Storia

A San Germano la guerra di Johnny Peck

Venerdì 17 maggio alle ore 17 si presenta un libro che riguarda anche il Vercellese

A San Germano la guerra di Johnny Peck
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Oggi, venerdì 17 maggio alle ore 17 alla Sala Paggi di San Germano Vercellese inportante appuntamento per gli appassionati di storia ed in particolare del secondo conflitto mondiale.

Racconto tra battaglie ed evasioni

Verrà infatti persentato il libro “La guerra di Johnny Peck”, edizioni Pendragon. Relatore l'autore del volume, l'australiano Peter Monteath, professore di Storia dell'Europa moderna alla Fliners University di Adelaide. Modererà Gianpietro Bossi.

Il libro, riporta vicende della seconda guerra mondiale e della Resistenza nel Vercellese, tra battaglie ed evasioni, l'incredibile storia di un soldato australiano attraverso l'Africa, la Grecia e l'Italia tra il 1941 e il 1945.

Parte dei questo appassionante volume riguarda i prigionieri di guerra alleati che nella nostra zona erano internati in diversi campi, alcuni a Vercelli ma molti nei paesi di Vercellese. Un capitolo di storia di cui si sa relativamente ancora poco e che ogni volta che si affronta permette di conoscere delle vicende umane notevoli, di giovani americani, inglesi ed australiani che intessero relazioni con gente del Vercellese.

La scheda

Johnny Peck a 17 anni falsificò la sua data di nascita per arruolarsi, diventando così soldato di fanteria del 2/7° Battaglione dell’esercito inglese. Fu gettato per la prima volta in battaglia contro le forze italiane in Africa occidentale; seguirono le campagne in Grecia. Quando Creta cadde in mano ai tedeschi, alla fine di maggio del 1941,

Peck rimase intrappolato sull’isola con centinaia di altri uomini e fu fatto prigioniero prima dai tedeschi e poi dagli italiani.

Trasferito in un carcere piemontese, venne liberato in seguito all’Armistizio del 1943, e da allora si dedicò ad aiutare i prigionieri di guerra evasi ad attraversare le Alpi per mettersi in salvo. Catturato ancora una volta, Peck fu condannato a morte e detenuto nella prigione di San Vittore a Milano, gestita dalla Gestapo, fino a quando non riuscì a fuggire nuovamente, questa volta in Svizzera.

 

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