Grandi maestri dell'arte italiana in Arca nel settembre 2025 per Risò
Prestigioso progetto ma San Marco e Arca andrebbero tenuti aperti tutto l'anno
Il sindaco di Vercelli Roberto Scheda ha annunciato che in occasione del grande evento di Risò, settembre 2025, l'Arca di Vercelli tornerà ad esporre grandi capolavori grazie alla collaborazione con la Fondazione Giuseppe Iannaccone di Milano per un'esposizione sulla pittura e la scultura a cavallo fra le due guerre mondiali e vedrà esposte, fra le altre, opere di Lucio Fontana e Renato Guttuso.
Una programmazione di respiro pluriennale
«L’obiettivo - dice il sindaco - è porre in essere una programmazione con un respiro pluriennale da realizzarsi sempre in Arca, uno dei gioielli della nostra città».
La curatela dell'evento intende porre in dialogo tra alcuni artisti selezionati del Novecento italiano, come Fontana e Guttuso, e il giovane Norberto Spina che ha già esposto, oltre che in alcune gallerie internazionali, alla Royal Academy di Londra dove ha ottenuto un master in pittura. Verrà inoltre stimolato il dialogo interdisciplinare creando una sinergia tra l’arte visiva e altre forme come letteratura, cinema, musica e teatro.
Scheda ha annunciato anche una programmazione pluriennale (2025-2028) di eventi di interesse internazionale in collaborazione con altre importanti Fondazioni d’arte.
Intanto l’ex chiesa di San Marco riaprirà le porte alla Cultura già in primavera con l’esposizione sulla pittura del XIX secolo italiana in collaborazione con l’associazione culturale Angelo Gilardino.
Bene, ma Arca va ripensata
Un'ottima notizia per la cultura vercellese, ma rimane il fatto che avere una struttura come Arca e usarla solo una o due volte l'anno non è il massimo, intanto perché, come tutte le cose, meno la si usa e più si degrada.
L'ultima mostra d'arte di una certa rilevanza, esclusa ovviamente quella dedicata invece a Viotti Stradivari che non era di quel tipo, e l'esposizione legata al progetto de Il Legno che canta, fu quella dedicata a Manzù nella primavera del 2023, quindi quasi due anni e mezzo senza esposizioni di portata nazionale nel momento in cui si taglierà il nastro della nuova mostra.
Questa del poco utilizzo è stata una pecca anche ai tempi iniziali, caratterizzati dalle grandi mostre con Guggenheim. Il motivo è che la struttura, progettata per soddisfare le esigenti richieste della Guggenheim per sicurezza e climatizzazione, ha dei costi di utilizzo molto elevati e dunque risulta complicato concederla per eventi "minori", come le tante mostre che si fanno ad esempio in Santa Chiara. Forse, a quasi vent'anni dalla realizzazione di Arca, la prima mostra sul Surrealismo fu inaugurata nel 2007, bisognerebbe rivedere qualcosa nella struttura, ad esempio con una modularità che consenta di utilizzarne solo una parte, con impianto d'illuminazione sezionato in modo da poterne accendere solo dei tratti. Si potrebbe così utilizzare tutto l'anno al posto di Santa Chiara, senza la climatizzazione, da riservare solo ai grandi eventi. Inoltre visto che la chiesa di San Marco è di suo un gioiello, bisognerebbe aprirla almeno nei fine settimana, o periodicamente.
E' sperabile che nel progetto di cui fa cenno il sindaco si trovi anche il modo di rendere fruibile questo scrigno di tesori tutto l'anno e non solo ogni tanto.