appello

Subito il vaccino anche per chi vive la propria fragilità in famiglia

In Piemonte si parla del 16 marzo come data probabile di avvio della vaccinazione ma solo per i disabili afferenti a Comunità residenziali o semiresidenziali. E gli altri? Per loro non ci sono indicazioni.

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Parte da Clara Baldo-mamma e caregiver, delegata per la Provincia di Vercelli della Fondazione per la Ricerca in Fibrosi Cistica, l'appello per l'urgenza di somministrazione del vaccino ai portatori di questa patologia e ai loro familiari che stanno sopravvivendo a questa pandemia in Piemonte, in famiglia.

"Mascherine, lavaggio ossessivo delle mani, disinfezione delle superfici, distanziamento sociale… tutto questo è ben noto alle famiglie in cui è presente un soggetto con fibrosi cistica, la malattia genetica rara grave più diffusa. Lo era da molto prima della diffusione della pandemia, perché per la sopravvivenza dei pazienti fc è indispensabile evitare quanto più possibile qualsiasi forma di infezione alle vie respiratorie, già gravemente compromesse dalla patologia. In questo anno, più che in altri, queste famiglie sono state obbligate a chiudersi a riccio, limitando le occasioni di contagio ben oltre le indicazioni dei vari D.P.C.M., sospendendo le frequentazioni familiari e, in qualche caso, arrivando a richiedere anche la Didattica a distanza per i fratelli conviventi.

Aspettavamo il nostro turno per la vaccinazione, in silenzio, convinti che prima o poi qualcuno avrebbe pensato anche a noi. Così non è stato, perché seppur la categoria “pazienti affetti da fibrosi cistica” sia stata inserita nel Piano Vaccinale ministeriale in quanto estremamente vulnerabili, la prenotazione della vaccinazione non è ancora stata organizzata. In Piemonte si parla del 16 marzo come data probabile di avvio della vaccinazione ma solo per i disabili afferenti a Comunità residenziali o semiresidenziali. E gli altri? Coloro che vivono la loro fragilità in famiglia, senza alcun supporto esterno, se non quello dei loro caregiver? Per loro non ci sono indicazioni; nemmeno le Associazioni a tutela dei pazienti sono riuscite ad avere risposte. Per questo motivo, in tutta Italia è partita dal basso una voce comune per richiedere la prima e più scontata forma di tutela possibile: la vaccinazione. Per i soggetti fragili, ovviamente, ma anche per i genitori di quei bimbi che, per ragioni anagrafiche non potranno ricevere il vaccino. Questa protesta silenziosa ha già portato all’inizio delle vaccinazioni per i ragazzi fc in Veneto e al riconoscimento del diritto alla vaccinazione dei caregiver in Toscana, Lazio e Liguria. A quando in Piemonte? Il tempo non gioca a favore di questi giovani pazienti…".

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