Cronaca

Vercellese frega tre famiglie con una finta casa vacanze

Il racconto arriva da Lissone, nella vicina Lombardia: versati complessivamente 1.540 euro di caparra

Vercellese frega tre famiglie con una finta casa vacanze
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La truffa delle case vacanza inesistenti è purtroppo uno dei modi di vedersi rovinare le ferie. Recentemente ci è stato segnalato un caso che vede coinvolto nel ruolo di chi offre la casa inesistente un vercellese.

«Sono stato truffato da un vercellese che, attraverso un’agenzia di viaggi aperta a Palermo e probabilmente fasulla, ha messo in affitto tre appartamenti per le vacanze che, in realtà, non esistevano». Il racconto arriva da Lissone, nella vicina Lombardia: tre famiglie, che stavano progettando un periodo di ferie, hanno versato complessivamente 1.540 euro di caparra per altrettanti appartamenti messi in affitto per il periodo estivo. Poi l’amara scoperta: gli immobili non esistevano, e il referente della presunta agenzia di viaggi, in realtà chiusa, è sparito dalla circolazione «dopo una telefonata nella quale è stato anche irridente al termine della quale ha bloccato i nostri numeri telefonici».

La denuncia alle forze dell'ordine

Le persone truffate hanno sporto denuncia rivolgendosi alle forze dell’ordine della propria città e scoprendo che il 48enne al quale avevano fatto il versamento è un vercellese già noto per aver operato in modo molto ambiguo in vari settori.
«Ho segnalato la cosa anche ad alcuni siti di consumatori - racconta l’interlocutore - e così ho scoperto che non era la prima volta che quest’uomo tentava truffe simili».

Un altro caso

Un’altra utente del medesimo sito di consumatori, infatti, nei mesi scorsi si era imbattuta in un’offerta analoga: casa vacanze a Cefalù, con tanto di foto inviate via WhatsApp di un appartamento e copia del contratto di affitto da sottoscrivere entro 24 ore per poter usufruire di un’offerta particolarmente vantaggiosa.

Prima di versare la caparra, però la donna si era attivata per cercare di verificare l’annuncio, scoprendo che le foto ricevute non erano quelle dell’appartamento indicato nell’indirizzo, che al numero civico indicato nell’annuncio non c’erano case in affitto per l’estate e che l’agenzia di viaggi, che avrebbe dovuto trovarsi in via Toselli, a Palermo, era in realtà chiusa da tempo.

Anche in questo caso l’utente, oltre ad aver segnalato l’inserzionista al sito, ha avvertito la Polizia Postale e segnalato alle pagine Facebook e social gli indirizzi chiedendo affinché venissero bloccati. E se è vero che solo una sentenza di condanna potrà definire in modo inequivocabile le eventuali responsabilità del vercellese, è altrettanto vero che, soprattutto in questo periodo in cui molte persone sono impegnate nell’organizzazione delle ferie è importante avere una particolare cautela. Rivolgendosi a operatori turistici conosciuti o comunque verificando con particolare attenzione le offerte eventualmente rintracciate sui siti internet.

 

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