Arte Contemporanea

Massimo Paracchini esporrà alla "Triennale" di Roma

Una sua recentissima opera sarà nell'esposizione dall'1 al 15 dicembre.

Massimo Paracchini esporrà alla "Triennale" di Roma
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L'artista vercellese Massimo Paracchini è stato invitato alla settima edizione della prestigiosa Esposizione Triennale di Arti Visive, che si terrà a Roma dal 1 al 15 dicembre. Esporrà una sua recente opera intitolata “Re-Genesis: Towards the shining light in Psykotrance”

L’opera è stata selezionata per essere esposta presso i “ Musei di San Salvatore in Lauro” del Pio Sodalizio dei Piceni, nel Salone dei Piceni, in Piazza S. Salvatore in Lauro n.15, nel pieno centro storico di Roma, vicino a via dei Coronari e Piazza Navona e facilmente raggiungibili da Castel Sant’Angelo, San Luigi dei Francesi e Palazzo Madama.

La Triennale di Roma 2023

Il tema dell’edizione 2023 della "Triennale" è “La poetica delle differenze. Alla ricerca di un nuovo Umanesimo”, sui concetti di differenza e finesse, e proprio il termine “differenze” comprende tutte quelle “sottigliezze” che connotano l’unicità di ogni essere umano e di ogni artista. La principale linea concettuale della mostra intende rievocare la tensione utopica e la libertà espressiva che permea la filosofia del celebre critico Harald Szeemann.

Curatrice di tale edizione sarà Stefania Pieralice, già curatrice del Padiglione Nazionale Guatemala alla 56° Esposizione Internazionale d’Arte - La Biennale di Venezia e del medesimo Padiglione presente alla 16° Biennale di Venezia - Architettura e che parteciperà anche alla prossima Biennale di Venezia Arte 2024. Ha rivestito inoltre il ruolo di direttrice artistica in mostre d’arte contemporanea, svoltesi in prestigiose sedi.

La società Start, che ha dato origine alla manifestazione artistico-culturale già nel lontano 2002, per questa edizione le ha affidato la direzione artistica, insieme ad una commissione critica, sono stati selezionati gli artisti e si è anche deciso di curare e promuovere la partecipazione dell’artista vercellese, dopo aver valutato la qualità artistica dell’opera, che avrà diritto ad avere un focus critico di approfondimento che verrà pubblicato in catalogo e l’inserimento nella collana di studi OPRA (Opera Programmatica di Riqualificazione Artistica) fondata a Tokio nel 1939 e tradotta bilingue (italiano-giapponese). La rivista è strumento di storicizzazione internazionale per l’arte e mette a confronto nomi celebri dell’arte orientale con artisti di fama internazionale. La rivista è in consultazione presso i cinque atenei principali giapponesi: Università delle Arti di Tokio, Università delle Arti di Osaka, Università Imperiale di Tokio, Università di Kyoto, Istituto Internazionale di ricerca di Nagano.

Il concetto del lavoro di Paracchini

Concettualmente l’opera di Massimo Paracchini rappresenta la genesi e l’alba di un nuovo mondo immaginato, dove si vuole catturare lo splendore della luce più intensa del bianco, il colore più elegante dell’assoluto, che indica totalità e potenza, e la sua purezza infinita che racchiude in sé tutti i colori dello spettro solare, a cui si arriva solo dopo aver brancolato nel buio più profondo e abissale.

L’opera esposta è una delle più recenti creazioni astratte, informali e aniconiche di Paracchini, che segna una sorta di ri-genesi della forma, del volume e del colore, nata dagli abissi profondi della mente e dell’anima, un’altra delle sue personali pittosculture, cioè una sorta di scultura della tela, dove oltre alla ricerca cromatica propria della pittura vengono messe in evidenza le forme e i volumi della tela in rilievo scolpiti dalle variazioni della luce nell’arco della giornata, dall’alba al tramonto. La tecnica, inventata già da parecchi anni da Paracchini, è stata sempre più perfezionata, trovando in questo modo la sintesi delle due arti e riuscendo a coinvolgere lo spettatore sia da un punto di vista visivo che tattile. Tale ricerca attualmente sta ricevendo numerosi apprezzamenti e consensi sia da parte del pubblico che della critica a livello internazionale.

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