Cultura

Crova: tutti i premiati del concorso Meme Ciocca e le loro poesie

Bella cerimonia sabato 13 luglio in occasione della Patronale

Crova: tutti i premiati del concorso Meme Ciocca e le loro poesie
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Non succede quasi mai ai concorsi letterari... Ma a Crova tutti i poeti premiati hanno partecipato alla premiazione. Il più lontano, il vincitore, arrivava dalla Liguria, da Santa Margherita Ligure.

La seconda edizione del Premio di Poesia Nazionale “Meme Ciocca” è stata dunque un successo ed ha coinciso con la Festa Patronale del paese promossa dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune (servizio con foto sul numero di Notizia Oggi Vercelli in edicola da lunedì 15 luglio)

La premiazione

I premi sono stati consegnati sabato scorso nel castello del paese. Ha preso parte all’evento il sindaco Daniela Trentarossi, che ha consegnato la targa del Comune di Crova al poeta più giovane ed ha avuto parole di incoraggiamento per il ragazzo, ma pure ha voluto sottolineare che il Comune sostiene convintamente iniziative di questo valore che portano lustro al paese.

La presidente della Pro Loco Cinzia Donis ha da parte sua annunciato che il progetto del premio continuerà a crescere e ha ringraziato i poeti e la giuria.

L'intermezzo

Un simpatico intermezzo alla premiazione di Ghionna, che non se l'è sentita di leggere la lirica e l'ha affidata a Marco Delpino che l'ha accompagnato dalla Liguria e che è il referente dell'associazione culturale "Tigulliana" di cui Ghionna fa parte. Delpino, dopo aver letto bene la poesia ha anche fatto un breve discorso in cui ha collegato il mare del Tigullio al nostro "mare a quadretti", sottolineando che c'è sempre più bisogno di iniziative di Cultura, perché sono veicolo di pace.

Ognuno dei premiati ha letto la sua poesia ed è stata una cerimonia molto sentita.

Il nostro giornale ha offerto una targa e contribuito all’organizzazione. Da sottolineare il grande impegno delle Edizioni Pedrini di Pont Saint Marten che hanno sostenuto il premio e offerto le targhe dei primi tre classificati della sezione in lingua. Era presente in rappresentanza Emiliana Bussi che ha consegnato i premi.

Questa la distinta: 1° classificato lingua italiana: “Se non lo vedi ancora con i tuoi occhi”, di Alessandro Ghionna, Santa Margherita Ligure (Ge), 2°: “Smetti di correre”, Roberta Correale di Favaro (Biella). Terza piazza per “Anima mundi” di Renata Ghiotti, Saluggia.

La Targa del Comune per il “giovane talento” è andata a “La storia di una speranza”, di Pastore Bernaldo De Quiros Ruy di Strona, che ha letto con spigliatezza ed ha ricevuto numerosi applausi. La targa di Notizia Oggi Vercelli, è stata vinta da “La calligrafia dei monti” di Anna Giulia Tonelli, che è proprio di Crova.

Per la sezione piemontese premi a pari merito per Giovanna Degrandi di Caresana, Mariarosa Massara di Varallo, Mauro Caneparo di San Nazzaro Sesia. Che sono stati elogiati da Cinzia Donis perché grazie a loro la lingua Piemontese vive e si perpetua.

La giuria

La giuria era composta da Paola Lazzarini (poetessa), Fabrizio Bragante (poeta e operatore culturale), Piera Mazzone (direttrice Biblioteca di Varallo) dall’editore Ennio Pedrini e da Gian Piero Prassi (Notizia Oggi Vercelli).

Tutte le composizioni premiate

1° premio Sezione in Italiano, Alessandro Ghionna di Santa Margherita Ligure

Se non lo vedi ancora coi tuoi occhi

Lega il pensiero, e non farlo pensare
capisci quello che ti può capire
asciuga bene il mare, che ti può annegare
tradisci tutto e tutti, ma non ti tradire
mordi il tempo e se puoi fagli male
altrimenti si vendica in dispetti
senza cadere in nulla di banale
questa è la vita, e allora cosa aspetti
prendilo subito, quando passa quel treno
capta ciò che vedi anche da rumori sordi
non respirare le polveri al veleno
un salto ancora, per poi ricominciare
e nastro carta per imballare i tuoi ricordi.
Se non lo vedi ancora coi tuoi occhi
tocca a tastoni, il mondo da esplorare
la neve cade, e affonda nei suoi fiocchi
ma è come cenere che ti può ustionare
sorprendi il vento e lascialo alle spalle
non confondere un granello con un sasso
stai attento a chi regala rose gialle
ma credi sempre in quello che è il tuo passo
non pagare mai un lavoro, se c’è assenza
e fai in modo che non sia l’ultimo pranzo
abbandona la fretta e arma la pazienza
solo così scriverai bene il tuo romanzo.

2° premio Sezione in Italiano,  “Smetti di correre”, Roberta Correale di Favaro (Biella)

Smetti di correre

Smetti di correre,
cammina.
Smetti di guardarti indietro,
guarda dove metti i piedi.
Guarda a terra, guarda le radici, sotto di te.
Smetti di parlare,
ascolta.
Ascolta il silenzio, il canto degli uccelli, il suono della pioggia.
Smetti di riempire,
svuota.
Svuota la ciotola, la casa
e poi te stesso.
Guarda il vuoto con gratitudine
perché esso è opportunità.
Smetti di esistete,
vivi.
Vivi ogni istante, ogni respiro, ogni battito.
Guardati negli occhi,
ascolta la tua voce,
e poi
svuota,
svuota ancora...
E poi,
finalmente libero,
ben saldo con le radici a terra,
poi
spicca il volo.

3° premio sezione in Italiano, “Anima mundi” di Renata Ghiotti, Saluggia

Anima mundi

Me ne andrò un giorno di ottobre,
quando la terra è colma di frutti profumati e risplende di tutte le tonalità di colore;
quando un sole tiepido ancora la riscalda con i suoi ultimi bagliori;
quando la brezza del vento gioca con i rami degli alberi e li spoglia delle loro foglie.

Me ne andrò lontano o vicino o in altre dimensioni,
guarderò dall’alto le maree, i ghiacciai, i deserti, le praterie,
le impenetrabili foreste e la steppa sconfinata;

vi vedrò e sentirò la tristezza nei vostri cuori,
non potrò più scuotervi per dirvi che sono nella Luce piena
e avvolta in una beatitudine che non ha fine,

ma vi sarò sempre vicino, vi aspetterò,
per continuare a gioire e sognare insieme.

 

Targa Notizia Oggi Vercelli assegnata a “La calligrafia dei monti” di Anna Giulia Tonelli, Crova

La calligrafia dei monti

L’orizzonte dei giganti
è un pennino d’alberi intinto
in quella neve d’inchiostro
scritto a parole dai venti
nella calligrafia dei monti.

Narra e scrive storie infinite,
ogni prospettiva un racconto.
Cela un mistero diverso
ad ogni schiaffo di vento
ad ogni riga di pioggia.

La calligrafia dei monti
non ha che lettere di picchi
e rive e valli e nebbie di cielo,
bianco cielo su bianco gelo.

Son parole di creste,
diverse ad ogni passo,
sfaccettate come diamanti
incastonate nel solido azzurro
tra libri di pietra e autori
nella volta del firmamento.

 

Targa del Comune di Crova per i giovani talenti “La storia di una speranza”, di Pastore Bernaldo De Quiros Ruy di Stronaù

La storia d’una speranza

Io sono un uomo
che vide la cassa
del bello, del vuoto,
che ruppe la massa.

Io sono un topo,
uno brutto, una tassa.
Ti dico, ma dopo;
ho mente sol bassa.

Dimmi, musa cara:
cosa vuoi fare?
Vieni nella terra,

dove c’è la giara,
dove la vita è bella,
dove noi siamo il mare.

Sezione in Piemontese

Premi a pari merito per Giovanna Degrandi di Caresana, Mariarosa Massara di Varallo, Mauro Caneparo di San Nazzaro Sesia.

Còr d’ülbra

(di Mariarosa Massara)

S-ciavensa drucà, sit da cüntula
sfrisà di sgrinfji d’un temp sgaròn
a la to umbra as nüsma la miula
scundù int i mür e in tüti i cantòn.

Cup sfargüjà da na mara sücina
runda ‘d lünari, carusèl da stagión
cantà insèma cun na vus in surdina
da girumèta stunà mè ‘n curnagión.

...E nün a buca vèrta...

Cercutòn ‘d sogn a catà stu fiur
sgresg, a la bassura d’un dì tevidin
int un silensi inrarì e nibià da scür...
sù i pass da cui ùltìm San Martin.

…E nün ingabulà di ricord...

Di nòstar òcc a sguta l’or lüsent
di bèli giurnà sensa ‘n duman,
cör d’ülbra spantegà dal vent:
al git dal gel sarà sù int i man.

Cuore di volanda (volanda di fieno triturata)
Cascinale diroccato, luogo da fiaba / graffiato dagli artigli di un tempo sprecone / alla tua ombra si fiuta l’essenza / nascosta nei muri e in tutti gli angoli. // Coppi sbriciolati da una amara aridità / ronda di lune, giostre di stagioni / cantate insieme con una voce in sordina / di banderuola stonata da cornacchia. // E noi meravigliati... // Questuanti di sogni a cogliere sto fiore / ruvido, nel pomeriggio di un dì tiepido / in un silenzio rarefatto e annebbiato... / sui passi di quell’ultimo trasloco. // E noi ingannati dai ricordi... // Dai nostri occhi gocciola l’oro sfavillante / dei giorni belli senza un futuro, / cuore di volanda dispersa dal vento: / il germoglio del gelo racchiuso nelle mani.

Cristai

(di Giovanna Degrandi)

La suña dent l’anima
l’aria dal temp,
‘na müsica prufunda,
da semp,
da quan’ che ‘i sogn
am culuravu i’ oeucc
ad vita e ‘l fantasi-j
‘m purtavu chi-sà ‘ntè. . . luntan.
E i’ù tni-j ‘nt-al man
cui riflèss
ad puisia, sbardlà,
‘n dì dop l’aut,
‘n mèss la nèbia dal mund,
par fémi, ciar
e mustrémi la strà,
fiiña ‘n fund.
Musica sensa fiiñ
l’aria dal temp,
la suña dent l’anima,
semp,
dès che ‘l vent
al cunta la mè vita,
suspeisa
tra ‘na nivula e ‘n ragg ad sul.
E l’è bèl
teñi ‘nt-al man
si riflèss
ad puisia, par l’ultim toc
da strà.
Cristai lusent-vèrs l’étèrnità.

Cristalli
Suona dentro l’anima / l’aria del tempo, / una musica profonda, / da sempre, / da quando i sogni / mi coloravano gli occhi / di vita / e le fantasie / mi portavano chissà dove… lontano. // E li ho tenuti nella mani / quei riflessi / di poesia, sparsi, / un giorno dopo l’altro, / in mezzo alla nebbia del mondo, / per farmi luce / e indicarmi la strada, / fino in fondo. // Musica senza fine / l’aria del tempo, / suona dentro l’anima, / sempre, / adesso che il vento / racconta la mia vita, / sospesa / tra una nuvola e un raggio di sole. // Ed è bello / tenere nelle mani / questi riflessi / di poesia, per l’ultimo tratto / di strada. // Cristalli lucenti- verso l’eternità.

Int al vent di sogn

(di Mauro Caneparo)

Levan fai da gnent i barchi
che giügand nün fiòi i fasevan:
‘na scorsa da nus taià par al lung a metà
un toch da curtecia un po’ sagumà
dü bastunin piantà intramess
cun veli e banderi da carta,
culurà a matita.
Pö ia metevan int la curent mola
dla rugia ch’la cureva drè dia cà
‘na quai volta dent int l’aqua dal fiüm
che int un mument la purtava luntan
sensa dan al temp da curagh drera...
…alura i restavan numà i sogn...
…dal fiüm fin giò, fin giò vers al mar.
E cume mt i cuntùli püssè bèli
‘ndua al babi, basà da ‘na bèla fiulèta
al diventava un bèl princip cilest,
insì cui tuchet da legn, basà ‘dl aqua dal mar
al gneva ‘na gran bèla naf piena ‘d veli.
Al naviga ‘ncùra al veliero dla giuentü
int una quai part di mar da stu mund
cunt i veli pieni dal vent di nostar sogn.

Nel vento dei sogni
Erano fatte con poco le navi / che per gioco andavamo a costruire: / un guscio di noce, diviso sul lungo a metà, / un po’ di corteccia, bianca di betulla, / due rametti piantati nel mezzo / con vele e bandiere di carta, / colorate a matita. // Le affidavamo al lento moto / della roggia che scorreva dietro casa, / talvolta alla rapida corrente del fiume. // Le portava via lontano / senza darci tempo di seguirle... / …allora non restavano che i sogni... / …dal fiume fin giù, fin giù verso il mare. // E come nelle fiabe più belle / dove il rospo baciato dalla fanciulla / si trasformava in principe azzurro, / così quei legnetto, baciato alla foce / dall’acqua del mare, diventava un veliero. // E naviga ancora il veliero dell’infanzia / in qualche parte dei mari del mondo / a vele spiegate nel vento dei nostri sogni.

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