Gardin (“Lasciate soprattutto parlare le immagini”), avrebbero voluto stare in silenzio. Hanno invece parlato, eccome, cimentadosi assai bene pure nell’arte oratoria.

Il volume si può trovare in libreria: costa 25 euro.

E.D.M.

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