Dalla carta al fenomeno Netflix: la saga Bridgerton
La serie è stata tratta dai libri della scrittrice romance Julia Quinn.
Dopo "La regina degli scacchi" di Walter Tevis, un altro grande successo di Netflix tratto da un libro, seppure di genere completamente diverso: la saga dei Bridgerton di Julia Quinn, considerata fra le regine del romance storico.
La serie "Bridgerton"
Con 63 milioni di visualizzazioni su Netflix, la serie “Bridgerton”, uscita a Natale, è diventata un autentico fenomeno. E poiché non di solo “Guerra e pace” vive l’uomo, è quasi d’obbligo parlare del romanzo da cui è stata tratta la prima stagione di quello che è stato uno dei titoli più chiacchierati delle vacanze. La serie, infatti, è basata sulla saga dell’omonima famiglia creata da Julia Quinn. È stata pubblicata inizialmente in Italia tra “I romanzi” Mondadori, probabilmente la collana più nota in materia di romance. Forse qualcuno storcerà il naso di fronte a un genere “popolare” come il romance storico, ma l’exploit sulla piattaforma sembrerebbe dimostrare che forse anche questo genere si stia prendendo una rivincita.
I personaggi
La famiglia Bridgerton è composta dalla viscontessa madre Violette e da otto figli, battezzati in rigoroso ordine alfabetico: si va da Anthony, il primogenito che ha ereditato il titolo di visconte alla morte del padre, fino alla più piccola Hyacinth. Ogni libro della saga racconta la storia d’amore di un Bridgerton. Il primo, che ha ispirato la prima stagione della serie televisiva, vede protagonista la quartogenita Daphne.
"Il duca e io"
Intitolato “Il duca e io”, il libro rispetta tutti i canoni della classica storia d’amore in salsa Regency: atmosfere londinesi di inizio Ottocento, abiti colorati e cappellini, attraenti nobili tormentati e ragazze debuttanti alle prese con le dinamiche di una società rigida e talvolta incomprensibile. Piuttosto classico per gli schemi del genere letterario è anche l’esordio della storia principale: la protagonista Daphne Bridgerton, alla ricerca del proverbiale buon partito, e Simon Basset, duca di Hastings e ambitissima preda matrimoniale, decidono di inscenare una relazione, convinti di potere trarre vantaggi dalla recita. Presto però la simulazione li conduce verso un interesse più autentico.
Lo stile
A caratterizzare e distinguere la saga firmata da Quinn è sicuramente un certo qual umorismo nella narrazione, rigorosamente in terza persona con punto di vista multiplo, come è ormai di prassi nel romance degli ultimi anni. Ma a renderla davvero unica è la presenza di un personaggio sagace e misterioso, nascosto dietro lo pseudonimo di Lady Whistledown. Saranno le sue taglienti osservazioni sull’alta società ad aprire ogni capitolo e spesso a determinarne l’andamento.
Consigliato a chi ha voglia di dedicarsi a una lettura leggera, a chi pretende il lieto fine come diritto inviolabile e a chi, avendo sempre considerato il romance un genere di basso livello, è disposto a ricredersi.