Reperti mai visti dell'antico ospedale di Vercelli in mostra al Mac
Si ripercorrono 800 anni di storia tra documenti e testimonianze

Novecento casse di reperti archeologici sono un'enormità, si parla di migliaia di reperti di epoche diverse che da alcuni mesi sono tornati a Vercelli, dove erano stati scavati, dai Musei Reali di Torino dove erano depositati.
Una "prima" assoluta per i vercellesi
Ci sarà lavoro per anni per lo staff del Museo Archeologico Civico di Vercelli, il "Mac", nel complesso di Santa Chiara, e per gli studiosi per catalogare e studiarli. Intanto però una prima parte è esposta fino a giugno al piano terra del Mac insieme a planimetrie e documenti della struttura che ripercorrono le varie epoche dalla costruzione, sempre per merito del cardinale Guala Bicchieri nel XIII secolo (fu fondato nel 1224), fino agli anni Sessanta del secolo scorso, quando l'antico ospedale venne abbattuto in una di quelle devastazioni insensate tipiche di quel periodo, slavando solo ciò che oggi si sta finendo di recuperare.
Una mostra che è di fatto il primo evento di "Vercellae Hospitales" seconda edizione, che avrà il suo clou dall'11 al 13 aprile.
“Polli, carni fresche, mandorle, vino”
Il titolo “Polli, carni fresche, mandorle, vino” è senza dubbio curioso, ma ricalca l’enunciato di un testamento del 1246, col quale l’ospedale di Sant’Andrea veniva indicato quale erede universale di terreni a Greggio e Gattinara, obbligandolo ad usarne le rendite per l’acquisto di “polli, carni fresche, mandorle, vino e altre cose pro pitancia infirmorum”.
Lo spazio occupato dai fabbricati dell’antico ospedale è massicciamente documentato dal punto di vista cartografico, ma le prime planimetrie disponibili risalgono al ‘700.
Per i cinque secoli precedenti dobbiamo affidarci ai documenti scritti e all’archeologia. Integrando le fonti, è possibile elencare gli edifici che costituirono l’istituzione, ipotizzare l’ubicazione di quelli che scomparvero o furono sostituiti e suggerire il contesto entro il quale si svilupparono.
Nel corridoio di pian terreno del Mac, si alternano così pannelli ricostruttivi del complesso ospedaliero a manufatti ceramici provenienti da indagini archeologiche condotte in città e ora al MAC, in deposito dai Musei Reali di Torino. come ha ricordato l’archeologo Fabio Pistan, curatore archeologico del Museo e curatore della mostra, che ha poi condotto autorità e giornalisti a visitare l'esposizione, dando conto delle varie scelte e del valore dei reperti esposti.




Al taglio del nastro, insieme al sindaco Roberto Scheda, al conservatore del Museo Leone e del Mac, Luca Brusotto e al presidente del Museo Leone Gianni Mentigazzi, è arrivata a Vercelli anche Elisa Panero, della direzione dei Musei Reali.
La mostra sarà visitabile sino alla metà di giugno. Fino al 31 marzo dal martedì al venerdì dalle 15 alle 17,30; sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 17,30. Dal 1° aprile dal martedì al venerdì dalle 15,30 alle 18; sabato e domenica dalle 14 alle 19.