Teatro Civico pieno per i "Perfetti sconosciuti"
Successo per la tappa vercellese della commedia di Paolo Genovese
Lo spettacolo “Perfetti sconosciuti” per la regia di Paolo Genovese, presentato ieri sera al Teatro Civico ha fatto il tutto esaurito, del resto c'era da immaginarlo, come fu per la versione cinematografica del 2016.
La drammaturgia della versione teatrale non ha subito variazioni, se non per il cast di attori: Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Anna Ferzetti, Valeria Solarino, che hanno saputo incarnare al meglio le potenzialità della commedia come pure evidenziando le linee di critica alla società e alle ipocrisie del nostro tempo, mettendo a nudo temi del nostro quotidiano.
Una cena tra amici
La vicenda si svolge una sera, Eva e Rocco, una coppia, sposati da tempo, decidono di invitare a cena il rodato gruppo di amici, Cosimo e Bianca, Lele e Carlotta e Beppe, ognuno con la propria storia: una coppia in cerca di un figlio, un’altra in forte crisi matrimoniale, e un amico divorziato e disoccupato, alle prese con una nuova relazione di cui tutti vogliono sapere qualcosa in più.
La scena si apre mostrando uno spaccato d'interno di un'abitazione, una cucina a vista alle spalle di un soggiorno dal gusto un po' retrò e un esterno, con l’affaccio su un’eclissi di luna che rischia di somigliare all’anima dei sette amici, così fredda e buia, illuminata soltanto dalla luce dei loro smartphone.
Il gioco
Dopo i saluti formali, e i soliti discorsi, ad un tratto qualcuno decide di fare un gioco: per tutto il tempo della cena i cellulari di tutti saranno messi sul tavolo e ogni messaggio o chiamata sarà condivisa con i commensali.
Così che il tutto si capovolge, diventando perfetti sconosciuti anche agli occhi di chi ci vive accanto e giura di conoscerci da una vita. Il gioco porta a rivelazioni e conseguenze davvero dirompenti ed inimmaginabili.
Se il tutto fosse successo davvero.... I segreti che nascondono sono stati comunque svelati da quella che si può definire “la proiezione” di ciò che sarebbe potuto succedere ma che non è veramente accaduto, quindi un solo immenso "what if" e una cena che si conclude con un sorridente selfie di gruppo osservando l'eclissi di luna, e ancora una volta con i propri scheletri nell'armadio al sicuro.
Caterina Contato