"Romanzo per l'estate": presentazione a Varallo
Scritto da Enzo Barbano
Sabato 6 luglio 2024, alle 10.30, in Biblioteca a Varallo, sarà presentato: “Romanzo per l’estate”, scritto da Enzo Barbano, stampato artigianalmente in alcune copie donate ad amici o conoscenti e alla Biblioteca, con l’invito di non pubblicizzarlo.
Presentazione
L’edizione del romanzo è stata curata dai nipoti Marta e Nicola e da Daniele Conserva, che su invito di Enzo nel 1999 gli fece da “editor” per quello che definiva: “romanzetto”: “Quando non ci sarò più, stampalo con i miei Eredi”.
Enzo Barbano
E’ giunto il momento di presentare un insolito Enzo Barbano che ben si destreggia nella prosa narrativa. Il libro fu dedicato ad un’amica di lunga data, che condivise la gioventù spensierata del primo dopoguerra, e con la quale mantenne sempre un’amicizia affettuosa. In queste pagine rivivono gli anni che precedettero lo scoppio della seconda guerra mondiale e il boom economico, che fanno da sfondo alla storia di un amore giovanile che travalica il tempo e resta radicato nell’animo del protagonista, come restano salde alcune amicizie nella mente e nel cuore di chi ha avuto la fortuna di viverle.
Talento letterario
Il talento letterario di Enzo Barbano è presente anche nelle sue opere storiografiche, caratterizzate da una prosa avvincente, immaginifica, ricca di aggettivazioni e di note colte: cercava sempre la dimensione umana e psicologica, privilegiava l’interpretazione della storia come teatro in cui agiscono gli individui, più che le forze collettive, e dove i rapporti tra cause ed effetti non sono sottoposti a rigide concatenazioni deterministiche, ma sono aperte a sempre nuove potenzialità.
Questo cammeo narrativo è un insolito regalo, postumo: portate a termine le sue opere storiche maggiori, Enzo volle concedersi un divertissement, disseminando indizi piuttosto che svelare trame. Forse anche questo breve romanzo è una traccia, la spia di una vita che avrebbe potuto essere completamente diversa, ma non lo sapremo mai, quindi gustiamoci serenamente la piacevole lettura di quest’ultimo, affettuoso dono, di un uomo che seppe sempre guardare la Vita dall’alto, sorridendo di vizi e debolezze: «Homo sum, humani nihil a me alienum puto”, “Nulla che sia umano mi è estraneo”.