Artista da riscoprire

Umberto Cavalli: al Museo Leone una mostra imperdibile

Fino al 14 aprile 2024, scorci di incredibile finezza di una Vercelli che non esiste più

Umberto Cavalli: al Museo Leone una mostra imperdibile
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E' allestita al Museo Leone, nella Sala d’Ercole la prima mostra dedicata all’artista vercellese Umberto Cavalli, riscoperto dopo più di un secolo di oblìo. La mostra presenta una serie di disegni litografati che propongono angoli di Vercelli e della sua campagna di inizio Novecento, scorci che sono radicalmente cambiati o addirittura che non esistono più, come il lavatoio con tettoia nella zona dell'attuale stadio.

Una mostra sicuramente da non perdere per la finezza dell'artista che avrebbe potuto avere il suo posto fra i maestri vercellesi se solo non fosse mancato a poco più di quarant'anni.

Per un approfondimento delle tematiche della mostra ecco il resocondo stilato dall'ottima Piera Mazzone, che oltre a seguire con grande puntualità tutti gli eventi culturali Valsesiani non manca di occuparsi anche di personaggi e vicende vercellesi.

Album
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L'album delle litografie

Mentigazzi Ferraris Parente 1
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Un momento dell'inaugurazione

Gianni Mentigazzi
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Gianni Mentigazzi

Giovanni Ferraris (3)
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Giovanni Ferraris

Mentigazzi e Ferraris
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Il discorrso di Mentigazzi

Signora Ines
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3. Signora Ines Casati

cavalli_disegno
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Il vecchio lavatorio

La riscoperta di un raffinato artista

Il Presidente del Museo Leone, Gianni Mentigazzi ha accolto il pubblico: “La vostra presenza così numerosa e qualificata ci conforta nella riscoperta di uno straordinario artista vercellese, morto nel 1927, a soli quarantaquattro anni, che ebbe l’onore di vedere pubblicate diciotto sue incisioni in un Album edito nel 1900 da Gallardi e Ugo: Vercelli e dintorni. Schizzi dal vero disegnati in litografia, dedicato al Conte Edoardo Arborio Mella, promotore dell’istituzione a Vercelli nel 1841 di una scuola di disegno denominata Istituto di Belle Arti. La scelta del giorno dell’inaugurazione non è affatto casuale: Umberto Cavalli nacque a Vercelli il 1 febbraio 1883. Quella Vercelli di fine Ottocento oggi non esiste più, ma le immagini la fanno rivivere. La Signora Ines Casati, vedova di Amedeo, nipote del geometra Giovanni Cavalli, padre di Umberto, è la vigile conservatrice della memoria di questo artista, che oggi condivide generosamente con noi, grazie al saggio pubblicato dal Presidente della Società Storica Vercellese, Giovanni Ferraris, dal quale nasce la mostra. La presenza del Prefetto Lucio Parente è sempre per noi un onore”.

Il Prefetto ha osservato che oltre ai paesaggi sono ritratte alcune persone di quella Vercelli di fine Ottocento, inizio Novecento: testimonianze straordinarie per la cultura e la conoscenza sociologica di un territorio.

Ha partecipato all’inaugurazione l’assessore del Comune di Vercelli, Ombretta Olivetti, che ha avuto parole di elogio per questo precocissimo artista, apprezzando anche le originali nature morte.

Le poche notizie su Umberto Cavalli

Giovanni Ferraris, curatore della mostra, l’ha brevemente presentata, per dar modo di ammirare le opere esposte: “Questo lavoro, pubblicato sul Bollettino Storico Vercellese n. 100, è nato, come molti altri, dall’amore per questa città, e dall’interesse che nutro nei confronti della storia locale, uniti a quello del collezionismo. L’Album che è qui esposto, mi ha suscitato molte curiosità, inducendomi a confrontarmi con la Signora Ines, che è stata sempre molto accogliente e generosa, permettendomi di accedere a tutto il materiale necessario per ricostruire la storia di questo artista, dal 1895 al 1903 allievo del Professor Edoardo Sassi all’Istituto di Belle Arti, che fino ad oggi era quasi del tutto sconosciuto. L’Album fu pubblicato quando Cavalli aveva solo diciassette anni. Con l’aiuto di Riccardo Rossi, che lavora presso il Museo Leone, ho scoperto che per la mostra di Roma del 1901 Sassi raccolse in due grandi Album i saggi dei suoi allievi migliori, tra i quali si contano una quarantina di opere di Umberto Cavalli, comprendendo tra esse gli schizzi di tutte le litografie pubblicate (I due Album furono donati al Museo Leone dagli eredi di Edoardo Sassi nel 1991, in occasione della mostra dedicata all’Istituto di Belle Arti di Vercelli tra Ottocento e Novecento, curata da Amedeo Corio). Ogni litografia pubblicata trova confronto in due o tre disegni originali. Le vedute sono divise in due parti: la prima dedicata alle campagne vercellesi, quell’allora immediata periferia di Vercelli, che oggi si presenta completamente urbanizzata e gli interni più classici, come la Piazzetta Ranza e il vicolo San Bernardino. Altra preziosa fonte di notizie sono stati i diari di Camillo Leone, che annotava scrupolosamente quanto ascoltava nelle conversazioni al Circolo Ricreativo”.

Pubblico affascinato dalle opere

Le numerose persone presenti erano molto incuriosite e commentavano le immagini esposte: disegni, litografie, quadri a olio, ritrovando l’autentico spirito della città ed ammirando il tratto sicuro ed elegante di un giovane assai promettente, ma che purtroppo, a causa della salute assai cagionevole, dovette limitare l’attività artistica ai primi vent’anni della sua esistenza.

La mostra, a ingresso libero, rimarrà allestita fino al 14 aprile, quindi l’invito è quello di concedersi una visita con tempo e tranquillità, per cogliere quei particolari che al vernissage potrebbero essere sfuggiti.

Piera Mazzone

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