Incontro con l'autore

Lorenzo Tosa ospite di Mondadori e Diapsi Vercelli il 4 aprile

In San Pietro Martire alle 18, tema il libro sul padre dello scrittore e il disagio mentale

Lorenzo Tosa ospite di Mondadori e Diapsi Vercelli il 4 aprile
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L’associazione Diapsi Vercelli e Mondadori Store Vercelli, organizzano un Incontro con Lorenzo Tosa, autore del libro “Vorrei chiederti di quel giorno. Vita e morte di un ragazzo che era mio padre” (Rizzoli).

L’appuntamento è per giovedì 4 aprile alle ore 18, nella chiesa di San Pietro Martire, via Dante 93 (ingresso dal chiostro). Il libro è un racconto struggente che scava nella profondità della memoria personale e familiare per fare i conti con le ferite di una generazione.

«Non è una storia a lieto fine, ma è la storia di mio padre, una storia privata e pubblica insieme, intima e collettiva, ed era arrivato il momento di raccontarla».

I relatori

All’incontro, moderato da Lara Giorcelli, interverranno Chiara Guerriero, medico specialista in psichiatria, Elena Macchiarulo, psicologa e psicoterapeuta, e Lorena Chinaglia, presidente dell’associazione Diapsi Vercelli.

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Contatti; 347 - 1435898; lara.giorcelli@gmail.com

Chi è l'autore

LORENZO TOSA (Genova, 1983), giornalista professionista, da anni scrive su alcune delle principali testate italiane di politica, attualità, cronaca, sport. È stato direttore di “Next
Quotidiano” e attualmente collabora in Italia con “Style Magazine”, periodico del “Corriere della Sera”, e in Francia con “Radici”, oltre a curare la comunicazione per start-up innovative, enti no-profit e terzo settore.

Esperto di comunicazione politica e social, con circa 740.000 follower e 1,2 milioni di persone raggiunte ogni mese è il secondo giornalista più seguito in Italia.

La scheda del libro

«Sapere o ignorare sono forme simmetriche di salvezza.» È in questo dittico contraddittorio e duellante l’innesco del racconto di Lorenzo Tosa.
E l’inchiesta privata e corale su Bruno, suo padre, morto suicida il 2 aprile 1986, non può che partire dall’ultimo giorno e dalle ultime ore trascorse insieme. Lorenzo aveva solo due anni e mezzo, non può ricordarle ma può ricostruirle e in parte immaginarle, e da lì avviarsi nel lungo e tortuoso viaggio per ricomporre i pezzi di una storia finora taciuta, in un’operazione di omissione concordata messa in atto dalla sua famiglia.

Lo farà parlando con chi Bruno lo ha conosciuto e amato, gli amici, i compagni, le donne della sua vita; ricorrendo alla memoria e ricucendo i frammenti di Bruno arrivati
fino a lui, senza sconti per nessuno e per se stesso; scavando anche nelle proprie insicurezze di bambino, di giovane adulto e di genitore a sua volta, per rispondere all’urgenza di conoscere e raccontare suo padre.

C’è quindi Genova in queste pagine, c’è l’Italia degli anni Sessanta e Settanta e la generazione della politica e della contestazione, il turbinare nell’aria e nei cuori di nuovi modi di stare insieme nell’amicizia e nell’amore, e lo scontro tra i padri e i figli che sarà la cifra forse più paradigmatica di quegli anni.

Dentro la vicenda di Bruno Tosa, ragazzo di trentatré anni, c’è la riflessione, così attenta e delicata nelle parole di Lorenzo, sul crollo psichico che porterà all’esito della vicenda, sullo stigma che il disagio mentale ancora si porta dietro, sulla cronaca di una morte non annunciata.

Un racconto spietato e tenero, composto di silenzi e urla rabbiose, di presenze, assenze e abbandoni. Un cerchio che si chiude, nella salvezza che solo il conoscere può garantire, avvicinandosi un pezzo alla volta «a quell’utopia che chiamiamo anche verità».

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