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Il compositore vercellese Paolo Boggio protagonista a Santiago del Cile

Il pianista Massimiliano Génot eseguirà "Elegia" al teatro dell'Università

Il compositore vercellese Paolo Boggio protagonista a Santiago del Cile
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Nella foto il compositore vercellese Paolo Boggio.

Nella nottata, corrispodente alla serata di Santiago del Cile, protagonisti un compositore vercellese Paolo Boggio e un pianista ben noto in città, Massimiliano Génot, che eseguirà il brano "Elegia" di Boggio in una serata della rassegna QUINTO CICLO DE PIANO, al Teatro Universidad del Cile. Il titolo del concerto è "El mundo Contemporaneo Italiano" e la composizione del vercellese è in ottima compagnia... nel programmi figurano infatti grandi nomi della musica nazionale: Luciano Berio, Alberto Colla, Giuseppe D'Angelo, Willy Merz e Salvatore Sciarrino.

La sinossi del brano spiegata dall'autore

"Elegia" è una composizione del 2017 eseguita più volte a livello internazionale, ecco come lo stesso Paolo Boggio ne parlava in un'intervista a Notizia Oggi Vercelli, del suo brano: «Sia nell’iconografia che nella letteratura medievale esiste il “tema” della contesa tra demoni e angeli di persone in articulo mortis. Lo stesso soggetto, leggermente traslato al post mortem, trova spazio in tutte le letterature “di genere”, dal Libro Tibetano al Libro Egiziano dei Morti, alle Lamine Orfiche, in cui si narrano le vicissitudini del defunto “in attesa di giudizio". Il brano, in due sezioni, è giocato su tre elementi fondamentali che interagiscono in una struttura a tasselli: un primo tema “angelico” in 3/8, dal carattere serafico e un po’ freddino, apre il brano. Ad esso fa seguito un secondo tema affidato principalmente al pianoforte, caratterizzato da un maggior spessore emozionale: allegoria dell’istanza “umana”. Il tema “demoniaco” (se i tre temi fossero personaggi sarebbe un Mister Hyde) afferma la propria ludica e spregiudicata consistenza clownesca ricorrendo a schizzi di gestualità e metri che rimandano ad un foxtrot o ad un ragtime totalmente trasfigurati.
La seconda sezione, lenta e lunare, vuol essere metafora della Morte che, accoglie tra le braccia le sue “creature”, cullandole in un’amniotica ninna-nanna finale nel cui mare “è dolce naufragar”».

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