INIZIATIVE - La Cultura Ebraica a tavola

La cucina come aspetto di una storia unica e affascinante.

INIZIATIVE - La Cultura Ebraica a tavola
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La cucina come aspetto di una storia unica e affascinante.

La scorsa domenica 9 ottobre, nel salone della Comunità Ebraica in via Foa 70, numerose persone, accolte. dalla Presidente, Rossella Bottini Treves, hanno assaggiato piatti della tradizione "kosher", preparati da una chef nata in Usa ma ormai trinese da molti anni: Jill Krakow. Aromi speziati e gusti diversi dal solito sono stati i migliori ambascatori di una tradizione di cucina che rispecchia profondamente la storia di un popolo che ha attraversato i diversi continenti, adattando le loro regole alimentari attraverso la tradizione famigliare e utilizzando i prodotti che offriva il territorio che li ospitava. Un bel successo per un'iniziativa che si ripeterà anche a novembre e dicembre, quando saranno organizzati altri due incontri “serviti in tavola”: l’attuale cucina israeliana (13 novembre) e poi i piatti della nostra tradizione askenazita (18 dicembre). Sono previsti futuri incontri con esperti e rabbini per i necessari approfondimenti relativi alle “Norme alimentari ebraiche” legate all’osservanza e alle regole della Kasherut e ci aspettiamo tante domande e tanti…perchè? 

Proseguono inoltre le aperture per le visite guidate alla Sinagoga di Via Foa 58: domenica 23 e domenica 30 ottobre dalle ore 14 alle ore 17, con visite ogni 30 minuti. Non occorre la prenotazione. nformazioni: 3392579283 oppure segreteria.comunitaebraicavc@gmail.com

Ecco un estratto del comunicato diffuso dalla Comunità Ebraica sull'evento.

Tradizioni ebraiche attraverso il cibo, questo il fine del nuovo ciclo di incontri conviviali organizzati dalla Comunità Ebraica di Vercelli e aperti al pubblico, un viaggio culturale percorso a tappe, la prima, appunto domenica 9 ottobre, momento in cui si è svolta in Sala Foa una tipica cena della tradizione ebraica sefardita. Ai fornelli Jill Krakow, ebrea originaria degli Stati Uniti, appassionata e abile chef de cuisine, trasferitasi da anni a Trino Vercellese dove risiede con la famiglia.
Jill racconta che la sua passione è nata grazie alle sue nonne, ebree di origine lituana «che preparavano piatti buonissimi, e anche in quantità perché le loro case erano sempre piene di ospiti». I suoi viaggi e le sue esperienze di vita le hanno permesso di conoscere tradizioni culinarie diverse, come quella sefardita che dice di aver conosciuto «durante un viaggio in Sud America, nella Comunità Ebraica di Caracas: «mi è piaciuta la miscela delle spezie, e la combinazione di dolce e salato. La cucina israeliana era una delle prime di arrivare in America in forma di street food, ed era perfetta per una studentessa universitaria con pochi soldi e meno tempo». Ma la sua capacità di preparare piatti degni di un ristorante si è sviluppata solo in seguito al trasferimento in Italia da New York, luogo dove ha trovato ulteriori stimoli ambientali e famigliari.
Jill ha già organizzato rinfreschi e buffet per la Comunità Ebraica di Vercelli di cui fa parte, come ad esempio in occasione della presentazione al pubblico del Keren Kayemeth LeIsrael Italia Onlus svoltasi in Sinagoga e poi nel giardino, lo scorso 26 giugno. In occasione della cena sefardita vercellese ha deliziato i partecipanti con piatti tradizionali degli ebrei della Spagna, del Nord Africa e della Persia: polpette di pesce in salsa di pomodoro, zuppa di zucca speziata, adafina di carne, cous cous vegetariano e tishpishti di noci. Ad aprire la cena, il tradizionale pane del Sabato, la challah, nella variante aromatizzata dai semi di finocchio. Le ricette, sconosciute alla quasi totalità dei partecipanti, sono state illustrate e contestualizzate non solo con la descrizione degli ingredienti, ma anche con la spiegazione dei rituali legati al cibo nell’ambiente ebraico e con aneddoti di vita famigliare e curiosità: tra le verdure in accompagnamento al cous cous ad esempio, c’era l’okra, originaria dell’Africa tropicale, coltivata direttamente da Jill.
La cena sefardita si è svolta in un clima intimo e conviviale, seppur gli ospiti fossero di estrazione, di religione e di provenienza diversa. L’incontro è stato infatti destinato al pubblico non di origine ebraica e con notevole successo dell’iniziativa, a riprova dell’interesse nei confronti della cultura ebraica con questa modalità di conoscenza che costituisce un ulteriore modello da alimentare per una efficace integrazione tra le diverse culture attraverso il cibo. Rossella B. Treves, introducendo la serata, ne ha spiegato l’intento didattico, e ha anticipato la calendarizzazione di ulteriori eventi legati alla cucina tradizionale ebraica secondo le relative norme.

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