1918: prete ucciso e smembrato a Torino da un giovane di San Germano
Lo storico Lodovico Ellena ripercorre un tragico fatto di cronaca del 1918.
Lo storico Lodovico Ellena ripercorre con una rubrica su Notizia Oggi Vercelli strade e piazze di Torino legate a episodi esoterici e pagine di storia. Proponiamo un estratto del saggio sui misteri di Torino, pubblicato lunedì 9 agosto, un episodio macabro di cui la ex capitale sabauda fu teatro, nel 1918: il sanguinoso omicidio commesso da un giovane arrivato in città da San Germano Vercellese.
L'omicidio
A Torino, pochi metri oltre via Santa Teresa trasforma in via Maria Vittoria e un fatto di cruda cronaca ebbe luogo nel febbraio del 1918: venne infatti letteralmente smembrato un povero prete, vittima di uno psicopatico a cui aveva fatto del bene. La Prima Guerra Mondiale volgeva ormai al termine quando un giovane originario del piccolo paese di San Germano Vercellese, tal Pietro Balocco, decise di affittare a Torino in via Maria Vittoria 19 un appartamento. Di lì a qualche giorno il Balocco fu visto per alcune volte entrare in quella casa in compagnia di un prete, don Guglielmo Gnavi di Caluso, fino a che un bel giorno la sospettosa portinaia notò il Balocco uscire stranamente da solo.
I primi sospetti
Il clima di guerra imponeva peraltro a tutti una certa attenzione, motivo per cui Giuseppina Oria Bria custode dello stabile cominciò a dare segni d'inquietudine quando vide il Balocco andare e venire. La scena fu in seguito ricostruita dagli inquirenti; successe che Balocco per motivi di danaro prestatogli dal sacerdote, e da lui sperperati, non era in condizioni di restituire la forte somma: da lì all'omicidio il passo fu breve. Ma si trattava di portare il cadavere al di fuori dello stabile, eludendo soprattutto la sospettosa portinaia: fu così che Balocco, in uno scenario orrendo, prese a fare a pezzi il povero prete. I dettagli emersi nel corso del processo furono truculenti. Non fosse che per un perverso scherzo del destino, la città intera fu sconvolta dal ritrovamento casuale da parte di un barcaiolo di un pacco nel Po dal quale emergeva una gamba umana. Fu come un lampo a ciel sereno per Giuseppina: ricordò infatti di aver visto il Balocco uscire con una cesta assai pesante che l'uomo stesso faticava a trainare.
Il sopralluogo
Convinse quindi la proprietaria dello stabile ed un altro inquilino a fare un finto sopralluogo nell'appartamento del Balocco con la scusa di un controllo dell'impianto del riscaldamento; l'uomo non previde quella visita per cui l'effetto sorpresa lo colse nonostante un maldestro tentativo di prendere tempo. Non appena le tre persone furono in casa notarono però immediatamente nel bagno uno spettacolo inquietante che Balocco tentò di giustificare dicendo che aveva versato del vino: tutto si svolse in un attimo, i tre sollevarono repentinamente il coperchio della cesta e Balocco si dileguò per le scale correndo come un pazzo. Urla, strepiti, disgusto, orrore: facile immaginare la scena che ne seguì.
La cattura
Balocco fu braccato per settimane tanto che ormai si disperava di catturarlo, quando ancora una volta lo stesso caso che aveva fatto riemergere il primo pezzo del corpo del povero ecclesiastico giocò contro di lui: un passante lo riconobbe per Torino in quanto una sua fotografia era stata pubblicata su tutti i giornali. Era vestito da militare e dopo una lunga rincorsa da parte di alcuni agenti si fermò stremato; tentò di far credere di essere estraneo al delitto con scuse ingenue e maldestre ma infinite prove lo inchiodarono definitivamente senza appello. Gli diedero l'ergastolo mentre lui durante il processo faceva l'occhiolino alle numerose donne accorse per assistere al medesimo; un giornale scrisse che don Gnavi aveva guidato i giudici contro il suo stesso macellaio.
Le voci
Il fatto lasciò nei contemporanei un profondo disgusto; alcuni nel vercellese in seguito dissero che un altro pezzo del povero prete fu ritrovato in un letamaio: oggi però nessuno comprensibilmente ricorda più o vuole ancora ricordare Pietro Balocco. Un po' come per il fatto accaduto ad Alice Castello laddove il 4 novembre 2017 venne ritrovato un cadavere in una valigia: caso questo però tuttora senza colpevole.