Strage Brandizzo: Commozione e applausi per il saluto a Michael Zanera nel duomo di Vercelli
Un rito sobrio e raccolto con tanti a condividere il dolore della famiglia
"Michael, sarai per sempre nei nostri cuori, non ti dimenticheremo mai". Una frase semplice ma piena di amore scritta su un lenzuolo dispiegato sul selciato della Cattedrale di Vercelli, davanti alla foto del giovane 34enne morto nella tragedia di Brandizzo quasi un mese fa, sorretta da due palloncini a forma di cuore che dopo il rito funebre si sono levati in cielo.
Questo è solo un dettaglio di tante manifestazioni d'affetto che si sono verificate nel corso della cerimonia in Duomo di giovedì 28 settembre 2023, iniziata alle ore 15.
L'omaggio al feretro
Per alcuni minuti, dopo l'arrivo del feretro sul piazzale, i familiari e gli amici più stretti sono passati a toccare la bara a dire una preghiera, ad abbracciarsi. Prima della benedizione della salma da parte di don Andrea Passera, parroco di Borgo Vercelli, il paese dove Michael si era trasferito da Vercelli, c'è stato un lungo applauso che poi si è ripetuto. Dopo il rito d'accoglienza la salma è entrata in duomo fra due ali di folla, tantissimi i giovani.
Presenti alle esequie i due sindaci: Andrea Corsaro di Vercelli e Mario Demagistri di Borgo Vercelli, con il vice presidente della provincia Alessandro Montella, per la Regione Piemonte era presente l'assessore ai Trasporti Marco Gabusi, che ha dato il cambio al presidente Cirio che era stato in città in mattinata per l'addio a Giuseppe Lombardo.
La croce di Gesù, la croce di Michael
Don Andrea ha scelto un lungo passo dal Vangelo secondo Giovanni, in pratica buona parte del "Passio" che si recita il venerdì Santo. E' il racconto della passione e morte di Gesù, il resoconto di un'atroce esecuzione e che si conclude con la frettoloso sepoltura del corpo del Cristo, perché si apprestava il sabato. E' il momento del buio, del dolore di Maria di Giovanni e degli altri apostoli e amici. Da lì a tre giorni ci sarebbe stata la gloria della resurrezione.
E nella sua omelia ha spiegato il perché della scelta di un passo così terribile, ricordando la croce di fuoco in una saldatura, che Michael aveva postato sui social. Una croce che ci pone di fronte al mistero della morte a un momento in cui tutto sembra perduto, persino il figlio di Dio abbandonato alla morte. Ha indicato il grande Cristo dell'anno Mille, che sovrasta l'altare del duomo, ha spiegato che è un Cristo in croce ma regale, con la corona, gli occhi aperti, le gambe non incrociate come in tanti quadri della crocefissione, ma parallele. Un re vittorioso perché ha sconfitto la morte per noi. Per darci una prospettiva di vita eterna.
"Noi come facciamo?"
"Ma noi come facciamo? - si è domandato don Passera - Noi che rimaniamo ancora qui con questo vuoto, con questa tragedia, con questo dolore, cosa possiamo fare? Cosa possono dirci queste parole? Nel Vangelo che abbiamo ascoltato sotto la croce troviamo Maria e Giovanni, una madre ed un discepolo, una madre disperata, che ha perso tutto ciò che aveva, il suo unico figlio, il discepolo anch'esso disperato, perché aveva perso un maestro, una guida, un amico. Sotto la croce alzano gli occhi, verso la croce e verso il cielo. Ecco, anche noi, oggi, in questo momento, anche noi, siamo riuniti sotto la croce, ma non siamo soli. la gente che partecipa a questa celebrazione, ve lo dice: non siete soli sotto questa croce, siete circondati dall'affetto e dall'amicizia di tanti, di tutti noi. Cosa possiamo fare con voi, come Maria e Giovanni tutti noi insieme possiamo alzare gli occhi verso il cielo e verso la croce e affidarci a Lui. Possiamo chiedergli di non lasciarci soli e di non lasciarvi soli in questo momento, di sostenervi di darci e di darvi la forza di andare avanti. Per trovare, dentro a tutto questo buio, la luce della resurrezione, che ci guida, ci dà forza. Quindi, prima di continuare questa celebrazione, faccio un invito a tutti i presenti, di raccoglierci in silenzio fissando questa croce la croce di Cristo risorto. Guardiamola in silenzio".
Cuori verso il cielo
La celebrazione si è dispiegata in modo molto raccolto, due momenti di grande commozione, prima della comunione don Andrea, seguito poi dai sindaci e autorità è andato ad abbracciare i familiari del giovane, e poi c'è stata la benedizione finale del feretro con l'incenso.
All'uscita la chiesa ha risuonato di un applauso spontaneo, ripetuto poi nelle fasi del rito del commiato, in un sagrato del Duomo pieno di gente. Alla fine il volo dei due palloncini verso il cielo e ancora applausi e un omaggio a Michael. Presenti anche i familiari di altre vittime. Famiglie unite dal dolore in questi giorni di lutto cittadino e regionale.
Michael lascia la mamma Rosalba, gli zii Saverio, Marco e Franco, i cugini Samantha, Nicol, Aurora, Alessandro, Maurizio e Antony, tanti parenti e amici che non hanno voluto mancare all'estremo saluto. Come per Lombardo dopo il rito funebre il feretro è stato portato a Valenza per la cremazione e le ceneri riposeranno nel cimitero di Billiemme.