Trova un tesoro nella vecchia macchina per cucire

Riproponiamo questa incredibile vicenda di cui avevamo già scritto nell'edizione cartacea di sabato 24 dicembre.

Trova un tesoro nella vecchia macchina per cucire
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Riproponiamo questa incredibile vicenda di cui avevamo già scritto nell'edizione cartacea di sabato 24 dicembre.

Una vicenda incredibile quella che ha visto come protagonista un anziano 95enne residente a Vercelli ma originario di Lecce.
L’uomo, vedovo da alcuni anni, nello scorso mese di ottobre, aprendo il cassetto della vecchia macchina da cucire che veniva utilizzata dalla consorte, in mezzo a fotografie, ditali e lettere varie, si è ritrovato tra le mani pure un Buono Postale Fruttifero dal valore di un milione di vecchie lire.
Un investimento che all’epoca, si trattava del 1986, era usuale per molte famiglie e che fruttava anche bene a livello economico, visti i tassi di interesse piuttosto alti.
L’unica possibilità che l’anziano ha avuto per scoprire cosa potesse fare per eventualmente recuperare una determinata somma è stata quella di mandare un famigliare con il Buono al più vicino ufficio postale della nostra città, dove gli è stato risposto che quel pezzo di carta era assolutamente ancora valido e che avrebbe avuto diritto, nel caso di richiesta di rimborso, a un conguaglio pari a 7.833 euro.
Il problema però è che il calcolo degli interessi non è stato fatto su quelli dell’epoca, come invece dovrebbe accadere, bensì sui tassi attuali, di gran lunga minori rispetto agli anni ‘80.
l rimborso è stato quindi rifiutato dal 95enne che ha deciso di presentare un decreto ingiuntivo contro le Poste Italiane, assistito in questa fase da Agitalia, un’associazione, con sede a Roma, specializzata nel recupero di buoni postali e bancari.
«E’ una vicenda grottesca - afferma il Segretario dell’associazione, Giovanni Ripoli - ma non è certo l’unica di questo tipo che si è verificata sul nostro territorio. Il problema è che Poste Italiane non intende applicare i tassi di interesse riferiti all’epoca dell’emissione del Buono, che sono riportati proprio sul retro del documento, limitandosi a rimborsare facendo il calcolo su quelli attuali, decisamente più bassi. Questi Buoni Postali all’epoca fruttavano somme che potrebbero essere paragonate alla vincita al Superenalotto. Infatti la cifra che dovrebbe essere versata al pensionato sarebbe di 18.752 euro. C’è una differenza di quasi 11mila euro. Abbiamo presentato regolare ricorso e siamo fiduciosi perché vi sono precedenti positivi di casi simili». Una vicenda per certi versi inverosimile e curiosa che lascia aperte spiragli di speranza per centinaia di risparmiatori italiani che sottoscrissero questo tipo di investimento.