Cronaca

Tifosi hockey a processo

Ascoltate le testimonianze dei poliziotti

Tifosi hockey a processo
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Tifosi hockey si è aperto il processo a Vercelli dopo sei anni. Imputati tre tifosi dell’Hockey Novara, protagonisti di tafferugli alla fine di una partita con l’Amatori Vercelli.

Tifosi hockey le testimonianze

In aula, assenti gli imputati, sono stati ascoltati due poliziotti. «La sera del 28 gennaio del 2012 eravamo stati designati per il servizio di ordine pubblico al palazzetto di Vercelli. Già l’inizio non era stato dei migliori. I tifosi ospiti erano arrivati in treno e si erano rifiutati di salire sui bus messi a disposizione dalla Questura perché volevano andare in corteo fino al palazzetto. Noi, dopo aver avuto l’autorizzazione, li abbiamo scortati. Qualcuno di loro era già “sopra le righe”».

Il supporto da Genova

Poi senza intoppi, se non qualche insulto all’indirizzo degli agenti «e qualche palla di neve» – quella sera erano stati chiamati a svolgere servizio di ordine pubblico in supporto ai colleghi di Vercelli anche una decina di agenti del Reparto Mobile di Genova – erano arrivati al PalaPregnolato per il derby di hockey pista, animato storicamente da accesa rivalità». Prosegue l’agente di polizia genovese nella sua testimonianza: «A fine partita ci siamo schierati all’uscita perché quello era il momento più caldo. Dovevano uscire prima i vercellesi e poi i novaresi, in modo che non si incontrassero. Anche perché questi ultimi, proprio per evitare scontri, sarebbero stati subito accompagnati, scortati, fino alla stazione. A un certo punto si sono coperti il volto con le sciarpe e ci sono venuti incontro. Sputi, insulti, lanci di oggetti; avevano lanciato anche un ombrello e un cestino. A quel punto, per contenerli, abbiamo fatto una carica di alleggerimento. C’è stato il fuggi-fuggi generale».

Momenti di tensione

In quel momento qualcuno avrebbe colpito un agente provocandogli lesioni a un polso. Dopo alcuni minuti di confusione totale la situazione era tornata alla normalità; i novaresi erano stati indirizzati verso i pullman, non senza fatica, e riportati in stazione. A immortalare i volti dei tre tifosi del Novara erano stati i fotogrammi delle riprese analizzate dalla scientifica di Vercelli e mostrate in aula.

I tre, all’epoca dei fatti 29, 27 e 21 anni, tutti novaresi, difesi dall’avvocato Michele Franzosi sono finiti a processo con l’accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e lancio di oggetti pericolosi. Il processo continuerà a marzo.

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