Cultura

Giovanni Antonio Ranza ha la sua targa, onorato il Giacobino vercellese

Bella cerimonia davanti alla casa natale del grande personaggio vercellese

Giovanni Antonio Ranza ha la sua targa, onorato il Giacobino vercellese
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Un motto che ogni uomo politico dovrebbe eleggere a suo faro: "Il Decoro e l'orgoglio della Patria sia la prima legge, in quanto non vi è nulla di utile che non sia anche onesto".

E' il motto della "Tipografia Patria" di Giovanni Antonio Ranza e che campeggia anche sulla copertina dell'opuscolo realizzato dall'associazione che porta il suo nome in occasione dello scoprimento della targa per ricordare il "Giacobino", che è stata posta all'altezza del civico 256 di corso Libertà, la casa dove vide i Natali nel 1741.

La cerimonia

A guidare la cerimonia, avvenuta giovedì 11 aprile 2024, sono stati il presidente dell'associazione storico-ricreativa "Giovanni Antonio Ranza" Luigi Sarello e il portavoce Francesco Radaelli, insieme agli altri associati e con la partecipazione di un gruppo di studenti delle Superiori, del sindaco Andrea Corsaro e del presidente della provincia Davide Gilardino, Enti che hanno patrocinato l'iniziativa. In particolare il Comune con l'operato della Commissione Toponomastica. Dopo una serie di brevi discorsi c'è stata la cerimonia di scoprimento della targa.

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"Un personaggio eccezionale"

Il sindaco Andrea Corsaro ha esordito sottolineando: "Mi fa piacere vedere tanti ragazzi, questo quartiere del "Cappel Rosso", con la vecchia posta, la "colonna" di fra Dolcino, luogo legato anche agli assedi francesi e spagnoli, con tante tracce dell'età romana, medievale barocca...". Il sindaco, grande appassionato di storia, ha tenuto una breve ma significativa "lezione" ribadendo: "Vercelli ha anche tanti personaggi eccezionali come fu Ranza, patriota e fautore di idee di libertà".

Rivoluzionario e grande intellettuale

Riguardo l'azione di rivoluzionario del Ranza sono state accennate le sue tante iniziative "insurrezionali", lui avrebbe voluto un Piemonte unito alla Francia, esautorando i Savoia e tutto votato a mettere in pratica le idee di Liberté, Égalité, Fraternité nate dalla Rivoluzione Francese.

Ideò così il primo tricolore: rosso, blu e arancione che, come è stato ricordato, sono ancora i colori del vessillo della Regione Piemonte.

Ma lui, come è stato pure ricordato, nasceva come personaggio in ambito ecclesiastico e fu tra gli strenui difensori della Basilica di Santa Maria Maggiore dalla demolizione, che poi avvenne nonostante la sua fiera battaglia. Fu tipografo, scrittore, uomo di idee e di ideali.

Un uomo che è giusto ricordare, compito che si è assunto l'associazione a lui intitolate e che nei mesi scorsi aveva già realizzato un partecipato convegno sul Ranza.

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