Ultimi giorni della mostra Il Legno che Canta in Arca
In onore di Angelo Gilardino, rimarrà aperta nei fine settimana fino al 7 gennaio a ingresso libero
”Il legno che Canta” è la mostra allestita nello spazio “Arca” che ha dato il via a un anno di eventi per ricordare il compositore Angelo Gilardino e c’è tempo per visitarla solo fino al 7 gennaio, l’ingresso è libero e vale certamente la pena una visita.
Promossa dall’associazione culturale "Angelo Gilardino", con il patrocinio del Comune, la mostra unisce due delle grandi passioni del compositore vercellese, la chitarra, ovviamente, e l’arte, in particolare la pittura italiana dell’Ottocento.
Nella foto un momento dell'inaugurazione.
Le chitarre
La parte musicale presenta una quindicina di strumenti che vanno dal 1794 ai primi decenni del XIX Secolo e che fanno parte della rilevante collezione del liutaio Lorenzo Frignani, che tra le altre cose ha ereditato la collezione di chitarre di Gilardino, che sarà oggetto di una mostra specifica nel 2024. Ci sono strumenti realizzati da Carlo e Gaetano Guadagnini, Denis Nicolao, Gennaro e Giovan Battista Fabricatore, Gaetano e altri maestri liutai. Nomi che a chi non è del settore magari non dicono nulla, ma che, grazie all’apparato storico, rivelano storie appassionanti d’ingegno, molti strumenti sono comunque veramente oggetti d’arte che appassionano solo con la loro materialità e le ricche decorazioni.
I quadri
La parte pittorica è invece stata curata da un grande collezionista e mercante d’arte: Italo Segalini, che ha portato tele di grandi maestri italiani dell’Ottocento.
Sono una quarantina di capolavori. Il valore di tali opere sta tutto nel gusto di rappresentare con efficacia scene di vita popolare, come nell’immenso quadro che chiude il percorso espositivo “La Sacra Famiglia” di Giacomo Grosso, ma sono diversi i dipinti corali con personaggi del popolo, eventi storici, “L’incontro con il Re” di Giovanni Giani, ritratti della nobiltà, paesaggi, fra cui una composizione dal sapore cavalleresco, “Muzio Attendolo Sforza che lancia l’accetta sull’albero”, di Massimo Taparelli D’Azeglio (sì proprio lo statista a cui è intitolata una piazza nel cuore di Vercelli), Per citare alcuni degli altri artisti: Francesco Vinea, Vincenzo Cabianca, Luigi Busi, Gerolamo Induno, Enrico Crespi e altre firme. La mostra presenta anche l’evoluzione pittorica dai toni più manieristi ai primi echi dell’Impressionismo che arrivava dalla Francia.
Orari
Gli orari di apertura: sempre aperto anche nel periodo festivo, dal venerdì alla domenica compresa. Il venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; i sabati e le domeniche dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Ingresso libero.